La Gazzetta dello Sport

L’INTER E IL CORAGGIO CHE SERVE IN EUROPA

- TEMPI SUPPLEMENT­ARI ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it

Vorrei dire a Spalletti che non è un merito vincere il derby al 92’ e battere Tottenham e Psv allo scadere. Le sconfitte contro Sassuolo e Parma, il pari col Torino dopo il 2-0 e l’ultimo 2-2 a Roma, dopo essere stati due volte in vantaggio, dimostrano che non ha caricato a dovere i giocatori. E poi perché insistere con Nainggolan se non sta bene e con Perisic se non è in forma, ignorando Lautaro? Per andare avanti in Champions bisogna avere più coraggio.

Gianluca Delmonte, Pregnana Mil.

Quando Spalletti arrivò all’Inter, venne definito il «valore aggiunto» per garantire ai nerazzurri il salto di qualità. Il quarto posto finale in campionato, sia pure acciuffato in extremis, era stato considerat­o un buon risultato. E così l’estate scorsa, dopo una campagna acquisti quasi perfetta visto che non era arrivato Modric, l’Inter per molti osservator­i era l’anti-Juve. Più dello svantaggio dai bianconeri, oggi pesano i 7 punti in meno dell’Inter rispetto a un anno fa. Ma a maggior motivo, se possibile, pesano le critiche di alcuni tifosi, come il signor Delmonte, nei confronti di Spalletti. In effetti, anche se obiettivam­ente non si poteva chiedere lo scudetto a Spalletti, c’è qualcosa che non convince in questa prima fetta di stagione dell’Inter, fermo restando il fatto, importanti­ssimo, che la squadra nerazzurra è in corsa per entrare negli ottavi di Champions, e in ottima posizione in campionato, con 4 punti di vantaggio sul Milan quarto, 5 sulla Lazio quinta e addirittur­a 9 sulla Roma, terza alla fine della stagione scorsa. C’è, infatti, un’amara coincidenz­a legata alla falsa partenza dell’Inter in campionato e in Champions. Sconfitta all’esordio sul campo del Sassuolo e di nuovo battuta in casa dal Parma alla quarta giornata, la squadra di Spalletti è subito stata costretta a inseguire in Italia. Ma anche in Europa la sofferenza è stata una scomoda compagna. Sotto col Tottenham, l’Inter è stata salvata da uno splendido gol di Icardi e dal tocco finale di Vecino. Sembrava l’inizio di una cavalcata esaltante e invece si è trattato della prima di cinque partite nelle quali i nerazzurri sono sempre andati in svantaggio: quando hanno rivinto contro il Psv, quando hanno pareggiato in casa contro il Barcellona e soprattutt­o nelle due trasferte contro lo stesso Barcellona e il Tottenham. Andare in svantaggio cinque volte su cinque in Champions non può essere un caso e quindi il carattere, nel caso di una rimonta parziale o totale, non basta per nascondere il problema di fondo. Si può parlare di coraggio o di carica che Spalletti non sa trasmetter­e ai suoi, o più probabilme­nte di personalit­à che c’è o non c’è, perché la personalit­à non ha età né tantomeno si può insegnare. Questo è sicurament­e un limite dell’Inter, accentuato dal fatto non trascurabi­le che sia a Barcellona, sia a Bergamo, la squadra è stata messa sotto anche a livello di ritmo. Dal generale al particolar­e si può discutere, infine, la mancanza di elasticità di Spalletti, che insiste a giocare con lo stesso modulo e soprattutt­o gli stessi interpreti, anche se Nainggolan non è al cento per cento e Perisic è irriconosc­ibile, mentre Lautaro è soltanto l’ultima delle riserve. Venerdì ci sarà la sfida alla Juve, tra una settimana il ritorno col Psv, con un orecchio a Barcellona-Tottenham. Due grandi occasioni per dimostrare che il coraggio c’è.

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