La Gazzetta dello Sport

Paulo Sousa «Mi rivedo in Pjanic E Spalletti...»

IL DOPPIO EX LEGGE LA SFIDA DI DOMANI: «PUÒ CAMBIARE MOLTO PIÙ PER SPALLETTI CHE PER ALLEGRI. IN SERIE A VEDO UN APPROCCIO DIVERSO, ORA È PIÙ OFFENSIVO»

- di ANDREA ELEFANTE

«L’Inter fa progressi, Juve mai così forte ma da allenatore ho sofferto più Luciano di Allegri Io pronto a tornare in Italia»

P aulo Sousa, domani JuveInter: vista da fuori, ha lo stesso sapore di quando la giocava lei, più di vent’anni fa?

«In un certo senso, ma i ruoli si sono ribaltati: quando arrivai alla Juve non vinceva da nove anni, l’Inter non vince da otto».

Quanto è vicina Juve-Inter al meglio del calcio italiano?

«La metterei diversamen­te: mi pare di vedere che il calcio italiano si stia sforzando di migliorare, di proporre un gioco più offensivo, e questa partita può essere un segnale del cambiament­o di approccio. A me piace il pragmatism­o italiano del cercare anzitutto il risultato attraverso la ricchezza tattica, ma vent’anni fa tutti volevano giocare in A per la bellezza del suo calcio. E per me bellezza è difendersi bene, ma prima ancora esporsi per attaccare».

La sua anti-Juve, a fine agosto?

«Non una sola. Il Napoli, la Roma, anche il Milan e sicurament­e l’Inter: ha un leader esigente come Spalletti e la Champions le ha permesso investimen­ti per far crescere la rosa dal punto di vista fisico, tecnico, di esperienza e mentalità vincente».

Allenando in Cina ha conosciuto più da vicino l’impero Suning.

«E ho capito che per Suning investire nel calcio italiano, che lì è il più seguito, era un mezzo quasi obbligato per accrescere la sua potenza».

Eppure quest’anno vincerà ancora la Juve, pare di capire

«Probabilme­nte sì. Credo che la Juve non abbia mai avuto una rosa così forte per numero, qualità e diversità dei giocatori: può cambiare sistema di gioco come e quando vuole; Allegri ha una grande capacità, tiene sempre acceso il fuoco in tutti i suoi; il club crea l’equilibrio che fa andare tutti nella stessa direzione. No, non credo che la Juve calerà».

Quindi questo Juve-Inter non cambierà nulla?

«Non per la Juve, molto di più per l’Inter: può convincerl­a di poter tenere, in 90’ e poi in tempi relativame­nte brevi, il passo della Juve. La rosa che sta costruendo è per camminare un po’ alla volta in questa direzione».

Quanto tempo servirà per «raggiunger­e» questa Juve?

«Non è solo questione di tempo: devi cambiare il meno possibile, anche a livello di club e di chi, nel club, conduce il progetto sportivo. L’Inter negli anni ha cambiato tanto, non so se la scelta di Marotta sia mirata in questo senso».

Puro parere calcistico: cosa manca all’Inter per avvicinars­i?

«Un esterno forte, un cambiapart­ita: sinistro o destro, ma che salti l’uomo, rompa la pressione per andare fra le linee o a crossare».

E Perisic?

«Affidabile nelle due fasi: potenza, verticalit­à, calcio con i due piedi, può diventare anche una seconda punta. Ma l’esterno che dico io è più “puro”».

Potrebbe essere Chiesa, che lei fece esordire in A?

«Federico ha grande capacità esplosiva e l’uomo lo punta, sempre».

Per il suo futuro: meglio l’Inter o la Juve, nel caso?

«La Juve ha già due giocatori per ruolo di grandissim­a qualità: non posso sapere quanto lo farebbe giocare Spalletti, ma credo che nell’Inter potrebbe diventare più importate. E trovare una squadra che crea tante occasioni da gol: ovvero ciò che aumenta la capacità realizzati­va di un giocatore che ha gol nei piedi come Federico».

Possiamo definire «suo» anche Bernardesc­hi.

«Alla Juve ha fatto il salto di qualità: non avevo dubbi. Noi allenatori non possiamo essere così egoisti da pensare di poter far crescere da soli i giocatori: conta anche l’entourage calcistico e la Juve fa maturare tutto ciò che di buono un giocatore ha».

Da allenatore cosa ha sofferto di Allegri e Spalletti?

«Ho sofferto di più Luciano: era più versatile nel decidere quale sistema di gioco usare, quanti giocatori destinare alle varie linee. La sua valorizzaz­ione dei ragazzi che allena la vedo nella fase offensiva: con quella cercava di mettermi in difficoltà. Nelle partite contro Allegri eravamo sempre riusciti ad avere controllo nei cinque momenti che giudico fondamenta­li: organizzaz­ione offensiva e difensiva, transizion­e a pallone perso e recuperato e calci da fermo. Però soffrimmo la capacità di fare la differenza dei suoi giocatori più forti».

IL PASSATO

«Sarei rimasto alla Juve per tutta la carriera, forse sbagliai a scegliere l’Inter: il gioco di Simoni non era il mio»

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 ??  ?? Paulo Sousa alza la Champions vinta con la Juve nel 1996 LIVERANI
Paulo Sousa alza la Champions vinta con la Juve nel 1996 LIVERANI
 ??  ?? MEGLIO DUE PORTOGHESI CHE UNO PER VINCERE LA CHAMPIONS...SU JOÃO CANCELO LATERALE DELLA JUVENTUS
MEGLIO DUE PORTOGHESI CHE UNO PER VINCERE LA CHAMPIONS...SU JOÃO CANCELO LATERALE DELLA JUVENTUS
 ??  ?? IL NUMERO UNO: CONTINUITÀ UNICA NEL PREPARARSI A VINCERESU CRISTIANO RONALDO ATTACCANTE DELLA JUVENTUS
IL NUMERO UNO: CONTINUITÀ UNICA NEL PREPARARSI A VINCERESU CRISTIANO RONALDO ATTACCANTE DELLA JUVENTUS
 ??  ?? POCHI SANNO COSTRUIRSI DA SOLI PALLE-GOL COME FA LUISU MAURO ICARDI ATTACCANTE DELL’INTER
POCHI SANNO COSTRUIRSI DA SOLI PALLE-GOL COME FA LUISU MAURO ICARDI ATTACCANTE DELL’INTER
 ??  ?? QUALITÀ, MA NON È L’ESTERNO PURO CHE SERVIREBBE ALL’INTERSU IVAN PERISIC ATTACCANTE DELL’INTER
QUALITÀ, MA NON È L’ESTERNO PURO CHE SERVIREBBE ALL’INTERSU IVAN PERISIC ATTACCANTE DELL’INTER

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