Ora la missione Ancelotti si chiama Europa League
●L’allenatore ha subito chiarito: «Resta un trofeo prestigioso». E vuole vincerla
Nessun dramma, si vivrà lo stesso, anche senza la Champions. È questa la sintesi del pensiero napoletano. Si proverà a trarre il meglio da questa discutibile eliminazione. D’altra parte, il Napoli non ha demeritato, ha saputo tenere testa a Liverpool e Psg, mancando la qualificazione agli ottavi, ancora una volta, per i gol segnati a pari differenza reti. Il giorno dopo restano i rimpianti, il ricordo della notte di Belgrado e di quello 0-0 nella gara d’esordio contro la Stella Rossa: quei due punti lasciati al Marakanà hanno significato il 3° posto in classifica. Non ci saranno processi, sarebbe difficile trovare veri capi d’accusa. Si potrà discutere della dimensione tecnica, della necessità di elevarsi sotto l’aspetto qualitativo per garantirsi una maggiore competitività nell’Europa dei grandi. Ma, al di là dell’obiettivo mancato, resta la consapevolezza di aver dato tutto quanto era nelle possibilità di questa squadra, come ha sottolineato lo stesso Carlo Ancelotti nel dopo partita di Anfield. UMILTÀ E LAVORO Il Napoli allontanerà in tutta fretta il momento di depressione. Lo ha chiesto alla squadra, l’allenatore, sostenuto nel suo percorso futuro da De Laurentiis la cui reazione all’eliminazione è stata del tutto pacata. Il presidente s’è complimentato con tecnico e giocatori per quanto fatto nel girone di Champions, li ha spronati a non mollare, a guardare avanti senza lasciarsi condizionare dal risultato ottenuto. Anche perché, adesso, ci sarà da organizzarsi per l’Europa League che, a differenza di quanto avvenuto negli ultimi anni, Ancelotti non ha alcuna intenzione di snobbare, sarà un momento di rivalsa.
COMPETITIVI È opinione comune che questo Napoli ha le qualità necessarie per arrivare fino in fondo. C’era in parte riuscito con Benitez, perdendo nel 2015 la semifinale col Dnipro. Ora Ancelotti vuole riprovarci. «Anche se ha un’importanza minore rispetto alla Champions, l’Europa League resta un trofeo prestigioso, considerata anche la partecipazione di club di primo piano», ha confermato l’allenatore napoletano. Il suo pensiero è stato condiviso da tutta la squadra che da martedì sera ha iniziato a pianificare il progetto alternativo. Il campionato, certo, ma ci sarà da competere anche per la Coppa Italia che rappresenta pur sempre un premio di consolazione per chi non può inseguire traguardi più prestigiosi. Ancelotti ha avuto il coraggio di non tirarsi indietro, continuerà a sostenere il lavoro suo e della società. L’Europa League sarà l’altro motivo, nella scala dei valori è balzata al primo posto, perché l’allenatore non si precluderà niente, da qui alla fine.