FIFA-UEFA, IN BILICO TRA GUERRA E PACE
Sebbene il futuro del pallone passi tutto per la Champions futura, meglio non dimenticare che in agenda, da qui al 2024, forse prima, ci sono altri tre tornei non proprio insignificanti: Mondiale per club, Global Nations League e Mondiale a 48 squadre. Sui primi due, fino a ieri, è stato muro contro muro tra Fifa e Uefa, ognuna tutto sommato con buone ragioni. Sul terzo capitolo è in discussione soltanto un anticipo dei tempi: nel 2026 le finaliste in Nord America saranno 48, ma c’è mezzo pianeta che vorrebbe la stessa cosa nel 2022 in Qatar. Si può fare?
La questione 2022 è virtualmente la più semplice da risolvere, per questioni oggettive. Il Qatar non può ospitare 48 nazionali. Punto. L’unica via di fuga sarebbe allargare i confini del torneo ai paesi confinanti e, in particolare, a quell’Arabia Saudita con la quale i rapporti di Doha sono pessimi. In più, il coinvolgimento di paesi terzi potrebbe scatenare la reazione di Australia, Sud Corea e di chi si era invano candidato e ora potrebbe chiedere pesanti indennizzi. Ultimo dettaglio: tutti i continenti sono più o meno a favore, tranne l’Uefa. Tutto si può superare, ma serve un accordo politico-sportivo ad altissimo livello. A oggi molto, molto difficile.
Qualche spiraglio s’intravede invece nella questione Mondiale per club. Naturalmente alla Fifa si sono resi conto che la proposta dell’investimento da 25 miliardi – di provenienza a lungo misteriosa – non era proponibile. C’è stata una riunione a Parigi con tutte le confederazioni, presieduta da Zvone Boban. Ne seguiranno altre due, per presentarsi all’Esecutivo di Miami, il 15 marzo, con un progetto da approvare. Il torneo non può che essere quadriennale e non può che avere 24 finaliste: ma andrà ripartita la percentuale tra continenti. E soprattutto ridefinita la collocazione: sempre giugno, ma un po’ prima, in coincidenza con quel cambiamento del calendario auspicato da Andrea Agnelli. Su queste basi c’è stato un avvicinamento tra Fifa e Uefa. Se si impegneranno, si potrà partire dal 2021, com’era nelle intenzioni di Gianni Infantino.
Più complicata la strada che porta alla Nations League globale, cioè una finale con le nazionali di tutto il mondo. Non tanto per motivi organizzativi: infatti la data ci sarebbe, al posto della Confederations. Ma per ragioni politiche: la Fifa non vuole cedere l’organizzazione di un torneo intercontinentale all’Uefa, e teme inoltre che il Mondiale possa un po’ svalutarsi. L’impressione è che nessuno si straccerà le vesti se l’idea dovesse saltare. Quello che si «straccerà», metaforicamente, è il calcio se, a Miami, Ceferin e Infantino arriveranno arroccati sulle loro posizioni intransigenti. Ma qualcosa si muove.