GATTUSO RISCHIA TUTTO
Gattuso, il flop costa caro La Champions unica strada per la conferma
Il futuro del tecnico appeso al 4° posto Torna il nome di Conte: è derby? Higuain flop: potrebbe non essere riscattato
●Dalla società fiducia intatta, ma il futuro di Rino è appeso al piazzamento finale E sullo sfondo resta l’ombra di Conte
Ognuno si è collocato dalla parte che sentiva più sua. Lo hanno fatto Gattuso e Leonardo, lo hanno fatto i tifosi. La sconfitta di Atene ha spaccato in due linee di pensiero l’analisi della disfatta. C’è chi guarda molto alla sostanza e punta il dito sugli errori arbitrali, più che evidenti e oggettivamente determinanti nella storia della partita; e chi si concentra su una prestazione non all’altezza, contro un avversario non certo eccelso, a prescindere dalle topiche di Bastien. Intanto, però, Rino Gattuso torna a camminare su un tappeto di cocci. Cosa a cui ormai, in un anno di Milan, si è abituato, ma che ovviamente non giova all’ambiente. La caduta europea ha prodotto un rumore pesante essenzialmente per tre motivi: il girone era alla portata, il Milan che abbandona le coppe ai gironi è qualcosa che mortifica la storia europea rossonera e, in ottica bilancio/Fair play, andare avanti in Europa avrebbe garantito altre entrate, oltre a permettere a Elliott di proseguire nella valorizzazione del club. MARGINI Non vanno infatti dimenticate le parole del presidente Scaroni di qualche settimana fa: «Se i risultati sportivi saranno deludenti, lo saranno anche le sponsorizzazioni». Dunque l’occhio di bue torna ad accendersi sull’allenatore, con i tifosi che riprendono a criticarlo. Ma, stavolta, puntano il dito soprattutto sulla squadra. Gattuso comunque, in questo contesto dove campo e finanze sono strettamente legate, non ha praticamente più margine di errore: conclusa la corsa in Europa League, deve restare aggrappato con tutte le forze al quarto posto, l’unico scenario che permetterebbe alla società di affrontare i paletti Uefa con una certa fiducia. Champions insomma, ovvero la missione affidata già in estate,
Abbiamo chiesto ai lettori di indicarci di chi è la colpa della serata flop di Atene, e il verdetto del web appare piuttosto netto: nella tarda serata di ieri, con oltre seimila votanti, il 67,3% di chi ha risposto ha puntato il dito sui giocatori. Una percentuale molto alta rispetto a Gattuso, colpevole per il 20,8%, e all’arbitro Bastien, additato dall’11,9% dei votanti.
Da sinistra Antonio Conte, 49 anni, Roberto Donadoni, 55, e Arsene Wenger, 69. Sono i nomi già accostati alla panchina rossonera, e che potrebbero esserlo ancora ma adesso scolpita a Casa Milan dopo la sentenza di Nyon e la doccia gelata di coppa.
DIPENDENZA Va chiarito che l’eliminazione non produrrà effetti pratici a breve termine. Gattuso, a meno di crolli verticali della squadra nelle prossime partite, non è da considerare un allenatore a rischio imminente. Lo scenario è verosimile in estate, se l’assalto alla Champions dovesse fallire. I nomi al momento sono gli stessi dell’ultima crisi, quando invece Rino era arrivato a un passo dal benservito: Conte (che resta il primo nome della lista), Donadoni e, come pista estera, Wenger. Ipotesi su cui il club al momento non sta lavorando: la priorità adesso è capire che tipo di mercato fare a gennaio, alla luce delle sanzioni. Ieri dal club è filtrata nuovamente fiducia nell’allenatore: l’intento è farlo crescere e, allo stesso tempo, crescere con lui. Ma ovviamente la dipendenza dai risultati è vitale. L’attuale quarto posto lo mette al riparo da tempeste in tempi brevi, e in fondo lo dimostrano anche le parole dell’altra sera di Leonardo, che si è scagliato contro l’arbitro e ha parlato di eliminazione ingiusta, mentre Gattuso ha detto il contrario, puntando il dito sugli errori mentali e tecnici. Da qui a fine anno Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal offrono la possibilità di fortificare la zona Champions e ovviamente la società riconosce a Gattuso la capacità di aver portato al quarto posto una squadra priva di parecchi giocatorichiave (ad Atene si è aggiunto pure Suso alla lunga lista degli indisponibili). A Rino resta il piacere di essere il secondo allenatore per numero di punti nel 2018 dopo Allegri, soddisfazioni che però sbattono periodicamente contro passi falsi che scuotono l’ambiente. Si dice che le partite del giovedì a lungo andare pesano sull’economia del campionato: ora sono finite, la strada per la Champions deve restare dritta.
GLI SCENARI Donadoni e Wenger gli altri nomi se la situazione dovesse precipitare
La volontà del club resta quella di andare avanti e crescere con lui
LA SITUAZIONE Il lavoro del tecnico è strettamente legato fra campo ed esigenze di bilancio
Il calendario sino a fine anno può dare una mano in ottica quarto posto