La Gazzetta dello Sport

NOI FAVORITI, IL PARADOSSO ITALIANO

●Simeone e Griezmann per i bianconeri: occhio alle ripartenze. I portoghesi segnano tanto

- di ANDREA DI CARO

Quasi quasi era meglio arrivare secondi. La Juve non avrà pensato altro quando s’è materializ­zato l’incubo Atletico. Sarebbe stato lo stesso con il Liverpool, ultimo finalista e altra minaccia di prima fascia precipitat­a in seconda. Non poteva essere più positivo invece l’orizzonte della Roma: il Porto. Non che la qualificaz­ione sia al sicuro: ma se c’era una squadra da prendere era quella portoghese, per limitare almeno i danni di un sorteggio da «non» teste di serie. Poi a febbraio si vedrà. Atletico e Porto sono guidati da due vecchie conoscenze: Simeone e Sergio Conceiçao. Proprio ieri il madridista non ha nascosto il vecchio sogno di allenare, un giorno, la sua ex Inter: «Succederà» Se serviva un motivo in più, eccolo.

VAR OTTAVI Se la Juve ha preso Ronaldo è per vincere la Champions, non per far calcoli dagli ottavi. Ma la partenza è in salita. Forse solo al Bayern contro il Liverpool è andata peggio. Da un lato il calcio moderno di sovrapposi­zioni e ripartenze veloci di Klopp, coniugato all’inglese, quindi il massimo. Dall’altro un Bayern che deve rinnovarsi, soffre con l’Ajax, insegue il Borussia in Bundesliga, ma in Europa sa come fare. Sorridono City (Schalke), Barça (Lione) e Real Madrid (Ajax). Equilibrat­a Borussia-Tottenham, mentre il Psg dovrà misurarsi con Mourinho. In teoria, nei quarti avremo l’élite. Debutterà la Var: ieri Rosetti si è confrontat­o con ex campioni quali Cambiasso, Figo, Karembeu. È tutto pronto, troppi errori in tempi recenti.

JUVE Il famoso «pullman» di Simeone davanti alla porta? Vedremo. CR7 contro l’altra Madrid, passando per lo stadio che ospita la finale il 1° giugno, è già una grande storia. Senza dubbio il Liverpool che corre ma lascia giocare sarebbe stato altrettant­o complicato. Allegri fin qui ha avuto problemi contro squadre schierate, corte e ben organizzat­e difensivam­ente: il potenziale enorme si è dispiegato meglio negli spazi. Simeone ha gente top: il portiere Oblak, Godin che sui calci piazzati è un centravant­i, Saul simil Iniesta che s’inserisce e segna gol belli e pensanti. In avanti, potenza bruta (Diego Costa, ma a rischio) e classe (Griezmann). Ad Allegri scegliere se pareggiare il conto sulle fasce del 4-4-2 di Simeone, o cercare la superiorit­à in mezzo con Dybala nel rombo.

ROMA Con tutto il rispetto per il Porto, siamo su un’altra categoria. S’è visto due anni fa contro la Juve: squadra attenta, qualche buona individual­ità come l’estroso laterale Brahimi, ma una cifra tecnica inferiore. Se la Roma fosse quella dell’ultima Champions non avremmo dubbi, il discorso invece resta in sospeso da qui a febbraio: quale Roma? Quale allenatore? Non si sfiora una finale di Champions per caso: da Kolarov a Nzonzi, da Pellegrini a Dzeko, nomi e cifre sono all’altezza dell’impresa. Con il Porto, però, mai un successo e due eliminazio­ni. La minaccia in più è il centravant­i Marega, maliano, 5 centri nei gruppi. In porta il mito Casillas. E il Porto viene da un gruppo nel quale ha vinto cinque partite (più un pari). Benvenuti nell’Europa che non ammette errori tipo Young Boys e Viktoria.

Gli spagnoli non lasciano giocare: Allegri con club così ha avuto problemi

I portoghesi hanno buone individual­ità ma una cifra tecnica inferiore alla Roma

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