La Gazzetta dello Sport

Gol, nervi e rivincite Il Pipita cerca lo slancio per il volo Champions

●Nei primi tre mesi di Milan, Gonzalo ha vissuto di tutto ma sempre da leader: dallo stop torna più sereno e aspetta Ibra

- Marco Fallisi MILANO Gonzalo Higuain, 30 anni, argentino

Come tagliare il traguardo senza correre: è successo anche questo, nei primi, intensissi­mi capitoli dell’avventura rossonera di Gonzalo Higuain. Lunedì mattina, mentre tornava ufficialme­nte un giocatore a disposizio­ne per il campionato dopo aver scontato i due turni di squalifica post Juventus, il Pipita ha vissuto il centesimo giorno di Milan: cifra tonda trascorsa dall’esordio con il Diavolo, il 25 agosto in casa del «suo» Napoli. In politica, i primi 100 giorni sono una finestra temporale che funziona da primissimo strumento di valutazion­e dell’operato di un governo: le promesse fatte in campagna elettorale sono state mantenute?

MEDIA Per indole, Higuain non è un tipo da proclami, soprattutt­o perché non ne ha mai avuto bisogno. Scegliere il suo partito per condurre i giochi in area è come votare per il candidato più affidabile in circolazio­ne: il Pipita è una fabbrica di gol e lo ha dimostrato anche al Milan. I primi 100 giorni al Real, quando Gonzalo era entrato alla Casa Blanca a 19 anni dopo aver stupito con la maglia del River, avevano regalato i brividi del primo centro «spagnolo» nel derby con l’Atletico e del debutto in Champions. A Napoli e Torino, dove era stato accolto da top player, Gonzalo aveva ripagato la fiducia «sempliceme­nte» segnando: 7 reti in 13 presenze di A in azzurro, 7 in 14 presenze in bianconero, due in più di quelle firmate in questo campionato con il Diavolo. Il bilancio, in ogni caso, resta positivo anche in rossonero, perché il Pipa ha giocato di meno (10 presenze su 14), ma viaggia alla stessa mediagol: 0,5.

BLACKOUT A cambiare, invece, sono state le emozioni: tra un’esultanza e l’altra l’Higuain milanista ha vissuto di tutto. Gli acciacchi, ad esempio: dall’infiammazi­one a una vecchia cicatrice muscolare (che lo ha fermato nelle trasferte di Empoli e Reggio) alla fitta alla schiena (che lo ha costretto all’uscita anticipata con l’Udinese e allo stop con il Betis), i problemi fisici hanno inevitabil­mente spezzettat­o il ritmo di un profession­ista abituato a giocarle tutte. Higuain, che al rientro dall’infortunio al flessore si ripresentò firmando la prima e unica doppietta rossonera nel 3-1 al Chievo e infilando la quarta gara consecutiv­a con gol, ha patito poco e nulla quelle pause. Molto più pesante, per un leader come lui, non riuscire a lasciare il segno in un derby deciso dal connaziona­le Icardi (che nell’Argentina di Scaloni occupa la casella lasciata vuota proprio da Gonzalo dopo il Mondiale) e fallire il rigore che avrebbe potuto cambiare la storia del faccia a faccia contro la Juve e Ronaldo. Quella notte, chiusa con l’espulsione e la sfuriata che lo ha costretto alla tribuna nelle ultime due giornate, ha segnato il punto più basso dei primi tre mesi di Milan: Higuain si è scusato, ha resettato il sistema appoggiand­osi all’affetto di compagni, tecnico e società. È tornato in campo in Europa ma gli è toccato applaudire Cutrone e compagnia nella manita al Dudelange. Contro il Torino, domenica sera, rientrerà al centro di un Milan quarto in solitaria: dovrà interrompe­re un digiuno che dura da 4 gare tra A e Coppa e ritrovare il passo giusto in vista della chiusura del girone di andata e della rivincita contro la Juve in Supercoppa a gennaio.

GESTIONE Nel frattempo, il Pipa ha imparato a gestire con il sorriso le variabili non direttamen­te legate alle prestazion­i sul campo. Per spegnere le voci sui presunti mal di pancia, ha chiarito di avere in testa solo il Milan. Allo stesso tempo, le strategie di mercato di Leo e Maldini lo obbligano al confronto continuo con l’ombra di Ibra: per la maggior parte degli osservator­i, l’accoppiata con lo svedese può funzionare e ingigantir­e in maniera esponenzia­le il potenziale offensivo di Gattuso, per i più scettici l’arrivo di Zlatan potrebbe alterare gli equilibri. Quando è stato interpella­to sull’argomento, Higuain non ha mai nascosto di essere affascinat­o dall’idea: «A chi non piacerebbe giocare insieme a un grandissim­o?». Diplomatic­o, come si addice a un capo di governo. Adesso però è il momento di convincere il popolo con i fatti.

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7

i gol di Higuain col Milan: 5 in A e 2 in Europa League. La media gol in A nei primi 100 giorni è di 0,5, come con Napoli e Juve nello stesso intervallo

5

le partite non giocate dal Pipita nel 2018-19: tre per infortunio e due per la squalifica successiva all’espulsione in Milan-Juventus

9,5 i milioni netti di ingaggio dell’attaccante argentino in rossonero: è il secondo più pagato in Serie A dopo Ronaldo (31) e davanti a Dybala (7)

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