Il Palermo di chi è? «I veri proprietari per ora anonimi»
● Richardson&co. in città: ma restano tanti dubbi Zamparini consulente: «Aiutateli, non indagateli»
La versione british del Palermo si è presentata in città senza spazzare via molta della nebbia che aleggia intorno all’operazione per il passaggio di proprietà del club. C’erano tutti gli attori della vicenda: Clive Richardson, a.d. Global Futures Sports Entertainment, Maurizio Belli, che ha curato la trattativa, David Platt, uno dei consulenti sportivi scelti per l’avventura e Maurizio Zamparini per il passaggio di testimone. Sono mancate, invece, alcune risposte. Prima di tutto in merito alla nuova proprietà, alla società che ha acquistato il Palermo, perché non è la Global Futures Sports Entertainment, come era stato invece detto dai britannici a una web tv. Si tratta, infatti, di una compagnia che rappresenta una parte d’investitori che confluiranno in una società e che vogliono ancora restare anonimi. Non è stata data indicazione sui programmi, dal nome di un presidente alla composizione del Cda fino ai ruoli dirigenziali. E’ stata una presentazione caratterizzata da molti «non lo possiamo ancora dire».
WORK IN PROGRESS Alcune cose ha provato a spiegarle Richardson, altre Belli, ma bisognerà aspettare. «Non c’è un singolo proprietario, non è possibile per noi dare ulteriori informazioni sull’organigramma — spiega Richardson — ma verrà fuori a tempo debito. Comunque non ci sarà un singolo proprietario». Mentre alla domanda se alla fine figurerà una società che detenga il 100% del Palermo la riposta è stata «yes». Ha provato a essere più chiaro Belli, l’a.d. di Financial Innovation (l’Advisor). «Ci sono degli iter burocratici relativi agli investitori — spiega — alcuni di questi sono quotati in Borsa e hanno chiesto il massimo riserbo perché non avvengano delle ricadute sui mercati finanziari». Lo stesso Belli, poi, ha preso la scena al posto di Richardson, in merito al costo dell’operazione per l’acquisizione del Palermo, fissata al prezzo simbolico di 10 euro per via dell’acquisto di Mepal, proprietaria del marchio, che ha un debito residuo nei confronti del club di 22,8 milioni di euro destinati a entrare nelle casse sociali. Anche se in realtà la Mepal fa parte di Alyssa, società che sarebbe la reale debitrice. Anche i tempi in cui confluiranno questi soldi dipendono da alcune variabili. «L’acquisto riguarda Mepal, riguarda il Palermo e il tempo con cui questi soldi rientreranno è definito dalle esigenze dell’azienda — spiega Belli — Si farà fronte a tutti gli impegni a breve e del mercato di gennaio. La struttura finanziaria potrebbe essere definitiva in varie forme tecniche, compreso l’accollo».
BUDGET L’obiettivo è la A, si parla di un budget di 20 milioni, per una trattativa che non ha spaventato gli acquirenti, nonostante le notizie sul fronte giudiziario attorno al Palermo. «I 20 milioni servono a fare fronte agli sviluppi — continua Belli — Certe situazioni sono state esaminate nel dettaglio, per capirne i rischi. È servito tempo per dare serenità a chi doveva investire. Non possiamo dare altre informazioni».
CONSULENTE Zamparini ha chiuso il suo ciclo con un monologo iniziale, ammettendo che resterà da consulente. «Non ho mai fatto riciclaggio o fatture false. Ci sono state difficoltà nel cedere il club, tra istanza di fallimento e mia immagine data dai giornali. Sono orgoglioso di quello che sono e spero mi accettiate per il futuro anche senza essere il proprietario, perché mi hanno chiesto una mano per una consulenza per la società di Londra e lo farò gratuitamente. Ho trovato chi continuerà il mio lavoro. Vi esorto ad aiutarli, non a indagarli».
LO SCENARIO
La Global Futures è solo rappresentante di una parte dei nuovi investitori
Rimane il mistero sull’organigramma: «La società non sarà di una sola persona»