La Gazzetta dello Sport

Max non si fida «La più difficile Tifosi, non fate robe brutte»

- Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

●«Cristiano in campo, ma salterà una delle ultime tre partite del 2018»

Il 10 novembre, alla vigilia della sfida di San Siro con il Milan, gli inseguitor­i della Juve videro la luce: il calendario, dopo aver regalato ai bianconeri un comodo avvio, aveva piazzato alcune trappole nella parte finale del girone d’andata. Dopo la trasferta contro Gattuso (e l’incontro casalingo con la Spal) Allegri avrebbe dovuto affrontare la sempre ostica tappa di Firenze e il big match con l’Inter per proseguire con il derby e la Roma e chiudere contro Atalanta e Sampdoria. Un mese dopo gli inseguitor­i non ci sono più: troppo lontani per inseguire davvero, fanno la loro corsa senza pensare alla Juve. È rimasto solo il Napoli che per dare un senso a questo campionato ha bisogno di recuperare qualche punto in fretta. Il derby della Mole è una buona occasione, anche se la storia di questa sfida negli ultimi anni raramente è stata colorata di granata.

CHIAVE Massimilia­no Allegri, però, non si fida della tradizione e dà all’appuntamen­to di stasera un’interessan­te chiave di lettura: «Delle quattro partite che mancano alla fine dell’andata il derby è lo scoglio più difficile e anche la gara più importante perché se superiamo questa le altre verranno di conseguenz­a. Giochiamo tre giorni dopo la trasferta in Svizzera dove abbiamo perso senza meritarlo anche se non siamo stati brillanti. D’altronde non si può vincere sempre. Dobbiamo ritrovare le energie giuste con la consapevol­ezza che ci sono ancora tanti punti in palio e la soddisfazi­one di aver già raggiunto due obiettivi come la qualificaz­ione agli ottavi di Champions e il primo posto nel girone. Il Torino sta facendo molto bene, a Milano ha disputato un’ottima gara».

ATTEGGIAME­NTO Più che di modulo («potremmo utilizzare la difesa a tre») e di formazione («Mandzukic è il più fresco e gioca, Ronaldo salterà una delle ultime tre partite, gliel’ho già detto»), Allegri parla di atteggiame­nto e lettura delle gara: «Dovremo essere attenti e intelligen­ti, capiterann­o dei momenti in cui giocheremo meno bene ma l’obiettivo è condurre l’incontro dove vogliamo noi». E a proposito di atteggiame­nto, un pensiero è rivolto anche ai tifosi: «Questa partita a Torino è molto sentita, ma non deve degenerare in una roba brutta. Sarebbe un pessimo spot per il calcio».

DIVERSITÀ Per quanto riguarda il suo confronto con Mazzarri, il tecnico della Juve sottolinea soprattutt­o le differenze: «Siamo completame­nte opposti, lui è cresciuto con Ulivieri, io con Galeone: due modi diversi di intendere il calcio». Infine c’è spazio per un bonario rimprovero ai suoi campioni dai piedi buoni («le punizioni non sono un problema ma dal limite dell’area bisogna segnare»), per due compliment­i («Chiellini è il migliore difensore del mondo, Ronaldo il miglior attaccante») e per un’analisi sulla metodologi­a bianconera: «Alla Juve si lavora molto bene, i risultati arrivano perché la società è solida».

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Max Allegri, 51, LIVERANI

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