SIAMO SICURI CHE IL RITIRO FUNZIONI?
Lazio e Bologna provano il provvedimento anti-crisi
Il ritiro punitivo, da che calcio è calcio, rappresenta l’estremo tentativo di evitare che tutto crolli. E come tale viene spesso invocato dai tifosi delusi per una serie di sconfitte o adottato da presidenti e dirigenti che, non sapendo quali altri pesci pigliare, si affidano a questo strumento nella speranza che la barca si raddrizzi. I fratelli Inzaghi, Simone con la Lazio che non ingrana e Pippo con il Bologna che ristagna in terz’ultima posizione (anche se ieri si è risollevato in Coppa Italia), stanno sperimentando sulla loro pelle gli effetti di questa medicina, ma prima di loro molti altri allenatori, quasi tutti, sono passati attraverso questo rimedio.
Detto che si tratta di un provvedimento-limite, che mette a nudo anche qualche carenza dirigenziale, ci si chiede: il ritiro punitivo ha effetti positivi sui calciatori? La Roma, all’inizio di questo campionato, per ordine del presidente Pallotta si è chiusa nel segreto di Trigoria, ha vinto il derby contro la Lazio, Dzeko ha dichiarato che «i giorni di ritiro ci hanno fatto bene, finalmente ora tutti sono uniti», e poi vai a guardare la classifica e scopri che i giallorossi sono al settimo posto e continuano a stentare. Nel dicembre del 2017 toccò al Milan, subito dopo l’arrivo di Gattuso in panchina, e anche in quel caso i risultati non furono esaltanti. Pochi mesi prima, nella primavera del 2017, fu l’Inter a tentare questa strada. Era la fine di aprile, con un duro comunicato la società spiegò: «I calciatori sono chiamati a rappresentare la nostra maglia con orgoglio e onore». Qualche giorno più tardi, dopo un’altra sconfitta, venne esonerato l’allenatore Stefano Pioli, ma l’obiettivo di qualificarsi in Europa non fu centrato.
Soltanto la Juve, negli ultimi anni, va in controtendenza. Nell’autunno del 2015 i bianconeri barcollavano, i dirigenti li chiusero in ritiro, Buffon alzò la voce, il gruppo di Allegri si ricompattò e inanellò un’impressionante serie di vittorie. Chi conosce i proverbi, tuttavia, sa che «una rondine non fa primavera». I ritiri, dunque, possono abbassare la temperatura del corpo, ma non curare le cause dell’influenza.