La Gazzetta dello Sport

L’oro sta in panchina Arek si alza e segna: 3 minuti per 3 punti

●Il polacco specialist­a da subentrato: «Vorrei giocare e segnare sempre, però questo è il calcio e a volte non è come lo vogliamo»

- Mimmo Malfitano INVIATO A BERGAMO

Tre minuti appena, giusto il tempo di prendere le misure alla difesa atalantina. Poi, Arek Milik ha tirato fuori la giocata magica, sul cross di Mario Rui. Il controllo di destro e la mezza girata al volo di sinistro hanno racchiuso tutte le sue potenziali­tà. Una prodezza, per dirla in breve, che gli ha restituito quell’orgoglio limitato dalle scelte di Carlo Ancelotti e da un momento poco prolifico sul piano tecnico. Ed è stato proprio l’allenatore a dargli la motivazion­e giusta, l’ha chiamato a sé, gli ha sussurrato qualcosa prima di lasciarlo al team manager per la sostituzio­ne. Poche parole, che in una manciata di minuti l’hanno trasformat­o nel personaggi­o della serata bergamasca, in una gara che il Napoli ha temuto ma che, alla fine, ha vinto perché ci ha creduto fino in fondo, com’è nelle sue abitudini: la squadra di Ancelotti è quella che ha segnato più gol nell’ultima mezzora, ben 14.

QUINTO GOL Non è male il rendimento del nazionale polacco considerat­o che fin qui ha sommato 11 presenze, ma poche da titolare. Nonostante tutto, ha realizzato 5 reti, tutte in campionato. Quella di Bergamo è stata forse la migliore, per qualità e soprattutt­o per il beneficio che ha portato alla classifica del Napoli. Che ha vinto 11 delle 12 partite di Serie A in cui il polacco ha segnato: 7 reti su 15 in azzurro dalla panchina. Il suo rendimento, tuttavia, è sempre sotto esame, fino a due mesi fa era nella massima consideraz­ione dell’allenatore che lo preferiva a Mertens al centro dell’attacco. Poi, la continuità ritrovata del belga sotto porta lo ha riportato in panchina: nelle gerarchie di Ancelotti lui è considerat­o la prima alternativ­a in attacco. Probabilme­nte, non sarà il gol pesantissi­mo all’Atalanta che gli permetterà di ritornare nuovamente titolare: lì davanti, la coppia InsigneMer­tens è una delle intuizioni più efficaci del tecnico napoletano. «È giusto che io voglia giocare di più – ha detto un entusiasta Milik a fine gara –, sono un attaccante, voglio giocare sempre, voglio segnare sempre, però, questo è il calcio, a volte non è come lo vogliamo. Però, sono felice per questa vittoria, andiamo avanti così e dobbiamo concentrar­ci ancora sul lavoro».

FIDUCIA Ed è proprio con il lavoro che Arek ha superato i due interventi subiti per rimettere a posto i legamenti crociati anteriori di entrambe le ginocchia. Oggi, è un giocatore completame­nte recuperato sul quale Ancelotti continuerà a puntare. Non è stato casuale se l’allenatore ha più volte dichiarato che lui non ha bisogno di rinforzi, che l’organico gli sta bene così com’è. Almeno fino a giugno non arriverann­o altri attaccanti, Milik potrà vivere la sua competitiv­ità in tutta serenità. E puntare alla qualificaz­ione agli ottavi di Champions, intanto: «Vogliamo andare avanti e vincere contro il Liverpool. Sappiamo, però, che sarà una partita durissima, ma nel calcio tutto è possibile. Dopo questa vittoria, torniamo a casa felici».

11 ● le vittorie del Napoli sulle 12 partite in cui il polacco è andato a segno. L’unica partita non vinta fu un 2-2 a Sassuolo nel 2016-17

7

● i gol segnati da Milik entrando dalla panchina, sui 15 totali realizzati in campionato con la maglia del Napoli, cioè il 47 per cento

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AFP Arkadiusz Milik, 24 anni, esulta dopo il gol vittoria sull'Atalanta, il quinto dall'inizio del campionato
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