La Gazzetta dello Sport

Behrami o Mandragora? L’Udinese cerca la soluzione

- Massimo Meroi UDINE

Behrami o Mandragora? Mandragora o Behrami? A Udine da inizio anno si sfoglia la margherita. Premesso che sia con Velazquez prima, sia con Nicola oggi i due hanno anche giocato assieme, dalla scelta di chi piazzare in regia è dipeso spesso il tipo di partita che l’Udinese ha deciso di giocare. Più conservati­va la strategia con lo svizzero davanti alla difesa, più propositiv­a quando è toccato al napoletano.

ESTATE Durante il ritiro estivo, con Behrami a completare le vacanze dopo il Mondiale, Velazquez aveva progettato un’Udinese con il 4-2-3-1 e quindi con Mandragora e Fofana in mediana. Il piano era stato cancellato dopo l’eliminazio­ne in Coppa Italia col Benevento. La virata al 4-1-4-1 ha dato spazio a Behrami e sacrificat­o Mandragora che la mezzala la può fare ma che non vede esaltate le sue caratteris­tiche in una squadra col baricentro basso come l’Udinese di quest’anno. Behrami, nelle due gare della gestione Nicola, ha giocato dall’inizio alla fine con la Roma e ha alzato bandiera bianca dopo 53’ con il Sassuolo complice una distorsion­e alla caviglia. Non potendo disporre contempora­neamente degli infortunat­i Barak, Badu e Balic, Nicola ha arretrato De Paul mezzala, accentrato Mandragora e inserito Lasagna in avanti al fianco di Pussetto. Potrebbe essere questa la soluzione anche domenica con l’Atalanta se lo svizzero non recupererà.

INFERMERIA Il tecnico bianconero continua a ribadire il solito concetto: «Bisogna essere realisti, la praticità al momento viene prima di tutto». In questo senso Behrami rappresent­a quasi una garanzia. Se lo svizzero è in dubbio, per domenica sono invece certe le assenze di altri tre giocatori importanti: Samir, Barak e Teodorczyk. Di questi solo il ceco potrebbe recuperare per la gara con l’Inter.

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