L’Olimpia domina Cantù regge 10’ ma vede un futuro
●Milano decolla con le seconde linee: ultimo quarto da 37 punti. Pianigiani: «Noi bravi e seri» MILANO
L’Europa è lontana, non solo in termini politicoeconomici, visti i tempi. Se Milano in coppa ha incassato tre sconfitte consecutive, in Italia continua a fare il bello e il cattivo tempo. Il derby è sempre una partita strana, ma il divario di talento in campo era tale che stavolta il classico adagio «sfugge a ogni pronostico» non era applicabile. L’Olimpia fa 9 su 9, dominando Cantù dopo un 1° quarto chiuso alla pari a quota 18 (ultima volta che i brianzoli hanno affiancato i tricolori) prima di piazzare un 14-7 che la portava a +15, rintuzzando nel 3° periodo l’ultimo tentativo nato dall’orgoglio biancoverde (dato che al PalaDesio i padroni di casa sono scesi in campo per la prima volta con i nuovi colori sociali, quelli del nuovo sponsor Acqua San Bernardo), tornata a -4 sul 44-50, con un altro parziale, questo di 15-4, che non lasciava scampo a Cantù. Il cui futuro societario, paradossalmente, pare questo punto meno preoc- (18-18, 36-44; 52-64) cupante del presente tecnico.
GREGARI Una partita che ha visto finalmente quelli che sarebbe ingiusto chiamare gregari, perché di fatto sono seconde linee solo in una squadra debordante di talento come l’AX. Burns appena entrato ha messo un mattone importante al primo allungo di Milano. Fontecchio, partito in quintetto, ha steccato nei 6’ iniziali, meritandosi invece dei pugni amichevoli sulle spalle da coach Pianigiani quando lo ha tolto nella ripresa per la sua ottima difesa su Mitchell. Jerrells (pure lui nello starting five) ci ha messo un tempo a carburare, ma nel break del 3° quarto ci sono 8 punti suoi. Infine Kuzminskas, disastroso nell’ultima uscita d’Eurolega al Forum contro Gran Canaria, dopo aver fatto preoccupare i suoi con una sciocca infrazione di 5” la prima volta che ha toccato palla, si riscattava con gli interessi disputando una partita da vero Kuz.
MEZZI LUNGHI Cantù, giunta alla quinta sconfitta consecutiva, ci ha provato, ha dato molto CIAMILLO fastidio a Milano con la rapidità dei suoi mezzi lunghi, che spesso arrivavano prima sui palloni vaganti o anticipavano a rimbalzo il dominante ma per stazza fisica meno rapido Gudaitis, come testimonia il dato finale: 42-32 a favore dei brianzoli, che ne hanno catturati la bellezza di 21 in attacco (9 dal solo Jefferson). Ma, naturale rovescio della medaglia, ha patito la fisicità dell’AX, dominatrice in area con un notevolissimo 24/36 da due (tanti tiri facili arrivati in contropiede, che ha fruttato 26 punti), capace peraltro di trovare anche buone soluzioni dall’arco (11/25 da tre). Insomma, sulla carta non doveva esserci storia, e storia non c’è stata. Milano è come la Juventus, fa un campionato a parte.
PARERI «Ho visto cose importanti – dice Pianigiani –. Abbiamo giocatori seri, bravi anche quando sbagliano, tutti hanno provato a difendere, a fare le cose giuste. Vincere qui non è mai facile, eravamo alla 13a partita senza Nedovic (potrebbe rientrare col Bayern il 19, ndr.), cosa che ci costringe a cambiare l’idea di gioco». Pashutin è arrabbiato: «I ragazzi non hanno combattuto, gli è