La Gazzetta dello Sport

PARI SHOW E SVARIONE

●Alla Var sfugge un rigore su Zaniolo e subito dopo Keita segna l’1-0. Il primo pareggio gialloross­o di Under e il secondo di Kolarov, dopo il 2-1 di Icardi

- Luigi Garlando ROMA

Sfida a tutto gas in campo e fuori Nerazzurri avanti ripresi due volte Un rigore non dato ai gialloross­i scatena Totti: «Una vergogna» Spalletti: «Quello su Icardi allora?»

Ha perso la Var, non ha vinto nessuno. Un punto all’Inter che aggancia momentanea­mente il Napoli al secondo posto; un punto alla Roma che affianca Sassuolo e Parma ai confini dell’Europa. All’arbitro elettronic­o è sfuggito un rigore di D’Ambrosio su Zaniolo al 36’ del primo tempo e sul ribaltamen­to di fronte Keita ha fatto 1-0. Errore grave. Il protocollo dica quello che vuole, il buon senso non sa spiegarsi perché Rocchi non abbia rivisto quelle immagini. Partita intensa, emozionant­e, soprattutt­o quando la stanchezza ha allungato le squadre.

CAMBI E NON CAMBI L’Inter, che ha condotto a lungo, ha più da recriminar­e, anche per una spallata in area di Manolas su Icardi nel finale. Però pur dando l’impression­e di essere più forte, due volte in vantaggio, non ha saputo chiudere il match. Una squadra dalle sue ambizioni non può permetters­elo. Spalletti, fischiatis­simo ed espulso nel finale, avrebbe potuto intercetta­re meglio la stanchezza di Wembley. Tardivi i cambi, soprattutt­o a centrocamp­o che alla lunga, senza incontrist­i di ruolo, ha sofferto. Di Francesco invece ha iniziato prudente, conscio del momento delicato e delle assenze, ma di cambio in cambio, tutti costruttiv­i (Perotti, Kluivert, Pastore) ha pilotato la bella reazione della Roma che ha saputo restare fredda nonostante il torto subìto e ha meritato il punto. Eusebio è stato spesso deluso dal cuore della squadra. Da questa prova etica può ripartire. Ha giovani (ancora bravissimo Zaniolo) e qualità tecniche per risalire in fretta. A parte la Juve, nessuno vola.

PIÙ INTER Spalletti con due sorprese: Keita per Politano e soprattutt­o Borja Valero per Vecino che significa 4-3-3 e non 42-3-1. Fuori dall’arida matematica, vuol dire che l’Inter ha preferito il palleggio alla ripartenza verticale. Vuole salire facendo dialogare Brozovic, perno basso, con due spalle di tocco quali Borja e Joao Mario. Il 61% di possesso alla fine del tempo dimostra che il piano è riuscito. Strano, se ripensiamo alla storia recente della sfida, quando è sempre stata la Roma a costruire di più e l’Inter a spendere la sua fisicità in contropied­e. Questa Roma, travagliat­a dalle polemiche e dalle sconfitte, accetta di lasciare il pallone agli

LE CHIAVI

Gara intensa, tanto più quando la stanchezza ha allungato le squadre

L’Inter non chiude il match, palo di Florenzi e spallata di Manolas su Icardi

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L’aggancio Il contrasto fra D’Ambrosio e Zaniolo che ha scatenato le proteste della Roma
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