PARI SHOW E SVARIONE
●Alla Var sfugge un rigore su Zaniolo e subito dopo Keita segna l’1-0. Il primo pareggio giallorosso di Under e il secondo di Kolarov, dopo il 2-1 di Icardi
Sfida a tutto gas in campo e fuori Nerazzurri avanti ripresi due volte Un rigore non dato ai giallorossi scatena Totti: «Una vergogna» Spalletti: «Quello su Icardi allora?»
Ha perso la Var, non ha vinto nessuno. Un punto all’Inter che aggancia momentaneamente il Napoli al secondo posto; un punto alla Roma che affianca Sassuolo e Parma ai confini dell’Europa. All’arbitro elettronico è sfuggito un rigore di D’Ambrosio su Zaniolo al 36’ del primo tempo e sul ribaltamento di fronte Keita ha fatto 1-0. Errore grave. Il protocollo dica quello che vuole, il buon senso non sa spiegarsi perché Rocchi non abbia rivisto quelle immagini. Partita intensa, emozionante, soprattutto quando la stanchezza ha allungato le squadre.
CAMBI E NON CAMBI L’Inter, che ha condotto a lungo, ha più da recriminare, anche per una spallata in area di Manolas su Icardi nel finale. Però pur dando l’impressione di essere più forte, due volte in vantaggio, non ha saputo chiudere il match. Una squadra dalle sue ambizioni non può permetterselo. Spalletti, fischiatissimo ed espulso nel finale, avrebbe potuto intercettare meglio la stanchezza di Wembley. Tardivi i cambi, soprattutto a centrocampo che alla lunga, senza incontristi di ruolo, ha sofferto. Di Francesco invece ha iniziato prudente, conscio del momento delicato e delle assenze, ma di cambio in cambio, tutti costruttivi (Perotti, Kluivert, Pastore) ha pilotato la bella reazione della Roma che ha saputo restare fredda nonostante il torto subìto e ha meritato il punto. Eusebio è stato spesso deluso dal cuore della squadra. Da questa prova etica può ripartire. Ha giovani (ancora bravissimo Zaniolo) e qualità tecniche per risalire in fretta. A parte la Juve, nessuno vola.
PIÙ INTER Spalletti con due sorprese: Keita per Politano e soprattutto Borja Valero per Vecino che significa 4-3-3 e non 42-3-1. Fuori dall’arida matematica, vuol dire che l’Inter ha preferito il palleggio alla ripartenza verticale. Vuole salire facendo dialogare Brozovic, perno basso, con due spalle di tocco quali Borja e Joao Mario. Il 61% di possesso alla fine del tempo dimostra che il piano è riuscito. Strano, se ripensiamo alla storia recente della sfida, quando è sempre stata la Roma a costruire di più e l’Inter a spendere la sua fisicità in contropiede. Questa Roma, travagliata dalle polemiche e dalle sconfitte, accetta di lasciare il pallone agli
LE CHIAVI
Gara intensa, tanto più quando la stanchezza ha allungato le squadre
L’Inter non chiude il match, palo di Florenzi e spallata di Manolas su Icardi