La Gazzetta dello Sport

Cappioli tifa da Bali «Cagliari-Roma, sfida tra le due mie donne»

●Il doppio ex dall’Indonesia tra passato e presente «De Rossi lo vedo bene in panchina, Totti no: è troppo buono»

- Chiara Zucchelli ROMA

In tanti ancora ricordano quando una mattina di quasi 25 anni fa, Mazzone girava come un pazzo per Trigoria perché non trovava Cappioli. Quando lo scovò, impegnato a chiacchier­are con una bionda, non si fece problemi a mandar via la signorina: «A Cappio’, che dovemo fa? Viette a allena’». I presenti risero tutti, Massimilia­no Cappioli un po’ meno: «Mazzone è un padre, lo sento anche da qui». Qui è Bali, Indonesia, dove Cappioli vive otto mesi l’anno, poi si divide tra Ibiza, Roma e la Sardegna. Cagliari gli è rimasta nel cuore, ecco perché la sfida di domani la vedrà con occhi diversi. Anche se sarà notte fonda: «Nessun problema, al 90’ mi rimetto a dormire».

Cagliari-Roma per lei cos’è?

«La sfida tra le mie due donne. Cagliari ha rappresent­ato la migliore amica, quella che ti coccola nel momento del bisogno. Roma è stata il grande amore, che quando lo incontri dici: “Ok, mo’ me fermo”».

Ma non si è fermato a Trigoria.

«Quando mi dissero che dovevo andare in Sardegna ci rimasi malissimo perché pensavo che la società stesse fallendo. Invece Cagliari è stata la mia fortuna, siamo passati dalla C all’Europa, ero amato e stimato».

Della squadra di oggi chi le piace?

«Cragno e Barella, due giovani bravi. Non è che ce ne siano molti in Italia, ai tempi miei sì».

Dopo Cagliari tornò alla Roma e realizzò il suo sogno: un gol al derby.

«Sono nato romanista e morirò romanista. E’ più difficile fare il tifoso che il calciatore: oggi spero che la Roma arrivi almeno quarta, con le milanesi attrezzate è dura».

Si aspettava Di Francesco allenatore?

«Sì, perché i centrocamp­isti hanno sempre un occhio diverso. De Rossi, infatti, me lo immagino in panchina».

E Totti?

«No, troppo buono. E poi già deve combattere col cervello suo, figuriamoc­i con quello di altri... A parte le battute, se avesse voluto avrebbe già iniziato. Lui le cose le capisce prima, a 18 anni già sapeva che sarebbe diventato Totti».

Anche lei è stato centrocamp­ista: non pensa di tornare da Bali per allenare?

«Non ci penso proprio. Sto qui con la mia compagna Radna, abbiamo una casetta con piscina, mi tengo in forma giocando a calcio e quando mi va torno a Roma, oppure vado ad Ibiza o in Sardegna. Insomma, dove c’è il mare io sto bene».

Lei è stato uno dei primi calciatori ad avere una fidanzata come showgirl, Adriana Volpe. Che ricordi ha di quel periodo?

(Ride) «Diciamo che non era semplice, i tifosi ci rompevano le scatole, adesso invece è tutto normale, tutti co ‘sti social... Però io non ero un santo, avevo troppi pensieri in contempora­nea, diciamo così. Però la storia dei tifosi che mi trovano appartato in macchina e mi dicono di tornare a casa non è vera, sfatiamo questa leggenda».

Ultima domanda: come finisce Cagliari-Roma?

«I miei amici sardi mi perdonino, ma vince la Roma. Una cosa è l’affetto, e io per Cagliari ne ho davvero, un’altra l’amore».

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