La Gazzetta dello Sport

Verona e la storia Servono i bomber per ritornare in A

●C’è sempre un grande uomo-gol nelle promozioni dell’Hellas: ora tocca a Pazzini e Di Carmine

- Matteo Fontana VERONA

Dove vai se il bomber non ce l’hai? A dirla tutta, il Verona di attaccanti dalla notevole potenza di fuoco ne ha più d’uno, considerat­o che nella rosa a disposizio­ne di Fabio Grosso ci sono Samuel Di Carmine e Giampaolo Pazzini. In una squadra che è scivolata fuori dalla zona playoff, l’insegnamen­to che viene dalla storia è chiaro: per la promozione servono gli stoccatori.

CAMPIONI Nei Verona che sono saliti di categoria c’è sempre ● I gol realizzati dal Verona (16 sul campo, 3 a tavolino) nelle 13 partite finora disputate. Oggi in Serie B ci sono sei squadre che ne hanno segnate di più

stata un’abbondanza di grandi finalizzat­ori. Daniele Cacia, con i 24 gol siglati nel 2012-13, detiene il record di miglior marcatore dell’Hellas in una singola stagione. Ne ha fatti 23, due campionati fa, Pazzini, che resta, pure adesso, il capocannon­iere della squadra. Gianni Bui, con 13 reti, contribuì in maniera decisiva alla conquista del trionfo per l’Hellas nel 1967-68. Ne bastarono 9 a Gianfranco Zigoni nel 1974-75, con il Verona che dovette

giocarsi tutto allo spareggio con il Catanzaro, vinto per 1-0 a Terni. Fabrizio Cammarata venne esaltato dal visionario 4-2-3-1 di Cesare Prandelli: 15 reti, era il 1998-99. I nomi da pelle d’oca vanno indietro fino alla prima volta in cui arrivò la Serie A. Nel 1956-57, Vittorio Ghiandi, genovese di Rivarolo, ne mise 10 e, con il supporto in attacco dell’ala-mignon – 1 metro e 60 la sua altezza – Franco Bassetti (9 gol) e del talento locale Cesare Maccacaro (7), con la carica agonistica, in mediana, di Franco Frasi, fece sussultare di gioia la città. Una strana coppia, composta dall’agile Davide Pellegrini e dal centrocamp­ista svedese Robert Prytz, fisico pingue e piede goniometri­co, rispettiva­mente con 11 e 10 reti a testa lanciarono il Verona alla promozione nel 1991, benché la società fosse fallita.

RIMONTE A incoraggia­re l’Hellas certi confronti con il passato che spiegano come la scintilla scocchi all’improvviso, per scatenare rimonte a suon di gol. Lo stesso Bui aveva totalizzat­o, dopo quattordic­i giornate, solamente due reti. Poi venne il lieto fine. Gli infortuni tagliarono fuori per poco meno di un girone Domenico Penzo, nel 1981-82, e Totò De Vitis, nel 1995-96. Fu, in ambedue i casi, Serie A: Penzo siglò 15 gol, De Vitis 13. Determinan­te, in assenza dei due tiratori scelti, fu l’apporto degli altri attaccanti. Mauro Gibellini ne fece 6, finché Penzo non rientrò, e furono 13 al termine del campionato. Fabrizio Cammarata, Nicola Zanini e Stefano Ghirardell­o, poi ceduto, a novembre 1995, allo Spezia, si distribuir­ono il carico con De Vitis fuori. Il ritorno di Totò, un califfo del gol, cambiò tutto. Nel Verona di oggi l’affinità con la porta è flebile, eppure gli interpreti ci sono. Se a viaggiare in classe élite sono il Brescia di Donnarumma e Torregross­a, il Lecce di Palombi e La Mantia (con Mancosu), il Palermo del trio Nestorovsk­i-Trajkovski-Puscas e il Pescara di Mancuso (e Monachello), il richiamo alla dura legge del gol non è mai un errore.

1 9

9

● I marcatori del Verona: si tratta di Pazzini (4); Caracciolo, Di Carmine, Henderson e Zaccagni (2); Almici, Colombatto, Laribi e Matos (1)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy