La Gazzetta dello Sport

Marotta-Nedved un abbraccio per fare pace

●Dopo la puntura del ceco sabato, si rivedono e si abbraccian­o Il dirigente Juve: «Rimasto male perché è andato all’avversario»

- Vincenzo D’Angelo

Dal grande freddo agli abbracci, tutto in 48 ore. Ieri nuova puntata della querelle Nedved-Marotta, con doppio episodio. Prima a Nyon, a margine del sorteggio europeo, dove il dirigente della Juve è tornato a parlare cercando di stemperare quel «non è mai stato juventino» rilasciato a freddo dopo aver visto l’amico Beppe festeggiar­e in tribuna con il presidente Zhang e il vice presidente Zanetti il primo successo della sua nuova avventura all’Inter. Poi a Torino, dove Pavel e Beppe, volti della rinascita bianconera, si sono incontrati in serata al Golden Boy 2018 di Tuttosport: un abbraccio e sorrisi, non troppo di circostanz­a ma nemmeno così spontanei, prima di salire sul palco, dove si sono scambiati carezze a vicenda. Però le parole hanno un peso e — al di là degli equivoci — lasciano il segno. E il messaggio sembra abbastanza chiaro a tutti: a Torino qualcuno non ha gradito la scelta di Marotta di accettare la corte di Zhang e la responsabi­lità di rilanciare una eterna rivale come l’Inter. Mentre al di là di tutto, è chiaro che l’uscita di sabato di Nedved non sia stata proprio delle più felici. E che magari si poteva evitare. NUOVA FRECCIATA Ecco, malgrado le strette di mano di ieri sera c’è la sensazione di non essere vicini ai titoli di coda della faccenda, perché la rivalità è appena iniziata e in fondo è anche giusto così: accettando la carica di a.d. Sport dell’Inter Beppe Marotta di fatto ha voltato pagina in fretta. E di sicuro non per partecipar­e. Lo dimostra la frase con cui si è presentato al mondo Inter nella sua prima a San Siro: «Il gap con la Juve è ancora molto grande. All’Inter voglio portare la mia esperienza e contributo a una realtà di per sé già forte. Ma ci troviamo in una situazione diversa rispetto al 2010 della Juventus». Ma torniamo a Nyon, ora di pranzo, con Nedved che ha cercato di correggere il tiro: «La Juve c’era prima di Marotta e ci sarà dopo Marotta, prima di Nedved e dopo Nedved. Ci sono due tipi di dirigenti: i profession­isti che possono andare a lavorare in tutte le squadre e quelli che non ci andrebbero. L’ho detto solo per quello». Nel frattempo la Juve ha pescato l’Atletico di Simeone, tra i possibili tecnici del futuro dell’Inter. E lo stesso Cholo ieri a Radio Rai ha confermato: «Prima o poi succederà». Da Nyon poi è intervento anche il vice presidente Zanetti, dopo il sorteggio di Europa League: «Non ho capito l’uscita di Nedved e non mi interessa quello che dice».

L’INCONTRO Il primo gesto di distension­e l’ha lanciato poi al Golden Boy Marotta, salutando Pavel con un buffetto che sapeva tanto di «ma cosa dici». Poi, dopo gli abbracci e le chiacchier­e (anche col d.s. Paratici), il chiariment­o è arrivato sul palco. Marotta ha punto la Juve ma anche mandato carezze agli amici lasciati a Torino: «C’è amarezza per il capitolo chiuso ma se ne è aperto un altro molto stimolante. Io vivo di passione. Tocca a me rilanciare una squadra che ultimament­e non ha vinto molto. Nedved e Paratici? Siamo rivali adesso, ma l’amicizia e l’affetto restano». La risposta di Nedved non si è fatta attendere: «Gli voglio molto bene, abbiamo vissuto splendidi anni insieme e ci sono rimasto male perché è andato dal nostro diretto avversario: loro si sono rinforzati». Insomma, c’eravamo tanto amati. Ma il futuro adesso è da miglior nemico.

E IL CHOLO... Intanto l’ex Simeone sfiderà la Juve in Champions e conferma «Io in nerazzurro? Prima o poi avverrà»

MAROTTA? UN PROFESSION­ISTA, FORSE NON È MAI STATO JUVENTINO

PAVEL NEDVED SULL’ESULTANZA DI MAROTTA

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 ?? LAPRESSE ?? L’abbraccio affettuoso tra Beppe Marotta, 61 anni, e Pavel Nedved, 46 anni, ieri sera a Torino
LAPRESSE L’abbraccio affettuoso tra Beppe Marotta, 61 anni, e Pavel Nedved, 46 anni, ieri sera a Torino

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