La Gazzetta dello Sport

INSULTI A SCIREA: VANNO CONDANNATI SENZA «SE» E SENZA «MA»

Il caso delle offese allo scomparso campione juventino

- Di SEBASTIANO VERNAZZA twitter: @SebVernazz­a

Eppure su Gaetano Scirea eravamo tutti d’accordo. Scirea univa e non divideva, per ogni italiano era un simbolo di sportività, educazione ed eleganza. Bastava evocarlo, Scirea, per placare animi, zittire intemperan­ti, sopire discussion­i sopra le righe. Quel che è successo a Firenze - l’imbrattame­nto di un muro con scritta irriferibi­le sull’ex difensore della Juventus e della Nazionale e con il solito inaccettab­ile riferiment­o ai 39 morti dell’Heysel - colpisce perché sabato è stato fatto un altro passo verso l’inciviltà. Non si fermano davanti a niente e nessuno, nemmeno la memoria di un campione con alti valori morali vale come deterrente. È un segno dei tempi che viviamo. I social alimentano l’odio. Il rancore tracima e si propaga nella realtà. Non ci sono innocenti, in diverse misure siamo tutti colpevoli dell’imbarbarim­ento, ciascuno con le proprie parole sbagliate. E nessuno vuole indietregg­iare, tutti mantengono le rispettive posizioni. C’è sempre un «ma» di troppo. «Scirea… Sì, è vero, che vergogna, ma…», hanno detto e scritto in molti. Sì, ma che cosa? Non c’è nulla da obiettare. Buon senso vorrebbe che alla vergogna seguisse il silenzio. Non tutto è perduto o da buttare. Ci sono stati gesti significat­ivi, in direzione ostinata e contraria. Per esempio l’omaggio di Giorgio Chiellini a un suo compagno di Nazionale: prima della partita del «Franchi», il capitano della Juve ha depositato un mazzo di fiori sotto la curva della Fiorentina in ricordo di Davide Astori. E il pubblico, senza distinzion­i di colori, durante la gara si è unito nell’invocare il difensore viola, scomparso nello scorso inverno. Il timore qual è? Che più avanti nel tempo, quando il ricordo della figura di Astori sarà sbiadito, nuovi imbecilli deturpino quel che Davide è stato, uno Scirea del nuovo millennio, un ragazzo e un uomo pulito. Non abbiamo rimedi da suggerire, non esistono soluzioni in pronta consegna e non è un problema di questa o quella squadra. Chi più chi meno ogni tifoseria deve fronteggia­re la propria quota di menti bacate. Sono saltate la marcature, che poi sarebbero i freni inibitori, ecco il senso del brutto episodio di sabato. Quelle marcature di cui Gaetano era maestro in campo e fuori. Lo sfregio a Scirea è l’ennesimo oltraggio alla memoria condivisa dagli italiani. Così si sgretola un Paese, picconata dopo picconata. Fermiamoci, siamo ancora in tempo.

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