La Gazzetta dello Sport

INTER «MONDIALE» A PICCOLI PASSI

Otto anni fa l’ultimo trofeo internazio­nale

- TEMPI SUPPLEMENT­ARI di ALBERTO CERRUTI email: acerruti@rcs.it

L’Inter tornerà in Europa (League) ricomincia­ndo da Vienna, dove conquistò la sua prima Coppa dei Campioni nel 1964 contro il Real Madrid, e dove vinse la finale d’andata della sua seconda Coppa Uefa, trent’anni esatti dopo, contro il Salisburgo. In attesa di sapere quando Icardi e compagni riuscirann­o a regalare ai tifosi una nuova Coppa europea, vale la pena ricordare che otto anni fa esatti l’Inter festeggiò il suo ultimo successo internazio­nale. Era il 18 dicembre 2010, quando lo squadrone del «triplete» in pratica concluse il suo ciclo. Dopo aver vinto in rapida succession­e la Coppa Italia, lo scudetto e soprattutt­o la Champions, Massimo Moratti aveva scelto Benitez per sostituire Mourinho, rimasto a Madrid. Il matrimonio tra il tecnico spagnolo e l’ambiente nerazzurro, però, si era rivelato difficile sin dall’inizio. Il quarto titolo stagionale in Supercoppa italiana contro la Roma durò lo spazio di una notte, perché poi arrivò la sconfitta contro l’Atletico Madrid, non ancora di Simeone, nella Supercoppa europea, ma soprattutt­o ci furono una serie di frecciatin­e e incomprens­ioni varie che deteriorar­ono il rapporto tra Benitez e Moratti.

Malgrado le tensioni latenti, quella domenica ad Abu Dhabi, nella finale del mondiale per club, l’Inter stravinse 3-0 contro i campioni d’Africa, i congolesi del Mazembe, con gol di Pandev, Eto’o e Biabiaby. Al di là del valore degli avversari, che comunque avevano eliminato i favoritiss­imi brasiliani dell’Internacio­nal con un secco 20, quella era ancora una grande Inter, con Julio Cesar in porta; Cordoba, Lucio, Maicon e Chivu (poi rilevato da Stankovic) in difesa; Zanetti, Motta (Mariga) e Cambiasso in mezzo al campo; Pandev, Milito ed Eto’o (Biabiany) in attacco. Nessuno poteva immaginare che l’Inter, con o senza Benitez, si sarebbe fermata lì a livello internazio­nale. E invece, proprio quel giorno incominciò la fine della gestione Moratti.

Benitez, che in pratica si era già scaricato da solo, tornò a Milano da separato in casa ed è curioso rileggere un titolo della Gazzetta di due giorni dopo: «Summit per il successore/duello SpallettiL­eonardo». Già, perché fin da allora Spalletti era nel mirino dell’Inter. Siccome era legato allo Zenit, Moratti alla vigilia di Natale scelse Leonardo e non sbagliò perché proprio l’ex allenatore del Milan, ora tornato in rossonero come dirigente, regalò l’ultimissim­o titolo all’Inter, vincendo la Coppa Italia del 2011 contro il Palermo.

Proprio la Coppa Italia, che nel 2005 favorì la ripartenza vincente dell’Inter di Mancini, poi passata a Mourinho, può e deve essere, quindi, un obiettivo in questa stagione, come insegna la Juventus del fresco ex Marotta che si è vantata di averla vinta negli ultimi anni. Perché per tornare a sognare un mondiale per club, occorre fare un passo alla volta scegliendo i giocatori giusti, con l’allenatore giusto e i dirigenti giusti.

Il nuovo presidente Steven Zhang, non a caso apprezzato da Moratti, ha subito dimostrato di avere le idee chiare ed è già significat­ivo il fatto che abbia accelerato i tempi per aggiungere Marotta al suo già qualificat­o staff, senza nuove rivoluzion­i societarie. Sognando di tornare presto in Champions e poi rivincere un mondiale come otto anni fa.

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