«Eusebio e la Roma possono rialzarsi e battere il Porto»
●L’ex capitano: «Squadra più forte rispetto a due anni fa In due mesi troveremo nuove energie e compattezza»
Se la Grande Bellezza – calcisticamente parlando – per ora sembra evaporata, quanto meno adesso ha portato con sé la Grande Paura. La Roma che prende il Porto, infatti, era il migliore dei mondi possibili. Così Eusebio Di Francesco può chiosare: «Sarà l’ennesima grande emozione tornare a giocare gli ottavi di Champions. Affronteremo il Porto, che ha totalizzato più punti di tutte nella fase a gironi e oggi è in testa al campionato. I precedenti non ci sorridono, ma in queste due gare cercheremo di sfatare il tabù».
PAROLE AMICHE Come si può immaginare, tutto questo ottimistico punto di vista passa da uno snodo essenziale, ovvero che l’allenatore abruzzese a febbraio e marzo sia ancora sulla panchina della Roma. Al momento (come potete leggere a fianco) non possono esserci certezze assolute, ma se c’è qualcuno a Trigoria che vorrebbe che tutto questo invece si materializzasse, quello è Francesco Totti, il capitano di una generazione. Non è un caso che ieri, a Nyon, l’ex campione giallorosso abbia speso parole sul sorteggio in parallelo a quelle consumate per Di Francesco. Un modo per lanciare un segnale forte e chiaro: Eusebio ha tutte le carte in regola per portarci fuori dal tunnel. «Il Porto sulla carta è la meno peggio tra le avversarie che ci potevano ALLENATORE ROMA capitare – dice Totti, che ritroverà sulla panchina rivale anche Conçeicao «avversario in tanti derby» –, anche se è una delle squadre più in forma in Europa e in campionato. E quindi è difficile da affrontare. È rognosa, rabbiosa, forte tecnicamente. Sarà una partita bella da combattere. Noi abbiamo due mesi di tempo per ritrovare la vecchia Roma. Ora recuperiamo qualche giocatore importante e con Di Francesco cercheremo di risollevarci il prima possibile».
IL PERCORSO Ovvio che pescare il Porto, per Totti, significa anche evocare la sfida di due anni fa, quella che portò all’eliminazione dei giallorossi – allenati da Luciano Spalletti – ai preliminari, e per lui, ancora calciatore, l’ennesima delusione. «Sono cambiate tantissime cose. Il Porto ora penso sia più forte di quello di due anni fa». E a chi gli chiede se lo sia anche la Roma, Francesco con intelligenza glissa.
Ora però c’è la Juve. «È un match complicatissimo, loro potrebbero vincere la Champions, ma lo affrontiamo con serenità. Un risultato positivo ci darebbe una grossa mano per andare avanti. D’altronde, io ci sono passato quasi ogni anno. Una piazza come Roma è molto più difficile, è normale che molti giocatori avessero paura di giocare. Avevamo solo un risultato, e con la rabbia e la determinazione ce l’abbiamo fatta. Il risultato è buono anche se la prestazione non è stata eccellente». Il ruolo da dirigente comincia a piacergli. «Sono all’inizio di un percorso molto lungo. Andando avanti capisco tante cose che da calciatore non avrei capito». Forse anche per questo il suo bunker intorno a Di Francesco resta saldo. Anche se Totti sa bene come funziona il gioco, e l’ultima parola in questo caso non potrà essere la sua.
SPERIAMO DI RIUSCIRE A SFATARE IL TABÙ COI PORTOGHESI
EUSEBIO DI FRANCESCO