Salvezza Parma, non solo elogi D’Aversa detta la linea «Io preferisco i punti»
●Archiviato il k.o. con il Milan, il calendario propone ai gialloblù due scontri diretti in chiave
Elogi sì, punti no: il Parma, a freddo, ripensa al lunch match con il Milan, si porta a casa i complimenti degli addetti ai lavori e della maggioranza dei tifosi, si risente parlare di matricola terribile (quasi un amarcord del 1990) ma la classifica è sempre la stessa. Che comunque piace, a + 9 dalla terzultima: questo è l’unico dato che conta per il tecnico Roberto D’Aversa. Che va ripetendo, a destra e a manca, «bene i complimenti, ma preferisco portare a casa i punti». Perché la salvezza resta l’obbiettivo principale. Ed ecco perché la sfida di domenica, al Tardini, contro il Chievo, è il vero esame. Altro che Milan. Altro che sogni europei. Nella politica dei piccoli passi, quelli che hanno portato il Parma dalla D alla A in tre anni, la prima tappa si chiama appunto salvezza. Che si conquista non con i complimenti ma con pareggi e vittorie. E, sempre al Tardini, dopo il Chievo (e dopo la trasferta in casa della Sampdoria) ci sarà il Bologna. Le tabelle non piacciono, ma in questo caso non si può che dar ragione a D’Aversa: più degli elogi contano i punti. E il tecnico esordiente in A parla da veterano della categoria, con la consapevolezza e la forza di adattare la squadra all’avversario, che si chiami Milan o Chievo, che in campo ci sia Gervinho o Siligardi, Inglese o Ceravolo. Forse il vero segreto è tutto qui: coinvolgere il gruppo, nessuno escluso. Sarà stata anche colpa dei molti infortuni, ma il Parma è una delle squadre che ha mandato in campo più giocatori (24) in questi primi 14 turni. E tutti (o quasi) hanno dato più del massimo. Perché solo con i complimenti, in provincia, non si va lontano.