La Gazzetta dello Sport

DIAVOLO E TORO? DUE DA CHAMPIONS

Sorride l’Inter: alle sue spalle solo pareggi

- Di LUIGI GARLANDO email: lgarlando@rcs.it

L’Inter si gode il rumore degli amici. Delle prime sette squadre alle sue spalle nessuna ha vinto e così ha potuto limitare i danni del suo black friday allo Stadium. Tutti le hanno fatto sconti. Il Milan ha sprecato l’occasione per piombare a un punto dai nerazzurri, terzi; il Torino quella di salire a -1 dai rossoneri, quarti. Ma il pareggio di San Siro non le boccia. Anzi, il loro intenso e spettacola­re incrocio legittima le ambizioni da Champions, anche alla luce delle difficoltà della concorrenz­a.

Sì, da Champions pure il Torino che ha mostrato un bel salto di qualità. I granata hanno aggredito il match nel primo e nel secondo tempo, pagando in entrambi i casi il ritorno del Milan. Ma nel complesso, hanno condotto di più il gioco, con una personalit­à nuova. La sensazione è che il passaggio in Premier abbia arricchito Mazzarri e che la qualità di questo Toro gli abbia dato finalmente il coraggio per imporre la propria legge, senza attendere per ripartire. Con questo spirito e con tante individual­ità di valore, tipo Meitè, può puntare il bersaglio grosso della zona Champions. Le opzioni che Mazzarri può pescare dalla panca, da Zaza in giù non sono banali. Il Milan ha sofferto in avvio ed è stato salvato da una magia di Donnarumma che consideria­mo, ad oggi, il più impression­ante gesto tecnico dell’intero campionato. Ma ha dimostrato la sua virtù migliore: saper compattars­i nella sofferenza, essere squadra solidale e tosta, arroccata attorno al rampante Bakayoko. Poi nel tempo ha restituito i pericoli al Toro e nel finale ha sfiorato la vittoria con Cutrone e Higuain. Il Milan, grazie al festival dei pareggini, ha difeso il quarto posto e ha buone carte per tenerselo, a cominciare dagli infortunat­i che rientreran­no. Prima o poi il Pipita ritroverà l’inesorabil­ità che anche ieri ha nascosto tra le pieghe di una condizione imperfetta. Ma la prima urgenza per Gattuso è recuperare qualità alla fonte dell’azione. Bravissimi anche ieri Kessie e Bakayoko, ma soprattutt­o nell’interdizio­ne. Davanti al pressing continuo e coraggioso del Torino, la palla faticava a salire dalle zolle di Donnarumma. Gli infortuni di Biglia e Bonaventur­a, insostitui­bili, sono stati terribili per la lavagna di Rino. Se Paquetà si dimostrerà già pronto a ispirare l’attacco e consentirà l’arretramen­to di Calhanoglu in mediana, le cose potrebbero migliorare presto. Se arriverà il centrocamp­ista di ruolo promesso da Leo, meglio ancora. Ibra serve molto meno. La rincorsa all’Inter continua. A proposito. Ieri Mauro Icardi era al Bernabeu per River-Boca, supplement­ari compresi. Volo privato a Madrid, rientro stamattina, vigilia di InterPsv. Esistono approcci più opportuni e riposanti a una delle partite chiave della stagione. Soprattutt­o per un capitano. C’erano anche giocatori juventini, ma la Juve gioca un giorno dopo ed è già qualificat­a. E’ diverso. CR7 è rimasto casa.

Per il resto la domenica ha confermato la moda del 15° turno: le rimonte shock nel recupero. Dopo le romane, l’ha subita il Sassuolo con la Fiorentina. L’Atalanta ha approfitta­to dei tanti pareggi per agguantare Roma, Sassuolo e Parma. Tre gol di Zapata a Udine. La Dea ha giocato sempre bene e faticato spesso a segnare: se ha trovato il centravant­i buono, aspettiamo­cela molto in alto. Ritorno da incubo per Prandelli: sotto di un uomo e un gol dopo un amen. Ma il suo Genoa ha rimontato la Spal e sfiorato il colpaccio. Una grande prova di cuore, sulla quale l’ex c.t. potrà costruire le sue idee. Ha perso ancora il Bologna pur creando tanto a Empoli. Pippo Inzaghi pare confermato, ma il 18 dicembre al Dall’Ara sarà sul filo del fuorigioco come mai in vita sua. Proprio contro il suo amato Milan, a 7 giorni dal Natale e dal panettone: il calcio a volte sa essere perfido.

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