La Gazzetta dello Sport

DERBONE Ci prova il Toro, prima sfida alla Juve dell’era CR7

Cairo: «La squadra rimanga compatta e usi la testa» Cancelo operato, fuori per sei settimane. Perin in porta

- Luca Bianchin

Cristiano Ronaldo si è mangiato il 7, con cinquant’anni di storia come contorno. Cristiano ha rapito il numero di maglia più poetico – i 10 perdoneran­no? – e lo ha inglobato nella sua sigla. Per i bambini di oggi il 7 è CR7, il fenomeno robot che quando conta non sbaglia, decide le partite a centro area e va a dormire presto dopo aver fatto la crioterapi­a. Il derby di Torino di stasera però rilancia un rumore lontano, un’eco di storia. La Juventus per la prima volta porta nello stadio dei cugini un numero 7 iconico - gli juventini hanno avuto Causio, hanno amato Di Livio, ma Ronaldo è un’altra cosa – invece il Toro con il 7 si è commosso. Lo stadio Grande Torino in cui si giocherà è il Comunale invecchiat­o, è il campo dello scudetto del ’76. Su quelle zolle ha giocato Claudio Sala, il numero 7 più simbolico nella storia del Toro, una società in cui anche il presidente da ragazzo giocava col 7 e ha una television­e chiamata... La 7. Soprattutt­o, in quei metri quadrati tra il ‘64 e il ‘67 ha dribblato Gigi Meroni, l’opposto di Ronaldo prima che esistesse Ronaldo.

LA VITA «Se mi dedicassi esclusivam­ente al calcio, senza pensare a nient’altro, sarei un “mostro” come giocatore, sarei ancora più forte. Ma la vita non è tutta attorno a un pallone, ci sono molte altre cose». Sembra il manifesto dell’anti-ronaldismo, invece è una frase di Meroni in una intervista al Corriere della Sera. Gigi Meroni giocò nel Como, nel Genoa, nel Torino. Andò al Mondiale 1966 con l’Italia ma morì un anno dopo, investito in corso Re Umberto dopo una partita contro la Samp. La domenica successiva, il 22 ottobre 1967, al Comunale c’era Juve-Toro e quel derby finì 0-4: tre gol di Nestor Combin e uno di Alberto Carelli, che giocava col 7 di Meroni. Per esultare, alzò il pallone al cielo in una dedica spon-

tanea. Meroni forse è il numero 7 più lontano da CR7 e nel giorno del primo Toro-Juve con Cristiano è curioso avvicinarl­i. Ronaldo è una macchina di applicazio­ne, vive per il calcio e usa ogni energia per diventare il migliore di sempre: è consapevol­e di avere un grande dono e fa di tutto per svilupparl­o. Sa che non farà mai niente bene come giocare a calcio, così dorme 8-10 ore al giorno, cura l’alimentazi­one nei dettagli, si infligge crioterapi­a e sedute supplement­ari in palestra. Forse è ambizione, forse senso del dovere. Anche Meroni a fine allenament­o si dedicava alla sua grande passione, il fatto è che la passione era la pittura.

LE SCELTE Meroni dipingeva quadri bellissimi, si disegnava gli abiti che faceva realizzare da un sarto e portava i capelli un po’ lunghi, con un taglio che oggi sarebbe meno che normale - di più, banale - ma allora gli causò commenti, problemi, convocazio­ni in Nazionale negate. «Non lo faccio per esibizioni­smo ma perché sono così – diceva —. Io anelo alla libertà assoluta e questi capelli, questa barba, sono segni di libertà». Cristiano ha i capelli corti, non ha mai avuto barba e magari veste Nike come il contratto richiede. Meroni girava su una Balilla con i tappetini granata, Cristiano ha un garage che sembra un concession­ario. Meroni viveva in un abbaino in piazza Vittorio, Cristiano ha scelto una villa oltre il fiume perché questi sono altri tempi, oltre che altri gusti. Meroni girava per Torino con una gallina al guinzaglio, si definiva uno zingaro che non bada ai soldi e per i tifosi era «la farfalla granata» oppure «Calimero». Cristiano è troppo potente per essere farfalla, troppo imitato per somigliare a un pulcino nero.

IL CALCIO Il campo segue. Ronaldo negli anni ha cambiato ed è cambiato. Da ragazzo era un talento che giocava all’ala e Sir Alex Ferguson, non per caso, per lui scelse il 7 di George

Best. Nella strada verso i trent’anni però ha imparato a fare gol, a vedere la fascia come una pista per prendere la rincorsa e arrivare in area lanciato. Meroni no, ovviamente non ha avvicinato il livello di Cristiano ma per tutti è rimasto un’ala destra pura, il George Best italiano, lo smilzo da dribbling che doveva firmare per la Juventus degli Agnelli ma è rimasto al Toro dopo la rivolta dei tifosi. Anche in questo quei due 7 sono diversi, eppure...

CRISTIANA Eppure qualcosa c’è, qualche punto di contatto esiste nell’ambito più privato: la famiglia. Meroni era pronto a sposare la compagna e le diceva che da lei avrebbe voluto cinque figli. Ronaldo ne ha quattro e forse non ha finito. In più, parla di progetti di matrimonio. CR7 quest’anno ha scelto di non andare con la nazionale e questo sì, questo lo ha fatto anche Meroni, che una volta chiese al Genoa di ingessargl­i una gamba per simulare un infortunio, dire no a una convocazio­ne e restare con la sua donna. Lei era una ragazza conosciuta al Luna Park, una bionda con un carattere simile al suo, un viso dolce e nome che, a questo punto, fa sorridere: Cristiana.

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 ??  ?? A sinistra Gigi Meroni (1943-1967), mitico numero 7 del Torino A destra Cristiano Ronaldo, 33 anni, attuale numero 7 della Juventus
A sinistra Gigi Meroni (1943-1967), mitico numero 7 del Torino A destra Cristiano Ronaldo, 33 anni, attuale numero 7 della Juventus
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