Giocatrici accusano: abusi sessuali Scandalo nella nazionale afghana
●Il sistema coinvolgerebbe allenatori e dirigenti a livello nazionale La denuncia della Popal: «Il sesso era usato come arma di pressione» Inchiesta Fifa
Abusi sessuali, violenze e punizioni cruente. Sembra la fine di una favola a lieto fine, quella della nazionale afghana di calcio. Un raggio di speranza da un Paese in guerra, un sorriso spezzato da una nazione tristemente famosa per l’oscurantismo con cui ha trattato le donne.
SCANDALO Secondo quanto riporta l’Agi, il calcio femminile afghano è stato travolto da uno scandalo riguardante abusi sessuali inflitti alle giocatrici da allenatori e dirigenti federali. Come raccontato dall’ex capitano della Afghanistan Khalida Popal, si tratterebbe di un vero e proprio sistema che coinvolge i vertici del calcio nazionale, tra cui Keramuddin Karim, il presidente della Federazione. Le sue parole sono state confermate anche da altre calciatrici. In un’intervista alla Bbc, Khalida Popal - esiliata in Danimarca dal 2011 per minacce di morte - ha riferito di aver denunciato anni fa alla Federazione le violenze subite da alcune compagne di gioco ma “invece di essere puniti o rimossi i responsabili sono stati promossi”. Secondo l’ex calciatrice, il sesso usato come arma di pressione sulle giocatrici ha coinvolto “personalità potenti con stretti legami col governo”. Le sue parole hanno fatto sì che anche altre atlete trovassero il coraggio di raccontare i soprusi subiti. Diverse calciatrici hanno infatti confermato di essere state costrette a offrire il loro corpo come merce di scambio per giocare nella Na- zionale. “Fammi vedere quanto sei bella perché solo le ragazze splendide faranno parte della squadra”, questa la frase ripetuta alle atlete, poi ricattate. In passato aver puntato il dito su potenti funzionari sportivi ha portato alla cacciata di nove giocatrici.
INCHIESTA DELLA FIFA Quest’ultime si sono poi rivolte alla Fifa, che nei giorni scorsi ha aperto un’inchiesta. A Kabul il presidente Ashraf Ghani ha parlato di «profondo choc nazionale», mentre l’ufficio della Procura generale ha aperto una sua propria indagine. Lo scandalo è arrivato anche in parlamento, con interrogazioni aperte nelle due camere di Kabul.