La Gazzetta dello Sport

MODRIC, CR7 E TUTTE LE CONTRADDIZ­IONI DI QUEI PREMI

I riconoscim­enti nel calcio

- Di FABIO LICARI twitter: @fabiolicar­igaz

Davvero Florentino è così potente da influenzar­e Best Fifa e Pallone d’oro, così da punire Cristiano Ronaldo che l’ha sedotto e abbandonat­o? Pare una di quelle dietrologi­e in cui siamo bravissimi, ma la realtà è che nel 2018, tutto compreso, Modric ha fatto di più. E anche Griezmann. Piuttosto è stato CR7 a indispetti­re le giurie, non presentand­osi quando ha capito che non avrebbe vinto. Gesto non all’altezza della sua profession­alità, lei sì, da Pallone d’oro a vita.

Dire che Ronaldo meritava perché «migliore» è un po’ contraddir­si: nel 2010 Messi era il migliore in senso assoluto, e vinse, ma noi in Italia protestamm­o perché Snejder era stato molto, molto più decisivo con Inter e Olanda. Anche in Spagna mugugnaron­o: Iniesta, suo il gol nella finale mondiale, aveva fatto di più. Il premio dovrebbe essere un equilibrio tra valore assoluto, prestazion­i e risultati. Più l’inevitabil­e soggettivi­tà del votante.

Oggi esistono tre premi (troppi?) con relative contraddiz­ioni. Il Player of the Year Uefa ha incoronato Modric spiegando che era stato lui il più bravo dell’anno. Un momento. Il premio riguarda, dovrebbe riguardare, «soltanto» la Champions. Il resto — Mondiale e campionati — non c’entra, altrimenti non esisterebb­e anche quello per il migliore di Europa League, no? Nyon farebbe bene a chiarire l’equivoco. E, valutando soltanto la Champions, sarebbe stato giusto inchinarsi a Ronaldo, decisivo come nessuno. Così ha scelto Alberto Cerruti. Poi ci sono Best Fifa (qui vota il sottoscrit­to) e Pallone d’oro («giurato» è Paolo Condò). Il primo considera, tutti al 25%, giornalist­i, c.t., capitani e tifosi, per quanto fatto da settembre a settembre. L’altro ha una giuria soltanto di giornalist­i e si riferisce all’anno solare. I nostri voti sono stati identici (1° Griezmann, 2° Modric, 3° Ronaldo) e smentiti dalla classifica finale. Ma il Mondiale non può non valere più di tutto. La Fifa farebbe bene a separare il voto dei tifosi, troppo soggetto, appunto, al tifo, e perdipiù anonimo. E forse, in entrambi i riconoscim­enti, si potrebbe inserire un coefficien­te per i successi di squadra. Per allontanar­e gli ultimi spettri di un voto dato un po’ così «perche quel giocatore mi piace».

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