Toro, Europa in 4 mosse E Mazzarri vara il piano
●Il bel gioco di San Siro, lo spirito guerriero, l’unione del gruppo, la rosa al completo: ecco i punti di forza. Serve più cattiveria in zona gol
La notte di San Siro che profuma d’Europa è un pieno incredibile di stimoli, adrenalina, motivazioni. Ricarica e rigenera, ma nasconde sempre il rischio che un po’ inebri e distragga: ecco perché Mazzarri tiene il gruppo sulla corda (da ieri subito a lavoro), settimana da derby e da concentrazione massima. Il bel Toro di sera visto a Milano ha passato un nuovo duro esame, con la Juve ormai alle porte. La vittoria contro il Genoa e il punto pesante raccolto con il Milan hanno ravvivato il fuoco delle ambizioni: sì, ora il Toro è pronto alla battaglia. Per almeno quattro motivi sulla base dei quali Walter costruirà il piano d’assalto per l’Europa.
LO SPIRITO GUERRIERO C’è, si vede, si tocca. Si scrive spirito guerriero, si traduce con la parola entusiasmo. Il ribaltone con il Genoa, ad esempio, è stato ottenuto facendo leva sulla determinazione del gruppo, domenica nelle difficoltà del finale una squadra bella tosta ha difeso il pari coi denti. Spesso il Toro viene fuori dopo aver incassato «il cazzotto (è l’espressione più usata da Mazzarri), come nella sfida con l’Inter (dal 2-0 al 2-2) o con il Frosinone (dal 2-0 al 2-2 prima del 3-2). Mazzarri il suo Toro lo ha sognato sempre così: un osso duro che non molla mai. Può diventare una spinta decisiva nella rincorsa europea. LA TESTA È stata l’impronta netta data da Walter al suo rientro dopo il problema fisico avuto: è entrato nella testa del Toro, con una «cura» speciale per combattere i cronici cali di attenzione o quelle false partenze replicate spesso e soprattutto in casa. Ha agito modificando i tempi e i luoghi dei prepartita: discorso motivazionale trasferito dall’albergo allo spogliatoio per lasciare in maniera più fresca i concetti fondamentali nella testa dei giocatori, cartelli motivazionali nello spogliatoio, un riscaldamento diverso. Walter i suoi ragazzi li vuole subito «adrenalici» (parole sue): effetto immediato, a San Siro la partenza è stata fortissima, subito in partita a mille. Ora la testa è giusta.
RITMO Per chiudere il 2018, ci saranno due sfide in casa (Juve e Empoli) e due in trasferta (Sassuolo e Lazio). Lontano da Torino il ritmo è da Champions: 8 partite, 2 vittorie e 6 pareggi, numeri che fanno della squadra di Mazzarri la quarta della Serie A ad aver raccolto più punti fuori casa. Il passo lento è al Grande Torino, dove però i tre punti col Genoa hanno riportato quella vittoria che mancava da due mesi. Ci sono poi due aspetti importanti, quasi da mettere sullo stesso piano. Il primo: Mazzarri sta finalmente lavorando sull’organico al completo. Questo significa schierare il miglior Toro possibile e poter sfruttare in profondità la rosa, da Parigini a Aina, da Soriano a Berenguer. Secondo: il malore di Walter ha compattato ulteriormente lo spogliatoio «Siamo più uniti di prima, questo sarà un valore», parole di WM.
GLI SPUNTI Con il Milan una partenza subito a razzo: il Toro ha cambiato la testa
Il tecnico: «Ora si deve crescere sotto porta, troppe le occasioni sprecate»
LA CATTIVERIA E infine arriviamo alle due C, quella di cattiveria e quella di continuità. Dopo San Siro Mazzarri ha richiesto al gruppo più cattiveria sotto porta (a Milano cinque occasioni da gol non concretizzate solo nei primi 45’...) e continuità nei risultati. «Quando è il momento di castigare, bisogna chiudere i conti: questo è l’aspetto su cui ora voglio la crescita», è il concetto di Walter trasferito nella testa dei giocatori. In quattro mosse Mazzarri prova a settare il Toro: la strada verso l’Europa è questa.