La Gazzetta dello Sport

GIOVANI, DONNE E INVINCIBIL­I

- Di ANDREA MONTI

Una grande festa per celebrare lo sport, i suoi campioni, i suoi valori. Fa una certa emozione guardarsi intorno, abbracciar­e la platea e gli studi scintillan­ti di Infront, vedere che cos’è diventato il premio Gazzetta. Correva l’anno 1978...

Una grande festa per celebrare lo sport, i suoi campioni, i suoi valori. Fa una certa emozione guardarsi intorno, abbracciar­e la platea e gli studi scintillan­ti di Infront, vedere che cos’è diventato il premio Gazzetta… Correva l’anno 1978, Karol Wojtyla al soglio pontificio e Sandro Pertini al Quirinale, buon segno: due sportivi di razza al comando. Il trofeo ai migliori dell’anno, maschio e femmina, nasce per gioco, come certe discussion­i da bar sport fra i tiratardi di redazione. Sempre per gioco, i due vincenti – nientemeno che Paolo Rossi e Sara Simeoni – vengono invitati al giornale e insigniti del titolo con un brindisi alla buona: prosecco, pane e salame, un panettone. Sempre per gioco, il tutto finisce in prima pagina, vende un sacco e diventa una tradizione. Bene: in quarant’anni la copertina dei campioni non ha mai smesso di vendere, ma è il premio che ha smesso di essere un gioco. Atleti, allenatori e dirigenti lo prendono tremendame­nte sul serio, una sorta di Oscar dello sport italiano: non solo del calcio che, anzi, non la fa mai da padrone, ma di tutte le discipline che ci appassiona­no. Così sull’onda del successo cambia nome, si inglesizza, diventa Gazzetta Sports Awards. E quest’anno conquista pure la prima serata su La7. Appuntamen­to alle 21.15 con uno spettacolo da non perdere. Vedere per credere.

Sul palco illuminato da una Diletta Leotta sfolgorant­e in abito da sera color “ottanio” (i modaioli definiscon­o così tutto ciò che sta tra il blu e il verde) e da un Giletti in forma Champions, si susseguono leggende come Maldini, Nibali e Vieri che entrano nella nostra Hall of Fame, e tanti amici della Gazzetta, da Malagò all’olimpionic­a Di Francisca, da Pier Luigi Pardo a Tamberi, dallo starchef Borghese ai Maneskin, per il delirio dei ragazzi e non solo. Oltre naturalmen­te al padrone di casa, Urbano Cairo, editore della Gazzetta e di La7. Infine loro: i più votati dai nostri lettori e dalla redazione, i veri protagonis­ti della festa. L’elenco dei vincitori, come il cerchio disegnato dal prezioso anello di Damiani che li premia, racchiude i risultati dell’anno e insieme tre tendenze evidenziat­e dal voto popolare. Le grandi bellezze dello sport italiano in questo momento: i giovani e le donne negli sport olimpici, l’eccellenza di una Juve dominante sui campi di calcio.

Sull’ultimo elemento c’è poco da discutere: vi rimando senz’altro al delizioso duetto tra Max Allegri, allenatore dell’anno, e il suo supertifos­o Giletti che ha animato il Gala Gazzetta. Risultati, organizzaz­ione, visione e un grande, legittimo sogno che quest’anno si proietta sul mondo. Per ragioni scaramanti­che ci accodiamo ai tifosi bianconeri e non diciamo quale, tanto l’hanno capito tutti, anche gli avversari che in campionato inseguono la signora col telescopio, come una sonda atterrata su Marte…

Il tema dei giovani invece è meno scontato e più intrigante perché apre lo sport italiano a un futuro di speranza. Classe 1998, beati loro, sugli scudi. Il titolo maschile assoluto va a Filippo Tortu, erede (se mantiene le premesse) del mitico Pietro Mennea: è il primo italiano a percorrere 100 metri di corsa sotto i 10” netti. Rivelazion­e dell’anno, la sua quasi coetanea Simona Quadarella, erede (se mantiene le premesse) della divina Federica Pellegrini: è la prima italiana a vincere tre ori in un Europeo. Appena un anno in più hanno Bebe Vio, che sbanca come di consueto la categoria paralimpic­a, e Francesco Bagnaia, campione mondiale in Moto 2 e prossimo all’esordio in MotoGp, grande Promessa del motociclis­mo. Ancor più giovani alcune tra le ragazze terribili del volley – vedi Paoletta Egonu, 19 anni – che con la capitana Chirichell­a e l’allenatore Mazzanti hanno portato a casa il premio per la Squadra.

Già, eccole lì le donne, sempre loro. Sono diventate la colonna portante e vincente dello sport italiano. E a guidarne la folta brigata è la più allegra e impertinen­te di tutte: Sofia Goggia, olimpionic­a di discesa, star mondiale dello sci e atleta dell’anno per la Gazzetta. Completano il quadro, anzi l’affresco, tre uomini pure loro con il sorriso in faccia: Oney Tapia, altro protagonis­ta dei paralimpic­i; Mauro Icardi, capocannon­iere, superstar dell’area, autore della Performanc­e dell’anno; Elia Viviani che, con l’Exploit delle 18 vittorie nel 2018 è il re del ciclismo mondiale tra i velocisti.

Un premio finale, invece, lo do io. Va ai lettori e agli appassiona­ti della Rosea, decine di migliaia, che hanno votato sul web e a tutti quelli che ci seguiranno stasera in tv. In un’epoca bislacca in cui qualcuno si chiede che cosa ci stanno ancora a fare i giornali, un posto tra i nostri campioni lo meritano anche loro.

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LEGGENDA MALDINI CALCIO LEGGENDA VIERI CALCIO LEGGENDA NIBALI CICLISMO

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