HO CORSO CON VERSTAPPEN E SO COME BATTERLO, E UN GIORNO...
Aggrappati ai figli d’arte: se la Red Bull si trova in questa situazione con Max Verstappen, che attende solo di avere tra le mani una vettura competitiva per sfidare Lewis Hamilton e Sebastian Vettel per il bersaglio grosso rappresentato dal Mondiale; la McLaren, orfana di Alonso, si affida a Carlos Sainz, il figlio del due volte campione del mondo rally che con quattro stagioni ormai alle spalle è da catalogare tra i giovani più esperti. Il 24enne spagnolo nel giro di tre anni è passato da Faenza a Woking attraverso Enstone, il quartier generale della Renault, che insieme a Ferrari e Mercedes è l’unico team di una casa automobilistica presente oggi nei GP.
Sainz, partiamo da una domanda scomoda: lasciare la Renault è stata una bocciatura?
«No, perché quando ho detto addio alla Toro Rosso a metà del 2017, sapevo che le mie opportunità di passare alla Red Bull sarebbero calate. E’ stato come lasciare una famiglia. Ma sono felice di passare alla McLaren, che, pur non essendo un team ufficiale, costituisce un pezzo di storia della F.1 e dopo la Ferrari è il più vittorioso».
Non la spaventa che Alonso ad un certo punto si sia arreso e abbia deciso di cambiare aria?
«La realtà è che c’è un senso di frustrazione generale da parte di chi non guida una Mercedes o una Ferrari. Solo le Red Bull ogni tanto sono riuscite ad inserirsi grazie al loro incredibile telaio. Ma io sono fiducioso, la McLaren quest’anno ha compreso che con lo stesso motore di Red Bull e Renault non stava facendo un buon lavoro. Così ha resettato tutto e ha iniziato a battere un’altra via col desiderio di tornare al top. Anche se nessuno sa quanto tempo ci vorrà».
Lei conosce bene Fernando, vi siete confrontati?
«Sì e mi ha parlato della scuderia in termini lusinghieri. Se lo dice lui...».
E allora perché non è rimasto? Forse perché non ha più tempo per aspettare?
«Sì adesso è molto difficile vincere. Ma io sono giovane e posso permettermi di partire con un progetto quasi da zero ed esserne leader».
Ma quando si è così indietro non sarebbe meglio avere nel team due piloti esperti? Lei, invece, dovrà fare da chioccia a Norris che debutta in F.1.
«Ma Lando ha già disputato alcune sessioni di libere ai GP e ormai i debuttanti arrivano pronti. Pensate a me, Verstappen, Leclerc. Bastano un paio di gare per imparare e dopo sei già al limite della macchina».
Non le avrebbe dato più gusto sfidare Verstappen nello stesso team?
«L’ho già fatto alla Toro Rosso e so che cosa fare per batterlo. Ma non è stato facile neppure COMPAGNO IN TORO ROSSO IRIDATO RALLY NEL 1990 E 1992