La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ IL MIO VOTO È ANDATO A GRIEZMANN

- L’INTERVENTO di PAOLO CONDÒ twitter: @PaoloCond

Paolo Condò è il membro italiano della giuria internazio­nale di «France Football» che ogni anno assegna il Pallone d’oro.

Nel corso del suo Mondiale, vinto con grande merito, Antoine Griezmann ha fatto tutte le cose necessarie perché la Francia potesse tornare sul gradino più alto del podio vent’anni dopo la prima volta. Nell’ottavo con l’Argentina ha aperto le marcature con un rigore. Nel quarto con l’Uruguay ha depositato sulla testa di Varane la palla dell’1-0 e ha chiuso il match centrando il bersaglio da fuori area (con la complicità di Muslera). Nella semifinale col Belgio ha disegnato dalla bandierina del corner una traiettori­a perfetta per il colpo di testa vincente di Umtiti. Nella finale con la Croazia ha mandato a centro area il pallone avvelenato che Mandzukic, tentando di sventare il pericolo, ha spedito nella sua porta (1-0); ha spiazzato Subasic dal dischetto, trasforman­do il rigore più pesante che si possa concepire (21); ha attirato su di sé mezza difesa per poi porgere a Pogba un assist così puntuale da consentirg­li il lusso di un doppio tiro (3-1). Griezmann è stato il meraviglio­so protagonis­ta del Mondiale francese perché nessuno come lui è capace della doppia interpreta­zione, superstar o gregario, a seconda delle necessità. Ha poi vinto l’Europa League segnando un gol in tutti i turni tranne che in finale, dove ne ha realizzati due. Infine - ma qui senza troppi meriti - ha portato a casa pure la Supercoppa europea. Quella di Griezmann non è stata una stagione, è stata una sinfonia: la finale di Mosca era finita da un minuto e io avevo già deciso che in testa alla mia classifica per il Pallone d’oro ci sarebbe stato lui.

Ha vinto Luka Modric, invece, che sulla mia scheda figura al secondo posto. Un giocatore enorme, leader tecnico del Real Madrid vincitore della Champions e della Croazia vicecampio­ne del mondo: il trofeo più prestigios­o poggia comunque su ottimi piedi, ma nella mia gerarchia - confutabil­e come ogni scelta personale - la vittoria mondiale è un evento talmente raro da meritare un bonus di consideraz­ione. Lo stesso France Football, nella mail che accompagna la scheda di voto, segnala le performanc­e individual­i e collettive (honours, ovvero i trofei conseguiti) come primo criterio di selezione.

Dal punto di vista del valore assoluto, è ovvio che Leo Messi e Cristiano Ronaldo restino i giocatori più forti in circolazio­ne. Ma dopo dieci anni di duopolio (che non è finito: chi volete che vinca l’anno prossimo, se Barça o Juve portassero a casa la Champions?), la sensazione è che il futuro ci riserverà un’interpreta­zione del premio più vicina all’Oscar: Robert De Niro e Meryl Streep sono stati per 20 anni le stelle più grandi, ma il primo ha vinto due statuette e la seconda tre. Tornando a quest’anno, Ronaldo ha fatto molto meglio di Messi, che oltre al fallimento mondiale è uscito nei quarti di Champions, mentre Cristiano l’ha vinta ancora, e segnando gol meraviglio­si. Logico tenere sul podio lui, che oltre tutto è stato il migliore dei candidati top da agosto in qua.

La scheda di France Football permette di esprimere altre due preferenze. Ne ho approfitta­to per «premiare» Mbappé - uno che di Palloni d’oro ne porterà a casa - e Momo Salah, autore di una stagione strepitosa. Avrebbe meritato di giocarsi la finale di Champions per più dei 30 minuti concessigl­i da Sergio Ramos.

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