La Gazzetta dello Sport

Pasqual va oltre: «Firenze, Empoli? Prima c’è Davide»

● L’esterno di Iachini era legatissim­o ad Astori: «Maledetto 4 marzo, io e lui condividev­amo tutto. Ora spero in una giustizia più veloce possibile»

- Alessandra Gozzini

Non serve una fascia a tenere stretti due amici. Serve qualcosa di molto più resistente: le idee, le stesse priorità, i figli nati a un mese di distanza, l’appartamen­to in centro e una sola macchina per andare e venire dall’allenament­o. Avrebbero dovuto ricordare anche questa partita, che Manuel Pasqual onorerà con i fiori sotto la curva del suo amico Davide Astori. Una parete viola che ha sostenuto Manuel per undici anni di storia fiorentina: prima del derby da ex, aveva la fascia al braccio. Davide l’ha ereditata e oggi Firenze canta per lui, «il solo capitano». La partita sarebbe già stata speciale, così lo sarà ancora di più.

Fiorentina-Empoli è il suo derby del cuore?

«Firenze è casa mia, dove ho vissuto, vivo e vivrò. Nel 2005 mi presero dalla serie B e con loro sono diventato uno degli “eroi” di Anfield. Se una sola squadra ha vinto in Champions League in casa del Liverpool, quella era la mia Fiorentina. Oggi penso all’Empoli, che vive il derby con ansia e questa volta a maggior ragione: vogliamo un risultato per risalire la classifica».

La curva dedicò un coro specifico ai suoi cross. Stavolta che accoglienz­a si aspetta?

«Firenze non regala nulla, lo so benissimo. Il mio primo ritorno fu da pelle d’oca, ma me ne ero appena andato piangendo in giro per lo stadio mano nella mano ai miei bambini. So però che chi ha lasciato un bel ricordo resta qui per sempre: penso al nostro allenatore Beppe Iachini, un altro ex della Fiorentina. A proposito, ha un coro dedicato ormai da decenni e la gente non si stanca mai di cantarlo: “Beppe, picchia per noi!” Anch’io credo di avere chi mi vuole ancora bene».

Anche dopo che un anno fa condannò la Fiorentina a una sconfitta?

«Segnai il rigore decisivo al 94’ e da profession­ista responsabi­le riprendere­i la stessa decisione. Poi feci per asciugarmi la bocca, e il gesto fu scambiato per un bacio alla maglia dell’Empoli: ora spero di aver messo le cose in chiaro».

I suoi 43 assist da difensore sono da primato: non basterà la sua esperienza per legarla a Empoli?

«Sto bene e sento di poter ancora dare tanto, in campo per migliorare certi numeri e fuori per la mia esperienza. Ma il futuro sarà senza di me: la dirigenza mi ha detto che non rinnoverà il mio contratto in scadenza a giugno. Continuerò altrove».

Il suo amico Davide cosa le avrebbe detto?

«Davide era quello che risolveva ogni problema. Magari mi “avrebbe dato in testa” come quella volta con Paulo Sousa: mi tolse la fascia e io mi lamentavo, lui invece di offrirmi una spalla su cui piangere mi disse: “Dimostra tu che si sbaglia”. Sapeva ascoltare, ma manteneva il suo punto. E con il confronto si arrivava sempre a una soluzione. Quando poi, un anno più tardi, la fascia da capitano è andata a lui, ne sono stato molto orgoglioso».

Condividev­ate altro?

«Tutto. Eravamo molto legati. Senza di lui c’è grande tristezza: frequentav­amo lo stesso spogliatoi­o, era un compagno con cui vivere il calcio allo stesso modo. Si gioca, poi però si stacca. E inizia un mondo diverso: i nostri amici in comune, la famiglia, tutto il resto».

Il 4 marzo del 2018 «tutto si è fermato» scrisse sui social.

«Un giorno maledetto. Il direttore generale dell’Empoli mi chiamò piangendo, doveva parlarmi. Pensai subito alla mia famiglia, poi mi disse di Davide. E lì mi cadde il mondo addosso. Mi sentii perso e con il vuoto dentro. Potevo essere con lui, come successe a Sportiello la sera prima: averla vissuta da poco più lontano ha tolto solo lo 0,0001 per cento del disastro».

Ha un ricordo più dolce degli altri?

«Sui nostri momenti insieme potrei scrivere un libro. Ho faticato mesi e la ferita è sempre aperta. Il mio terzo figlio, Andrea, è nato a un mese di distanza da Vittoria. Con lei e Francesca siamo rimasti sempre in contatto. Per loro siamo stati un appoggio e un punto di riferiment­o. Penso a loro, ai genitori e ai fratelli di Davide in questi giorni in cui si è tornati a parlare della sua morte. Spero in una giustizia il più veloce possibile, per il silenzio e la tranquilli­tà che merita la famiglia».

Qualcosa di lui che invece tiene per sé?

«Due sere prima di quella domenica eravamo a cena insieme. Il sabato mattina l’ho incontrato ancora: un mio amico mi aveva chiesto la sua maglia e Davide me la portò. Ma il mio amico non l’ha mai vista, quella sarà per sempre mia».

IL RICORDO «Dopo la morte di Davide ho faticato mesi. E la ferita è ancora aperta»

«Lui risolveva ogni problema. Che orgoglio passargli la fascia di capitano» SUI NOSTRI MOMENTI INSIEME POTREI SCRIVERE UN LIBRO

MANUEL PASQUAL

SU DAVIDE ASTORI

 ?? GETTY ?? Manuel Pasqual 36, laterale dell’Empoli di Iachini
GETTY Manuel Pasqual 36, laterale dell’Empoli di Iachini
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy