La Cagnotto si rituffa E con la Dallapé è già il sincro delle mamme
Riecco il tuffo di Tania Con la Dallapé è nato il sincro delle mamme
Maya e Ludovica sanno quello che fanno, mamma Tania e Francesca: infatti non strepitano, non si agitano, partecipano diligenti alla rifondazione della premiatissima coppia dei tuffi Cagnotto-Dallapé. Le bimbe hanno appena 10 e 17 mesi, ma hanno già capito tutto: ieri nel battesimo pubblico è come se avessero aderito al progetto, cui partecipano il capo allenatore azzurro Oscar Bertone, il grande regista Giorgio Cagnotto, l’allenatrice di Francesca, Giuliana Aor, il preparatore atletico Sergio Bonvecchio, la psicologa Daniela Cavelli. E le nonne, soprattutto. Carmen Casteiner, dopo aver provato fino a settembre a dissuadere la figlia Tania, adesso è serena, per non dire felice, e ammette: «È giusto che ci provino, non voglio che abbiano rimpianti». Il primo allenamento con tanto di tuffi obbligatori eseguiti a pennello, è un tuffi-party dove non si mangia nè si brinda, ma si parla di panini: «Ogni tanto le dico di mangiarne qualcuno, tant’è magra» scherza Tania parlando di Franci, la trentina alla quale si deve il merito. Se questo party della rifondazione è stato reso possibile è grazie a lei, che ha convinto la compagna, l’ha fatta vacillare, l’ha riportata in piscina, le ha ritrasmesso il brivido che si prova dal trampolino. Prima o poi, quel doppio e mezzo carpiato tornerà ad essere un cavallo di battaglia, e il triplo e mezzo rovesciato pure.
FISICO Ma ora conta che si assesti tutto il resto, le gambe elastiche di Tania dicono che la forza è tornata, la testa è libera, gli allenamenti da 3 settimanali diventano da ieri quotidiani e il debutto alle gare - tra il 22-24 febbraio in Coppa Tokyo, oppure il 29-31 marzo agli assoluti invernali, se non a quelli estivi del 24-26 maggio, prima del Grand Prix di Bolzano del 14-16
CI DIVERTIAMO, C’È LO SPIRITO GIUSTO. POI IN FUTURO SI VEDRÀ...
GIORGIO CAGNOTTO TECNICO, PAPÀ E E NONNO giugno - è ormai definito. Le due mamme-tuffatrici sono chiamate a scrivere un’inedita saga olimpica verso Tokyo 2020. Corrono dopo aver simulato un tuffo vero con le rispettive figlie, prima del pisolino, dentro una palestra in cui i pensieri prendono la forma dei 5 cerchi a leggere un poster. «La forza della sintonia e dell’interconnessione si trasforma in successo. Ovunque tu sia». Magari Tania e Franci gireranno il mondo un po’ meno, ma l’appuntamento c’è già: se ne parlerà almeno fino alla primavera del 2020, quando, finite le qualificazioni olimpiche, il dado sarà tratto. Nel frattempo vedremo se ad arrendersi saranno le «vecchiette» (Tania ha 33 anni, Francesca 32) o le emergenti campionesse europee Elena Bertocchi e Chiara Pellacani (24 e 16). Un derby azzurro ad eliminazione. Al «Bentornate mamme», Giorgio Cagnotto aggiunge chiarezza: «Ci divertiamo, c’è lo spirito giusto. Ci tengo a dire che non c’è nessuna rivalità, fa bene al settore perché mi rifaccio ai tempi miei e di Dibiasi, in cui mi si diceva “ah, ma tu con Klaus...”: la concorrenza portava a gare ad alto livello. E quando andavamo all’estero eravamo competitivi. Lo sport va preso anche per questo, se vinci o perdi. Se le veterane vedranno che le altre ● sono più brave penseranno: “Tocca a loro”. Non sono animate da spirito di rivalità. È una sfida serena: “Se non ci battete, allora noi ci siamo”». Poi Giorgio, nella triplice veste di tecnico, papà e nonno, sale sul trampolino a girare un video. Giorgio era contrario a questo ritorno, ma dopo aver visto Tania e Francesca così battagliere sta riprovando l’adrenalina giusta. Come l’allenatrice storica della Dallapè, Giuliana Aor, che ogni tanto prende in braccio Ludovica: «Dovremo fare anche le baby sitter - sorride - ma non bisogna distruggere il loro sogno, e se non ce la faranno si saranno divertite».
EMOZIONI La Dallapè ieri mattina s’è svegliata in palla come ai bei tempi: «È come se dovessi andare ad una gara - racconta mi sono emozionata davvero: un conto è dirlo, parlarne, ma ora che diventa tutto pianificato... Sono felice di riprendere questo percorso. Sono una testarda. Sapevo dentro di me che Tania avrebbe ceduto, a settembre mi diceva titubante “non so se ce la faccio” ora la vedo puntuale, organizzata. A Rio s’è chiusa una parentesi, vedere che le bimbe ci guarderanno, la gente che spinge con l’affetto, è un bel messaggio che lanciamo. È come tornare bambine: mi sembra tutto nuovo, magico, è come avere un regalo da scartare a Natale. Non è tutto così facile, dietro c’è un grande lavoro». Non ditelo a Tania, SONO TESTARDA, SAPEVO DENTRO DI ME CHE TANIA AVREBBE CEDUTO
FRANCESCA DALLAPÈ NAZIONALE SINCRO
●Le piccole Maya e Ludovica spettatrici a bordo vasca La Cagnotto: «Pensavo fosse folle e invece eccoci qui»