Vialli: «Il tumoreGDS mi ha reso un uomo migliore»
●«Ho lottato con la mentalità che avevo da calciatore. Ma spesso me la sono fatta addosso...»
«È
successo tutto in maniera improvvisa». Gianluca Vialli ieri è stato ospite di Fabio Fazio a «Che Tempo che fa» per presentare Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili, il libro verità in cui racconta anche della sua dura battaglia contro il cancro. «L’ho affrontata con la stessa mentalità di quando ero calciatore – continua –. Mi sono posto subito degli obiettivi chiari, pronto a lottare fino in fondo. A lunga scadenza mi sono detto che non potevo morire prima dei miei genitori e che dovevo assolutamente essere io a portare all’altare le mie figlie. Nell’immediato? Curarmi molto bene e presentarmi al mare con un fisico adeguato (ride, ndr). Faccio fatica a dirlo, ma l’esperienza del tumore, anche se sembra strano e sarebbe meglio non doverla mai affrontare, mi ha aiutato a diventare una persona migliore. Tutti credono che io abbia affrontato la malattia con coraggio, ma la verità è che spesso me la sono fatta addosso».
VAI MANCIO Discorsi più leggeri: «Il Mancio c.t.? «Ha idee chiare, gli manca forse un centravanti, però per il resto la squadra c’è. Sì, è più avanti rispetto ai programmi». Chiusura col sorriso: «Quando ai tempi della Samp perdemmo la finale di Coppa dei Campioni, nello spogliatoio si piangeva tutti. Boskov si avvicinò e mi disse: “Uomini non piangono mai per partita di calcio...”. Grandissimo».