Italia, gioielli da record: Viviani, Trentin, le donne Podi raddoppiati in 4 anni
●La Federciclo di Di Rocco e c.t. Cassani fa festa con medaglie nel 2018
Nel 2014 erano 40. Quattro anni dopo, l’Italia raddoppia, con 80 medaglie tra Mondiali ed Europei nel 2018, e sempre le ragazze a guidare il medagliere: 41 contro 37 (più due staffette). La pista parla femminile (26 medaglie, 17 d’oro), e pure i ragazzi sono tornati nell’élite mondiale: nei due quartetti ormai ce la giochiamo con i più forti.
A un anno e mezzo dall’Olimpiade di Tokyo 2020, primo traguardo della nostra generazione verde, l’Italia mette in mostra i gioielli oggi a CityLife a Milano, tra i grattacieli che hanno contribuito a cambiare lo skyline della città. Appuntamento alle 11 in piazza Tre Torri, al cinema Maestoso, presente il sottosegretario alla presidenza Valente. E proprio come in un film sfileranno gli azzurri. Dai titoli europei su strada di Matteo Trentin e Marta Bastianelli (più la crono Under 23 di Affini), al Mondiale dell’inseguimento di Filippo Ganna, al bronzo iridato di Tatiana Guderzo. E dalla pista, al di là delle decine di titoli giovanili orgoglio del movimento (nove medaglie per Vittoria Guazzini tra strada e pista; e poi le sue colleghe Collinelli e Scarsi, e gli juniores Fancellu, Piccolo, Manfredi, Tiberi), arrivano medaglie pesantissime. L’oro europeo e il bronzo mondiale del quartetto di Viviani, Ganna, Lamon, Bertazzo, Scartezzini e Consonni; l’argento europeo e il bronzo mondiale del quartetto femminile di Paternoster (anche lei nove medaglie), Balsamo, Valsecchi, Cavalli, Frapporti, Guderzo. Le prime medaglie nella velocità con Vece, la nuova onda della Mtb con Kerschbaumer, Braidot e Tovo, la Bmx in crescita, il paraciclismo sempre miniera di ori.
DIRIGENTI «Se pensiamo che 4 o 5 anni fa all’Olimpiade non c’era nessun azzurro... I c.t. Villa e Salvoldi stanno facendo un grande lavoro, così come crescono i tesserati nella Bmx — spiega Davide Cassani, coordi- natore delle Nazionali, che stasera vola a vedere il circuito olimpico di Tokyo che fa gola a Nibali —. La priorità resta sempre quella di far realizzare i sogni dei ragazzi: le vittorie dei giovani devono essere in prospettiva, non voglio esasperazione negli juniores». «Il nostro faro è stato Elia Viviani — aggiunge Renato Di Rocco, presidente Fci, 74 mila tesserati in continua crescita nel settore rosa — e si sono visti i risultati del lavoro al velodromo di Montichiari (ora chiuso per l’infiltrazione di acqua, ndr). Sono cresciuti i tecnici del Settore Studi che affiancano i c.t, c’è una metodologia valida. In questa stagione abbiamo convocato 462 ciclisti di 16 Comitati Regionali e 216 società. C’è un rapporto significativo con il territorio. Dal 2008 abbiamo attivato 87 ciclodromi in tutta Italia, più altri 170 spazi sul territorio (con scuole di Mtb) e 5 piste di Bmx (in particolare Verona, ndr). C’è un filo diretto con il Credito Sportivo per aiutare le società sportive. Tutto questo conta». (ha collaborato Mattia Bazzoni)