Una piovra in difesa Così capitan Chiello agguanta ogni palla
●Impeccabile: stacco di testa, tackle, anticipo Quando c’è l’Inter, il Briegel di Livorno s’illumina
ALivorno lo chiamavano Briegel, vai a sapere perché proprio Briegel. Perché all’epoca correva sulla fascia forse, perché era essenziale, perché non mollava niente e badava al risultato proprio come faceva Briegel. Ma Giorgio Chiellini ormai è molto più di Briegel, e chi lo avrebbe detto nei bar dell’Ardenza. Superati i trent’anni, Chiellini è ormai la quintessenza della juventinità. Piovono solo complimenti sulla sua testa, quella testa che contro l’Inter ha sfiorato anche il gol, una testa da leader. «Un professore, potrebbe insegnare ad Harvard», ha detto Mourinho a Old Trafford. «Non hanno soltanto CR7, hanno anche GC3», ha avvertito Luciano Spalletti alla vigilia di questa Juve-Inter. Elogi erano pervenuti anche da Pioli la settimana scorsa. L’allenatore Allegri è andato oltre. «È il difensore più forte del mondo con Sergio Ramos». E non si tratta di orgoglio livornese.
IL PROFESSORE Certo, i due parlano la stessa lingua e sono cresciuti a quasi vent’anni di distanza sulle stesse spiagge. Sono partiti da Livorno allo stesso modo, poi la carriera di Giorgio ha preso il volo e proprio sotto la direzione d’orchestra di Allegri ha raggiunto l’apice. Perché non è stato sempre così elogiato, Chiellini. Per anni ha vissuto in simbiosi e in un certo senso nell’ombra di Bonucci e dei suoi lanci eleganti, per anni è stato accusato di fare la chiellinata nel momento meno opportuno. Ma Giorgio è un tipo che studia e non ha mai smesso di farlo: si è laureato in Economia e anche in economia della partita, è il tipo che non si risparmia mai ed è stato naturale che raccogliesse la fascia di capitano da Buffon, anche in Nazionale. Pensare che da ragazzo è stato vicino all’Inter, pensare che un paio di volte ha rischiato di lasciare la Juve. «Per fortuna non è successo», dice lui. Chiellini ha il bianconero sottopelle, tanto quanto Sergio Ramos ha il bianco meringa del Real Madrid nel sangue. Allegri li ha accomunati per la bravura, ma non è l’unica cosa che hanno in comune.
LA RIVALITÀ L’ultima volta che la Juve ha incontrato l’Inter, nella stagione passata, Giorgio l’aveva seguita dalla panchina, perché era infortunato. Studiava da capitano, come si vide nel caos finale. C’è quasi sempre un caos finale, quando Juve e Inter si incrociano. Stavolta è stato un caos calmo e Chiellini lo ha governato bene fino all’ultimo minuto. Ha sfiorato il gol, ha tenuto a bada Icardi, ha aiutato i compagni a sigillare il risultato e probabilmente il campionato, anche se non lo dirà mai. «Fino alla fine» è un motto che gli sta alla perfezione. Fino alla fine resterà concentrato sul campionato, senza contare i punti, nonostante sappia contare bene. Vincere più campionati possibile è la sua mania, la Champions League gli piace, ma il campionato è il suo giardino. Molto juventino, anche in questo. Quando vede nerazzurro si illumina e se n’è accorto Icardi, una volta di più. Certo, la Juve ha avuto terzini più belli e difensori più eleganti. Certo, Ronaldo è fisicamente perfetto, ma Chiellini è il modello Juve al 100% e nessuno osa più far battute sui suoi piedi poco delicati. Adesso si parla dell’arte del tackle e dell’anticipo, per non parlare dello stacco di testa. Altro che piedi ruvidi.