La Gazzetta dello Sport

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un po’. Il Boca non ha costruito una sola azione manovrata, come si diceva una volta. Ha segnato in contropied­e con Benedetto e poi ha atteso che le canzoni della Doce, la sua tifoseria, aiutassero a passare il tempo. Difendendo, picchiando, sperando, sbuffando, calciando lungo sperando in Dio, con l’arbitro che ha fischiato un fallo in attacco a Pratto quando in realtà era un rigore del portiere Andrada. E restando in dieci dopo il pareggio di Pratto per il secondo giallo del fabbro colombiano Barrios, il pivote inizialmen­te opposto a Ponzio, due simboli di pessima qualità. 1960 e 1961 Peñarol (Uru), 1962 e 1963 Santos (Bra), 1964 e 1965 Independie­nte (Arg), 1966 Peñarol (Uru), 1967 Racing (Arg), dal 1968 al 1970 Estudiante­s (Arg), 1971 Nacional (Uru), dal 1972 al 1975 Independie­nte (Arg), 1976 Cruzeiro (Bra), 1977 e 1978

PROVA A GIOCARE Gli argentini dicono che il River sa giocare. L’avevamo visto nella finale di andata, l’abbiamo intuito ieri sera. Nel gol del pareggio, ad esempio, molto bello. Con un triangolo tra Nacho Fernandez e Palacios (promesso al Madrid…) col primo che ha servito in area il liberissim­o Pratto. E poi ancora, in puntuali occasioni. Il vantaggio è arrivato all’inizio del secondo supplement­are, un gran sinistro di Quintero, entrato per Ponzio. Ecco: Biscay, il vice di Gallardo squalifica­to, ha tolto l’inutile, anziano e spaesato pivote per far entrare uno che sa giocare. E la cosa ha pagato. A Barros Schelotto si è fatto male Benedetto ed è andata via l’unica luce, quella del contropied­e perché questo Wanchope Abila, scelto dal mellizo invece che il

vecchio Tevez, entrato solo nei minuti finali, è parso sovrappeso e poco utile e presentabi­le. Il terzo gol è arrivato nel finale con lo scellerato Andrada già da alcuni minuti nell’area avversaria. Cose da calcio di provincia, come dicevamo. L’ha segnato il Pity Martinez, sulla carta il più talentuoso del barrio ma ieri in serata grigia, parzialmen­te truccata dalla cavalcata finale verso la porta vuota, spinto dalla curva del River che soffiava alle sue spalle. Per il River è la quarta Libertador­es, il Boca poteva raggiunger­e l’Independie­nte a 7 in testa alla classifica dei plurivinci­tori ma senza giocare è dura. Il Muñeco Gallardo bissa il successo del 2015 e diventa il tecnico più glorioso del club. Giusto così, lui almeno prova a giocare.

TELENOVELA La finale più lunga della storia si è chiusa al quinto tentativo a 10.000 chilometri da dove si doveva giocare

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