La Gazzetta dello Sport

«Da bimba mettevo gli sci e scendevo per il Ciaslat»

●La gardenese tra gioia e incredulit­à: «È la pista che mi ha fatto crescere e adesso mi ha regalato questo. Che bello il tifo per me»

- INVIATA A SANTA CRISTINA (BZ) ma.po.

Sulla pista di casa, dove hai imparato a sciare, così vicina da sentire i microfoni degli speaker annunciare nomi e passaggi nelle gare sulla Saslong. Nicol Delago non smette di sorridere, di abbracciar­e, di prendersi gli applausi dei tanti che la conoscono da sempre.

Nicol, come ha fatto?

«Sono partita e subito ho sentito tutto il tifo, mi ha dato una carica incredibil­e. Mi sono detta: vai a tutta. Incredibil­e che sia andata così, qua a casa il mio primo podio. C’era tutta la mia famiglia, troppo bello. Ho voluto godermela tutta».

Questa è davvero la sua pista di casa.

«Sì, io abito qui sopra (indica col dito le case sopra all’arrivo, all’altezza del Ciaslat). Quando tornavo da scuola mettevo gli sci e scendevo di qui per prendere gli impianti e salire su tutte le piste a sciare. È la pista che mi ha fatto crescere e adesso mi ha regalato questo. Una storia incredibil­e, sono troppo felice. È il massimo. È un regalo per Natale e compleanno (compirà i 23 anni il 6 gennaio) insieme».

Il segreto?

«Mi sono studiata bene il tracciato con i tecnici, le linee erano chiare, ho cercato di curare più parti in cui in prova non ero stata perfetta, come al Ciaslat. Non potevo buttare questa occasione. Già mi veniva da piangere quando ho sentito che c’era la gara in casa, come se mi sentissi qualcosa dentro».

La chiave?

«Nella terza prova, prima della gara, ho cercato di correggere le cose che avevo sbagliato lunedì. Poi però ho capito che se non avessi attaccato a tutta non sarei arrivata da nessuna parte. Questo mi ha motivato ancora di più».

L’aveva mai sognato?

«No, non avrei mai immaginato una gara femminile qui, figuriamoc­i se potevo pensare di farla io e di finire seconda. Sono stata qui a raccoglier­e autografi in SUI RICORDI DA BAMBINA AFP fondo alla pista, a vedere le gare dei maschi, a portare la bandierina alle estrazioni dei pettorali».

Non ha sentito la pressione?

«No, in questi giorni ho dormito a casa. Le prove erano andate bene. Ero abbastanza tranquilla. Mi sono concentrat­a solo sulla prestazion­e, non vedevo l’ora di scendere. Ho dato tutto quello che avevo, più di così non potevo fare».

Non c’erano timori dopo aver visto la caduta di Gisin nella discesa maschile di sabato?

«No, sappiamo che la caduta fa parte del gioco. Non l’abbiamo vista perché ci stavamo allenando».

Fa effetto finire dietro all’iridata Stuhec?

«Che classe, è tornata subito in alto dopo il grave infortunio che l’ha tenuta fuori tutta la scorsa stagione».

Che cosa significa per il futuro?

«Darò tutto per continuare a divertirmi sciando. Quello mi fa andare veloce è che ho una voglia pazzesca di sciare e scendere. Ma non voglio pensare troppo avanti, voglio solo concentrar­mi sulla prestazion­e, senza pensare al risultato».

Una dedica?

SCENDEVO A RACCOGLIER­E AUTOGRAFI ALLE GARE DEI MASCHI

NICOL DELAGO

«Questo podio è per mio papà Norbert, che sta dando cuore e anima per me e mia sorella Nadia, per permetterc­i di vivere queste emozioni, questo sogno. Lui va matto per lo sci. E poi vorrei ringraziar­e tutti quelli che mi hanno sempre sostenuta sin da piccola, la squadra che quest’anno ha perso tante atlete per infortunio, il gruppo sportivo delle Fiamme Gialle che mi è sempre stato vicino».

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 ??  ?? Nicol Delago, a sinistra, sul podio con la vincitrice Ilka Stuhec, 28 anni, e Ramona Siebenhofe­r, 27
Nicol Delago, a sinistra, sul podio con la vincitrice Ilka Stuhec, 28 anni, e Ramona Siebenhofe­r, 27

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