La Gazzetta dello Sport

Il mondo Zaniolo nell’era dei social

12 I SEGRETI DEL BABY TALENTO DELLA ROMA

- di GIUSEPPE GIANNINI

Diciamoci la verità, Nicolò Zaniolo è davvero una delle sorprese più belle di questo inizio di stagione. Per qualità e fisicità, ma anche per carattere e personalit­à. Sorpresa, però, fino a un certo punto, perché poi la Roma la scorsa estate era andata a prendere un nazionale Under 19 vicecampio­ne d’Europa, non un Primavera qualsiasi. Insomma, se è vero che Zaniolo non aveva ancora mai messo piede in un campo di Serie A, è anche vero che le prospettiv­e erano a dir poco interessan­ti. E oggi, a conti fatti, anche l’operazione che ha portato alla cessione di Radja Nainggolan all’Inter e al suo arrivo (insieme a quello di Santon) alla Roma assume dei connotati completame­nte diversi. Se poi sarà un’operazione davvero vincente o meno lo vedremo solo con lo scorrere del tempo, di certo in questo momento non è stata un’operazione a perdere come qualcuno pensava invece potesse essere.

A me Zaniolo piace, davvero. Perché ha qualità abbinata a determinaz­ione e grinta. Qualcuno dice che mi assomiglia? Io in realtà ci vedo più Kevin Strootman. Per movimenti, per come sta in campo e per come tocca la palla quando ce l’ha tra i piedi. Nel complesso mi ricorda proprio l’olandese, anche se non ha sua stessa faccia cattiva. Tra l’altro, secondo me è più una mezzala che un trequartis­ta. O, almeno, mi piacerebbe vederlo assiduamen­te lì per poterlo valutare nel suo complesso. Del resto, mi sembra che nelle nazionali azzurre giocasse quasi sempre da interno o, in caso di necessità, da quarto di centrocamp­o. Secondo me, infatti, da mezzala può rendere ancora meglio, perché partendo da dietro vede meglio la porta, ha una prospettiv­a frontale per l’eventuale inseriment­o e può sfruttare ancora meglio il suo tiro. Già, perché Zaniolo mi sembra che abbia anche un gran bel tiro, cosa che lo rende ancora più completo come giocatore. Da trequartis­ta, invece, può perdere qualcosa, perché non è velocissim­o nei primi passi. Rispetto a Lorenzo Pellegrini e Pastore, però, in quel ruolo mi sembra che abbia più confidenza con l’assist, con la palla gol.

Certo, Roma a volte è tentacolar­e, è vero. Può farti sentire in paradiso in un attimo come, allo stesso tempo, farti tornare immediatam­ente dietro il palcosceni­co. Adesso è un momento importante. Nicolò deve essere bravo a saper gestire tutto, sia gli aspetti positivi sia quelli negativi. Restando con i piedi ben saldi per terra, senza fare voli pindarici e sognare chissà quali traguardi. La parola d’ordine è lavorare e cercare di essere sempre concentrat­i sull’obiettivo. Perché Zaniolo è forte, ma deve ancora dimostrarl­o fino in fondo.

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