Mancini: «Corsa scudetto, i nerazzurri non mollano»
● Il c.t. dell’Italia: «La Juve non ha già il campionato in tasca, il Napoli e Spalletti sono lì»
Prova a crederci anche lui, Roberto Mancini: il campionato è vivo, nonostante tutto. Anzi, nonostante la Juve. Venerdì si intuirà con più chiarezza se lo è anche la speranza dell’Inter, poi da qui a marzo il c.t. finirà di capire quanto questa corsa in regime di dittatura juventina potrà aiutare la sua Nazionale.
TRIESTE E PARMA? Dentro o fuori: Mancini dice più o meno così. Vale per l’Inter, che deve allontanare il rischio di abdicare già a inizio dicembre al ruolo di possibile anti-Juve. E vale per la sua Italia: dentro all’Europeo 2020, per forza, con le qualificazioni che a marzo inizieranno con una doppia partita in casa contro Finlandia e Lichtenstein, forse a Trieste (o Udine) e Parma. E poi fuori qualunque alibi: «Noi non dobbiamo pensare di prepararci per mostrare il meglio al Mondiale in Qatar nel 2022: dobbiamo essere pronti nel 2020. Pronti per provare a vincere l’Europeo».
COME SACCHI Andarci non sarà la passeggiata che può far pensare il sorteggio, «ma dipenderà solo da noi e se continuiamo così - penso che succederà - non ci saranno problemi». Così, ovvero puntando sulla voglia di bel gioco di questa Italia più giovane: «Senza i fuoriclasse che abbiamo avuto per decenni, era ed è l’unica strada per fare qualcosa di diverso e di divertente. Un po’ come fece Sacchi all’inizio degli anni Novanta». Indietro non si torna: significa anche che Donnarumma, Barella, Pellegrini e Chiesa, ragazzi che hanno già fatto il salto in prima squadra, giocheranno con l’Italia le due gare chiave in Grecia e contro la Bosnia del prossimo giugno («La priorità sono le nostre qualificazioni») e subito dopo potranno provare l’assalto all’Europeo con l’Under 21, visto che saranno ancora in età. «Di Biagio lo sa, saranno a sua disposizione: l’Italia può provare a vincere anche quell’Europeo».
DE PROFUNDIS? PRESTO Con l’aiuto del campionato sarà più facile: «Non mi preoccupa il dominio della Juve: se una squadra è la migliore, è la migliore. Mi preoccupa che gli italiani giochino di più». Però Mancini rinvia il de profundis al torneo perlomeno fino a febbraio: «Mancano 24 partite, tante. Se fra due mesi la classifica sarà la stessa potremo parlare di campionato già deciso, sì. Ma la Juve sa di non poterselo sentire già in tasca: otto punti sono poco più di due partite e il Napoli che ho visto ieri sera a Bergamo è vivo, è ancora lì. E l’Inter anche, un po’ più indietro ma non molla, anzi mi pare in crescita». E venerdì ha la chance per scompaginare la logica di un dominio finora indiscusso: «Sarà una bella partita, aperta, piena di grandi giocatori. Anche se Ronaldo e Icardi sono quelli che hanno più probabilità di risolverla. Una partita chiave per l’Inter, per la Juve no. Perché se l’Inter dovesse perderla, diventerebbe davvero difficile pensare di recuperare 14 punti».