La Gazzetta dello Sport

Rino e Pippo costretti a farsi del male

●Il milanista: «Come lui mi gioco tanto, ma è il calcio». Il bolognese: «Mi serve una vittoria per svoltare»

- Matteo Dalla Vite Marco Pasotto

Ifili bianchi sono aumentati. Età, stress, bioritmi da panca. Avevano i capelli corti o lunghi ma scuri scuri quando insieme alzarono la Coppa del Mondo. La baciavano, altro step di una vicinanza che fra Gennaro Gattuso detto Ringhio e Filippo Inzaghi detto Superpippo è via via diventata amicizia. Condivisio­ne: vincendo (tutto), soffrendo (tanto), incazzando­si e adrenalini­zzando il contesto perché sono fatti così (da sempre).

SFOGO E FIDUCIA Due del genere che hanno vissuto gli spogliatoi hanno il retaggio del proteggere lo stanzone, quelle mura. I giocatori. «Io in bilico? Continuate pure a sfogarvi su di me, sono il primo responsabi­le, è giusto che venga messo in discussion­e io quindi lasciate stare i giocatori: io per loro sono disposto a buttarmi nel fuoco» dice Ringhio. «Ho le spalle larghe - diceva Pippo qualche settimana fa davanti all’ennesima partita nella bassa classifica-: se proprio dovete prendervel­a con qualcuno, fatelo con me e non con i ragazzi». Affinità. Protezioni­smo. Ma oggi, stasera, è tutta un’altra sera: la panca è mobile, è il calcio. «La fiducia della società arrivata 24 ore dopo il ko di Empoli? - fa Pippo - Nei miei confronti non è mai cambiato nulla, quando ho iniziato a fare l’allenatore sapevo che sarei andato incontro a momenti bellissimi e no. Spesso paga l’allenatore, è il mestiere. Ma sono sereno, come sempre. Instagram e i gufi? Il post serviva a dare positività».

TU QUOQUE Dal Pireo con furore uno, dal terz’ultimo posto con rabbia l’altro. Fraterni amici ma stasera siamo al «tu quoque» per chi dovesse soccombere. «Potrei fare del male al mio amico Pippo? - dice Rino - Purtroppo fa parte del calcio, se non arrivano i risultati l’allenatore rischia di andare a casa. ● le Champions League vinte in rossonero da Rino Gattuso e Pippo Inzaghi, insieme al Milan dal 2001 al 2012: quella del 2002-’03 e quella del 2006-’07 ● gli altri trofei: 2 scudetti (‘0304 e ‘10-11), la Coppa Italia ‘0203, 2 Supercoppe Italiane (‘04, ‘11), 2 Supercoppe Europee (‘03, ‘07) e il Mondiale per club 2007

il Mondiale vinto da Gattuso e Inzaghi, in Germania nel 2006: Rino giocò 6 gare su 7, per Pippo una presenza, con gol, nel 2-0 alla Repubblica Ceca Ma le nostre gioie e le nostre avventure vissute insieme non si possono dimenticar­e. Entrambi ci giochiamo tanto però affetto, amicizia e rispetto restano» dice Rino. «Gattuso è un grande amico - racconta Pippo -, ci siamo sentiti un po’ di tempo fa quando era in difficoltà, abbiamo condiviso tante cose: inutile dire cos’è il Milan per me e viceversa, è incancella­bile ma oggi devo pensare al Bologna. Contro un Milan così forte la partita perfetta può non bastare, ma l’importante è uscire avendo dato tutto. E davanti ai nostri tifosi è doveroso: il tifo a Bologna è stato per me una grande scoperta, il gesto di venire in 1000 a Empoli mi è rimasto nel cuore».

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PIANTI, SCARPE E GONFI Gli aneddoti che uniscono i due sono svariati. Pippo e Rino hanno vissuto il Milan dal 2001 al 2012 vincendo due Champions League, due scudetti, un Mondiale per club e una Coppa Italia. Oltre a Berlino 2006.Una volta Rino raccontò così una questione di scarpe: «Me le rubava sempre: successe che fece gol con un mio paio e non me lo restituì più». Scaramanzi­a. Fu Gattuso a dare un consiglio sull’acquisto di Pippo ai dirigenti rossoneri. Paleolitic­o. Ma il futuro è adesso. «La reazione all’eliminazio­ne dall’Europa League? - ecco Rino - Nel calcio moderno vedere gente che piange nello spogliatoi­o per me è un bel segnale, mi ha colpito e qui nessuno si deve vergognare di nulla. Sappiamo bene che abbiamo fatto una figuraccia, ma solo chi ruba si deve vergognare, non chi lavora». E Pippo: «Se ho sentito Saputo? No, ma è un presidente che tiene tanto a questo progetto, abbiamo un debito nei suoi confronti. Dovremo dare una risposta sul campo anche per lui. La luce è dietro l’angolo, serve una vittoria per svoltare». Poi, prima di salutare, Pippo usa il suo slogan: «I ragazzi? Sono gonfissimi». Significa carichi. Pippo e Rino certamente più di loro.

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45 anni, ex attaccante. Guida Allievi e Primavera rossoneri e nel 2014-15 allena il Milan; al Venezia dal 2016 al 2018: promozione in B e playoff per la A. Da giugno è al Bologna

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