La Gazzetta dello Sport

Il Verona sempre più su Tre schiaffi al Pescara

●●rosso stende la squadra della sua città grazie a una serata da top Spenta così la contestazi­one della curva verso il presidente Setti

- Nicola Binda INVIATO A VERONA

ARBITRO Minelli di Varese. ESPULSI nessuno. AMMONITI Marrone (V), Gustafson (V), Scognamigl­io (P), Machin (P) e Palazzi (P) per gioco scorretto.

NOTE paganti 1.672, incasso di 26.089,50 euro; abbonati 7.674, quota di 64.495,33 euro.

Tiri in porta 7 (con un palo)-5. Tiri fuori 1-4. In fuorigioco 1-2. Angoli 1-4. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 6’.

Soltanto una vittoria così avrebbe potuto smorzare la pesante contestazi­one di Verona. Missione compiuta per l’Hellas, che ha impedito alla curva di sfogare la sua rabbia, che vede il presidente Maurizio Setti e il tecnico Fabio Grosso come imputati. Il primo ha visto sventolare centinaia di cartelli con la scritta «buffone» e uno striscione che recitava «noi non ti lasceremo fare». Il secondo invece ha zittito tutti, perché la sua squadra ha vinto ancora, battendo un’altra diretta concorrent­e per la A e soprattutt­o trovando gol e occasioni con disinvoltu­ra. Bocciato il Pescara, vittima dei suoi errori, sia in fase difensiva che, soprattutt­o, in zona gol: la terza sconfitta di fila in trasferta lo fa scendere dal terzo al quarto posto. ● I tifosi del Verona sono tornati in curva al Bentegodi, ma hanno inscenato la loro protesta nei confronti del presidente Maurizio Setti La gioia di Andrea Danzi, 19 anni, per il gol dell’1-0 IPP-LAPRESSE LA CHIAVE Sapendo che il Verona tiene la difesa alta e cerca un insistito possesso palla nella metà campo avversaria, Pillon (nello stadio che lo vide arrivare in Champions con il Chievo) ha aspettato l’avversario per cercare di ripartire con i suoi proiettili negli spazi. Anche perché Grosso (contro la squadra della sua città) ha dovuto inventare i terzini: se Empereur l’ha già fatto, Ragusa è stato una novità, essendo un attaccante. Un disegno perfetto quello del Pescara, che stava funzionand­o visto che nei primi 6’ per due volte Mancuso è andato vicino al gol. Peccato che agli errori offensivi si sono sommati quelli difensivi. Il centrocamp­o a cinque (gli esterni d’attacco si abbassavan­o) non ha fatto il filtro necessario e il Verona ha trovato varchi inimmagina­bili, pescando le due reti che hanno indirizzat­o la partita: la prima con Danzi, al primo gol in carriera, con un sinistro debole ma efficace; la seconda su rigore, dopo l’ennesima fiammata di Zaccagni che spesso ha duettato bene con Di Carmine e, in questa occasione, rallentand­o in modo che Gravillon gli franasse addosso. Puntuale il timbro dal dischetto di Di Carmine, al sesto gol in carriera al Pescara.

LA REAZIONE Grande la saggezza del Verona, che dopo il vantaggio ha addormenta­to la partita per vivacizzar­la con rapide frecciate. Normale che arrivasse il terzo gol, nella ripresa, dopo l’ennesimo inseriment­o di Zaccagni e deviazione in porta del disorienta­to Del Grosso. Tre gol in una partita: solo col Carpi (4-1) l’Hellas ne ha fatti di più. Colpevole la difesa del Pescara, mal protetta da un centrocamp­o che quando c’è da far girare la palla è un lusso, ma che se deve coprire va in difficoltà. Certo, la squadra di Pillon non è mai stata a guardare e s’è riversata in avanti per rimettere in piedi la gara, passando al 4-4-2 con l’ingresso di Palazzi e sfiorando altre volte la rete, ma Monachello non era in serata e Silvestri ci ha messo del suo con un paio di ottime parate. In un finale con un rigore negato a testa (su Mancuso e Lee), solo Mancuso ha fatto centro, su assist di Machin, ma la speranza di rimontona è stata vana, anzi: Di Carmine nel recupero ha colpito un palo.

SENZA STORIA In 50’ l’Hellas si ritrova 3-0 grazie a Danzi, al rigore di Di Carmine e all’autogol di Del Grosso

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1-2 ● 3
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