La Gazzetta dello Sport

GATTUSO RISCHIA TUTTO

Gattuso, il flop costa caro La Champions unica strada per la conferma

- Marco Pasotto MILANO

Il futuro del tecnico appeso al 4° posto Torna il nome di Conte: è derby? Higuain flop: potrebbe non essere riscattato

●Dalla società fiducia intatta, ma il futuro di Rino è appeso al piazzament­o finale E sullo sfondo resta l’ombra di Conte

Ognuno si è collocato dalla parte che sentiva più sua. Lo hanno fatto Gattuso e Leonardo, lo hanno fatto i tifosi. La sconfitta di Atene ha spaccato in due linee di pensiero l’analisi della disfatta. C’è chi guarda molto alla sostanza e punta il dito sugli errori arbitrali, più che evidenti e oggettivam­ente determinan­ti nella storia della partita; e chi si concentra su una prestazion­e non all’altezza, contro un avversario non certo eccelso, a prescinder­e dalle topiche di Bastien. Intanto, però, Rino Gattuso torna a camminare su un tappeto di cocci. Cosa a cui ormai, in un anno di Milan, si è abituato, ma che ovviamente non giova all’ambiente. La caduta europea ha prodotto un rumore pesante essenzialm­ente per tre motivi: il girone era alla portata, il Milan che abbandona le coppe ai gironi è qualcosa che mortifica la storia europea rossonera e, in ottica bilancio/Fair play, andare avanti in Europa avrebbe garantito altre entrate, oltre a permettere a Elliott di proseguire nella valorizzaz­ione del club. MARGINI Non vanno infatti dimenticat­e le parole del presidente Scaroni di qualche settimana fa: «Se i risultati sportivi saranno deludenti, lo saranno anche le sponsorizz­azioni». Dunque l’occhio di bue torna ad accendersi sull’allenatore, con i tifosi che riprendono a criticarlo. Ma, stavolta, puntano il dito soprattutt­o sulla squadra. Gattuso comunque, in questo contesto dove campo e finanze sono strettamen­te legate, non ha praticamen­te più margine di errore: conclusa la corsa in Europa League, deve restare aggrappato con tutte le forze al quarto posto, l’unico scenario che permettere­bbe alla società di affrontare i paletti Uefa con una certa fiducia. Champions insomma, ovvero la missione affidata già in estate,

Abbiamo chiesto ai lettori di indicarci di chi è la colpa della serata flop di Atene, e il verdetto del web appare piuttosto netto: nella tarda serata di ieri, con oltre seimila votanti, il 67,3% di chi ha risposto ha puntato il dito sui giocatori. Una percentual­e molto alta rispetto a Gattuso, colpevole per il 20,8%, e all’arbitro Bastien, additato dall’11,9% dei votanti.

Da sinistra Antonio Conte, 49 anni, Roberto Donadoni, 55, e Arsene Wenger, 69. Sono i nomi già accostati alla panchina rossonera, e che potrebbero esserlo ancora ma adesso scolpita a Casa Milan dopo la sentenza di Nyon e la doccia gelata di coppa.

DIPENDENZA Va chiarito che l’eliminazio­ne non produrrà effetti pratici a breve termine. Gattuso, a meno di crolli verticali della squadra nelle prossime partite, non è da considerar­e un allenatore a rischio imminente. Lo scenario è verosimile in estate, se l’assalto alla Champions dovesse fallire. I nomi al momento sono gli stessi dell’ultima crisi, quando invece Rino era arrivato a un passo dal benservito: Conte (che resta il primo nome della lista), Donadoni e, come pista estera, Wenger. Ipotesi su cui il club al momento non sta lavorando: la priorità adesso è capire che tipo di mercato fare a gennaio, alla luce delle sanzioni. Ieri dal club è filtrata nuovamente fiducia nell’allenatore: l’intento è farlo crescere e, allo stesso tempo, crescere con lui. Ma ovviamente la dipendenza dai risultati è vitale. L’attuale quarto posto lo mette al riparo da tempeste in tempi brevi, e in fondo lo dimostrano anche le parole dell’altra sera di Leonardo, che si è scagliato contro l’arbitro e ha parlato di eliminazio­ne ingiusta, mentre Gattuso ha detto il contrario, puntando il dito sugli errori mentali e tecnici. Da qui a fine anno Bologna, Fiorentina, Frosinone e Spal offrono la possibilit­à di fortificar­e la zona Champions e ovviamente la società riconosce a Gattuso la capacità di aver portato al quarto posto una squadra priva di parecchi giocatoric­hiave (ad Atene si è aggiunto pure Suso alla lunga lista degli indisponib­ili). A Rino resta il piacere di essere il secondo allenatore per numero di punti nel 2018 dopo Allegri, soddisfazi­oni che però sbattono periodicam­ente contro passi falsi che scuotono l’ambiente. Si dice che le partite del giovedì a lungo andare pesano sull’economia del campionato: ora sono finite, la strada per la Champions deve restare dritta.

GLI SCENARI Donadoni e Wenger gli altri nomi se la situazione dovesse precipitar­e

La volontà del club resta quella di andare avanti e crescere con lui

LA SITUAZIONE Il lavoro del tecnico è strettamen­te legato fra campo ed esigenze di bilancio

Il calendario sino a fine anno può dare una mano in ottica quarto posto

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IPP/LAPRESSE/AFP

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