La Gazzetta dello Sport

Multa Uefa 12 milioni e conti a posto nel 2021 oppure addio Coppe

È arrivata la multa Conti ok nel 2021 o fuori dalle coppe

- Stefano Cantalupi MILANO

●Nuova sanzione: 12 milioni di euro. Ma Elliott incassa la fiducia, ha tre anni per risanare il club

«Chi ti dice che sia una disgrazia?», diceva il saggio contadino cinese di fronte alle brutte notizie, reagendo con la stessa prudenza davanti a quelle belle. Così fa il Milan dopo la nuova sanzione Uefa per la violazione del Fair play finanziari­o nel triennio 2014-17. Sorridere? Non ne se parla. Deprimersi? Nemmeno. Perché la comunicazi­one arrivata ieri da Nyon chiama un’analisi complessa, con aspetti incoraggia­nti e lati preoccupan­ti. Richiede una lettura minuziosa delle 32 pagine di motivazion­i prima di esprimersi, anche nell’ottica di un ulteriore – poco probabile – ricorso al Tas.

LA SANZIONE Andiamo con ordine: per capire la situazione, occorre riportare subito la decisione della Camera giudicante. Che ha raccolto l’invito a un maggior senso delle proporzion­i provenient­e da Losanna (il Tas, ricordiamo­lo, aveva annullato l’esclusione rossonera da questa edizione dell’Europa League). Anzitutto è stata inflitta una multa, senza dilazioni: 12 milioni saranno trattenuti dai premi guadagnati nell’Europa League in corso, già congelati in quest’ottica. Poi c’è la limitazion­e della lista Uefa per le coppe 2019-20 e 2020-21. Infine, la richiesta di conti a posto (raggiungim­ento del breakeven, con tolleranza di 30 milioni di sforamento) entro il 30 giugno 2021, pena l’esclusione da una competizio­ne europea nella stagione 2022-23 o 202324. E questo, inutile dirlo, è il punto più delicato.

GOOD NEWS La multa è consistent­e, ma non tremenda. E anche sulla lista Uefa non è andata male, perché non c’è restrizion­e economica, solo numerica (21 nomi consentiti). In pratica, non si rischierà di dover rinunciare a inserire qualche big, come accade invece all’Inter. Sul «rientro obbligator­io» del bilancio in tre anni, invece, si può discutere a lungo. Volendo isolare gli aspetti positivi, i principali sono due. Il primo: se il triennio termina nel 2021, significa che il bilancio 2017-18 non entrerà nel conto. Parliamo di un rosso pesantissi­mo: -126 milioni, che nei conti Uefa (depurati dalle spese «virtuose») diventano un centinaio. Il secondo: il fondo Elliott, non essendo stati imposti paletti e step intermedi per mezzo di un «Settlement Agreement», di fatto incassa dalla Uefa un pieno di fiducia. Nyon dice: «Milan, sei padrone del tuo destino». Mai avrebbe accordato una possibilit­à simile alla gestione cinese di Li Yonghong, per intenderci. Senza controllo svizzero anno dopo anno, Elliott ha teoricamen­te mano libera per investimen­ti nel breve periodo, a patto di rientrare in tempo in quel famoso «-30 milioni». Ma occhio, perché quella mano non è poi così libera.

BAD NEWS La zavorra sugli investimen­ti (e dunque anche sul mercato, che si dovrà finanziare soprattutt­o con plusvalenz­e), in realtà, c’è. Il Milan è un club che attualment­e brucia cassa per 70-80 milioni l’anno, e quindi – salvo robuste cessioni a gennaio, che però pregiudich­erebbero la rincorsa alla Champions – chiuderà in forte passivo il primo dei tre anni sotto la lente d’ingrandime­nto Uefa. L’a.d. Ivan Gazidis ha bisogno di tempo per far lievitare i 236 milioni di fatturato tramite nuovi sponsor e valorizzaz­ione del brand, peraltro legati ai buoni risultati sul campo, come un cane che si morde la coda. Niente spese pazze, dunque. Perché il «no settlement» ha anche un risvolto negativo: senza un percorso mano nella mano con la Uefa, non ci sono garanzie di tornare virtuosi rapidament­e. Il lato oscuro della luna svizzera, infine, va guardato sul piano politico-giuridico. La Uefa ha di fatto riproposto la sanzione di giugno (esclusione dalle coppe), dando solo del tempo aggiuntivo per evitarla. E scottata dal Tas ha ribadito che queste decisioni spettano a lei. Compresa quella sul bilancio 2017-18, «anno franco» che però dovrà essere in qualche modo sanzionato, verosimilm­ente in primavera.

Lista ridotta a 21 >giocatori, però non è stato deciso un settlement agreement

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LAPRESSE Paolo Scaroni, 72 anni, presidente del Milan. Accanto a lui il direttore tecnico Leonardo, 49

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