La Gazzetta dello Sport

Sci Le donne-jet per la prima volta sulla Saslong

●La Kostner benedice il debutto della discesa femminile oggi sulla Saslong: «Non vedo problemi»

- Ester Ledecka

«Uomini, possiamo scendere anche noi sulla Saslong». Non è mai stata una da proclami Isolde Kostner, nemmeno quando vinceva spesso (15 successi in Coppa del Mondo, altri 36 podi, con due coppe di discesa), colleziona­va medaglie (3 olimpiche, 3 mondiali, con due ori consecutiv­i in superG nel ’96 e ’97). Finalmente le donne conquistan­o la «sua» Val Gardena, la pista di casa per Isolde, che è cresciuta a Ortisei e da anni collabora con il marito nell’attività alberghier­a di famiglia, il Garni residence Soraiser, proprio all’inizio di Selva, ma sul territorio di Santa Cristina: in pratica partenza e arrivo della storica discesa di Coppa del Mondo. «E’ sempre stato il mio sogno poter gareggiare qui». Si partirà più un basso, sotto al cancellett­o del superG maschile, la seconda Gobba del Cammello sarà aggirata a sinistra, perché un salto di 60 metri sarebbe davvero troppo. E le onde del Ciaslat sono state un po’ smussate, per evitare decolli pericolosi su una pista che le donne non conoscevan­o.

Che dice di questa apertura alle donne?

«Mi fa davvero tanto piacere che sia arrivato il momento delle donne qui in Val Gardena. E sono sicura che saranno in grado di farla questa discesa, come già succede normalment­e a Lake Louise, dove le differenze sono di metri, o a Kvitfjell, dove DUE COPPE DI DISCESA

la pista è la stessa, come lo era anche in Val d’Isere prima dei Mondiali del 2009, quando poi fecero una pista solo per la discesa maschile (la Face de Bellevarde). E’ che lo sci, la Fis, è un mondo di uomini e vogliono vedere questi problemi che in realtà secondo me non ci sono. Certo, lo so bene che a Kitzbuehel non potremmo scendere, ma ci sono tante sedi dove si potrebbe raddoppiar­e».

Lei ha mai fatto allenament­o vero sulla Saslong?

«Purtroppo una volta tutta intera non l’ho mai fatta, da atleta. Nemmeno da apripista. Mi sono solo allenata, ma tantissimo tempo fa. Avevo 15 anni, era ancora prima delle mie prime discese, ero veramente alle primissime armi da velocista. L’ho fatta solo a pezzi, e per di più vestita, nel senso che non avevo la tuta da gara, ma pantaloni e giacca a vento. Ma ce l’ho ancora in testa, ho ancora ricordi bellissimi».

Uomini e donne sulla stessa pista, a qualche giorno di distanza. E’ un formato che potrebbe funzionare secondo lei?

«Io ne sono convinta e dico di più: non sarebbe male proporre un format come già succede per fondo o biathlon, con donne e uomini impegnati nella stessa località, con gare distanziat­e di qualche ora. Secondo me sarebbe molto interessan­te, secondo me è un’idea da proporre alla federazion­e internazio­nale, non so se l’hanno mai preso in consideraz­ione. In fondo anche le gare che recuperiam­o qui in Val Gardena sono quelle che dovevano essere disputate in Val d’Isere ma sono state cancellate (per mancanza di neve, ndr) e in Francia già da anni si fanno prima le gare maschili e la settimana dopo le femminili. Questi sei giorni di gare consecutiv­e nelle Valli ladine, tra Val Gardena e Val Badia, sono uno spettacolo. Capisco anche che la Saslong è una delle Big 5, le discese fisse della Coppa maschile, e quindi, visto che in Italia ci sono tante altre belle piste per la discesa femminile, si è preferito allargare ad altre località».

Perché secondo lei non si è ancora fatto?

«Nello sport sempre e ancora gli uomini prevalgono sulle donne, anche se ormai se guardiamo i grossi personaggi ci sono anche nello sci femminile: una Vonn non è certo meno conosciuta di Hirscher, per esempio. E non solo lei. Certo, io non conosco i numeri dell’audience in tv, come sarebbe la risposta del pubblico, perché chiarament­e la prima cosa da valutare è se c’è l’interesse».

Lei continua a seguire lo sci, c’è qualche atleta che ama in particolar­e?

«Si, certo. Sono rimasta conquistat­a dalla sciata della francese Tessa Worley sin dalla prima volta che l’ho vista, nel suo primo gigante di Aspen, al suo esordio da ragazzina. Delle nostre mi piace molto la sciata fine e precisa di Fede Brignone, e poi la determinaz­ione e la convinzion­e che vedo in Sofia Goggia. Scende giù senza pensarci troppo».

Lei scia ancora?

«Si, ogni volta che posso. La scorsa settimana ero impegnata per un video per l’azienda turistica della Val Gardena, ho fatto qualche curva di gigante, che meraviglia sciare ancora tra i pali».

I suoi figli sciano?

«Il grande ha 12 anni e fa già le gare, anche il secondo di 10 scia, ma solo per piacere e non sarò certo io a spingerlo. L’ultimo ha 2 anni ed è ancora troppo piccolo, ma di certo proverà».

ISOLDE KOSTNER, 43 ANNI

Chi è la sua favorita per la prima discesa femminile sulla Saslong?

«Avrei detto la Shiffrin, perché la vedo molto sicura anche nella velocità. Ma non è venuta, così punto sulle più esperte, perché su una pista nuova conta l’esperienza. E poi c’è Nicol Delago, che è di casa. L’ho vista a Lake Louise, è in un momento di grande forma».

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