«Toro quarto e Coppa a loro? Non firmo»
●Cairo scrive la ricetta del successo: «Serve una squadra compatta e che sappia usare la testa»
BENE LA RIVALITÀ SENZA PERÒ ESAGERARE: CI VUOLE SPORTIVITÀ
URBANO CAIRO SULLE TIFOSERIE
È
il giorno dell’esame più tosto e quindi più probante. Quanto è cresciuto questo Torino? Quali prospettive gli si aprono nel caso in cui superasse la Juve? E si è preparato abbastanza per poterla superare? Urbano Cairo affronta incognite e certezze della lunga vigilia durante la trasmissione «Tutti Convocati» di Radio24, con la quale il presidente granata ha un feeling consolidato. Si comincia con una...ricetta: come si fa a cucinare questa Juve? «Il giusto mix di ingredienti per un buon derby è preparare bene la partita e poi usare la testa in campo, senza farsi prendere troppo dall’emotività. Che ovviamente esiste, ma va tenuta sotto controllo. La Juventus è una grande squadra, ha perso soltanto due punti finora. Fondamentale è la mentalità giusta: sentire la sfida e rimanere compatti. Mazzarri è molto attento in tutte le partite, a maggior ragione lo è per questa. Considererà anche quanto i giocatori sentono il confronto e quanta voglia hanno di dimostrare compattezza».
L’AUTOSTIMA Il pari di San Siro, meritato e non casuale, ha fatto crescere l’autostima dei granata? «Certamente sì. Lo scivolone casalingo col Parma ci aveva fatto male, poi si è recuperato bene a Cagliari, col Genoa e infine col Milan». Adesso c’è la Juve. Il popolo granata si raduna in forze e fa registrare il record di presenze all’Olimpico. Se stasera finisse in gloria, si comincerebbe a inquadrare il piazzamento Champions? Il presidente, secondo abitudine, evita proclami. «Noi dobbiamo pensare partita dopo partita e alla fine tireremo le somme. Ci sono squadre più attrezzate, con potenzialità economiche maggiori, questo è oggettivo. Non è il caso di montarsi la testa». Ronaldo quanto fa paura? «Capisco chi ci raccomanda di seguirlo a vista. Sicuramente è un grande e il suo arrivo è positivo per il calcio italiano. Io però non è che pensi a lui, mi concentro sul Toro, che la deve preparare bene sia dal punto di vista difensivo sia da quello della capacità di portare gli attacchi».
SPORTIVITÀ La Questura ha rinforzato il servizio d’ordine, è giunto qualche segnale preoccupante. Il presidente granata predica la calma. «Capisco la rivalità, ma non si deve andare oltre: negli stadi si sono verificate addirittura delle tragedie! Ci vuole sportività. E noi dirigenti dobbiamo badare a non caricare troppo sfide di questo livello». Ricorda le espulsioni di Glik, Baselli e Acquah per richiamare i suoi giocatori. «L’agonismo ci vuole poi serve stare attenti perché giustamente gli arbitri usano i cartellini e nei derby con noi li hanno usati parecchio. Ripeto, l’importante è che ci sia sportività, sul campo come sugli spalti. Nel tifo esistono amicizie e rivalità: bene gli sfottò, ma poi non si deve andare assolutamente oltre». Come approcciare quindi la partita? Cairo insiste sugli aspetti mentali. «Sarà necessario mantenere calma e lucidità, usare la testa, pur nel furore agonistico. Quando si riesce a fare questo, si ottengono sempre risultati migliori rispetto a quando ci si fa prendere dall’emotività. Che capisco ci sia, ma deve essere controllata da chi va in campo, da chi decide le partite, badando ai cartellini. Quindi bisogna riuscire a contenere le emozioni nel momento in cui vanno alle stelle. Che il derby venga sentito nel modo giusto per dare il massimo, per ottenere un risultato positivo, ma senza andare oltre, scivolando su cose che possono diventare antipatiche e diseducative». Firmerebbe il presidente affinché il Toro arrivasse quarto, ma con la Juve vincitrice della Champions? Macché. «Io non firmo nulla, quel che dico è: facendo partita per partita nel modo giusto, speriamo di arrivare il più in alto possibile. Queste ‘’firme’’ sono giochini suggestivi ma mi confondono le idee… Pensiamo alla Juve...».