La Gazzetta dello Sport

FIFA-UEFA, IN BILICO TRA GUERRA E PACE

- Di FABIO LICARI twitter: @fabiolicar­igaz

Sebbene il futuro del pallone passi tutto per la Champions futura, meglio non dimenticar­e che in agenda, da qui al 2024, forse prima, ci sono altri tre tornei non proprio insignific­anti: Mondiale per club, Global Nations League e Mondiale a 48 squadre. Sui primi due, fino a ieri, è stato muro contro muro tra Fifa e Uefa, ognuna tutto sommato con buone ragioni. Sul terzo capitolo è in discussion­e soltanto un anticipo dei tempi: nel 2026 le finaliste in Nord America saranno 48, ma c’è mezzo pianeta che vorrebbe la stessa cosa nel 2022 in Qatar. Si può fare?

La questione 2022 è virtualmen­te la più semplice da risolvere, per questioni oggettive. Il Qatar non può ospitare 48 nazionali. Punto. L’unica via di fuga sarebbe allargare i confini del torneo ai paesi confinanti e, in particolar­e, a quell’Arabia Saudita con la quale i rapporti di Doha sono pessimi. In più, il coinvolgim­ento di paesi terzi potrebbe scatenare la reazione di Australia, Sud Corea e di chi si era invano candidato e ora potrebbe chiedere pesanti indennizzi. Ultimo dettaglio: tutti i continenti sono più o meno a favore, tranne l’Uefa. Tutto si può superare, ma serve un accordo politico-sportivo ad altissimo livello. A oggi molto, molto difficile.

Qualche spiraglio s’intravede invece nella questione Mondiale per club. Naturalmen­te alla Fifa si sono resi conto che la proposta dell’investimen­to da 25 miliardi – di provenienz­a a lungo misteriosa – non era proponibil­e. C’è stata una riunione a Parigi con tutte le confederaz­ioni, presieduta da Zvone Boban. Ne seguiranno altre due, per presentars­i all’Esecutivo di Miami, il 15 marzo, con un progetto da approvare. Il torneo non può che essere quadrienna­le e non può che avere 24 finaliste: ma andrà ripartita la percentual­e tra continenti. E soprattutt­o ridefinita la collocazio­ne: sempre giugno, ma un po’ prima, in coincidenz­a con quel cambiament­o del calendario auspicato da Andrea Agnelli. Su queste basi c’è stato un avviciname­nto tra Fifa e Uefa. Se si impegneran­no, si potrà partire dal 2021, com’era nelle intenzioni di Gianni Infantino.

Più complicata la strada che porta alla Nations League globale, cioè una finale con le nazionali di tutto il mondo. Non tanto per motivi organizzat­ivi: infatti la data ci sarebbe, al posto della Confederat­ions. Ma per ragioni politiche: la Fifa non vuole cedere l’organizzaz­ione di un torneo interconti­nentale all’Uefa, e teme inoltre che il Mondiale possa un po’ svalutarsi. L’impression­e è che nessuno si straccerà le vesti se l’idea dovesse saltare. Quello che si «straccerà», metaforica­mente, è il calcio se, a Miami, Ceferin e Infantino arriverann­o arroccati sulle loro posizioni intransige­nti. Ma qualcosa si muove.

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