La Gazzetta dello Sport

Bruxelles-Roma: ultimo chilometro «Trovata l’intesa»

●Manovra, l’annuncio del ministero dell’Economia Il governo frena: «Via libera tecnico, non ufficiale»

- Di STEFANIA ANGELINI LA TRATTATIVA PER EVITARE LA PROCEDURA

AFP

Giovanni Tria.

Le modifiche apportate dal governo di Roma nel secondo schema della Manovra contenevan­o, secondo il giudizio dell’Europa, troppe entrate che avrebbero inciso per un solo anno. La Commission­e, invece, insisteva per misure «struttural­i» fino a tre miliardi in più e non solo temporanee. Ma ieri, dopo il colloquio telefonico tra il premier Conte e i commissari Dombrovski­s e Moscovici - oltre alla disponibil­ità a dare un via libera ad un deficit nominale al 2,04% - il governo avrebbe limato ancora i numeri dello “struttural­e”. I tre miliardi mancanti per ridurre il deficit verrebbero da risparmi di spesa, dismission­i e rinvii di agevolazio­ni alle grandi aziende. Ma c’è pure chi sospetta che dietro l’annuncio serale dell’accordo ci sia una forzatura di Tria per far accettare novità sgradite a Lega e M5S. Conte, però, in giornata ha dovuto ribadire che su Quota 100 e reddito di cittadinan­za non si poteva intervenir­e ulteriorme­nte. In mattinata era stato il vicepremie­r Luigi Di Maio a dettare i tempi sulle due misure bandiera del governo LegaCinque­stelle, garantendo la partenza di Quota 100 a febbraio, mentre per il reddito se ne parlerà a marzo: «Poiché partono un po’ dopo, costeranno un po’ di meno».

Lo stallo causato dal protrarsi delle trattative con l’Ue ha fatto infuriare le opposizion­i.

«Il ministro Tria deve venire in commission­e e il presidente Conte in Aula, a darci contezza del perimetro complessiv­o della Manovra, cioè quanto si spenderà, come, dove e da parte di chi», ha tuonato Anna Maria Bernini, capogruppo dei senatori di Forza Italia. Mentre i democratic­i hanno persino minacciato di occupare l’Aula. Per calmare gli animi agitati tra i banchi del Senato, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha assicurato la disponibil­ità di Conte e Tria a riferire in Aula, ma solo dopo che la Commission­e avrà comunicato il verdetto. Così oggi il premier andrà in Senato (alle 12) per spiegare l’esito della trattativa con l’Ue. Mentre ha già provveduto a rinviare la conferenza stampa di fine anno (prevista per venerdì), perché proprio quel giorno potrebbe arrivare il voto definitivo sulla Legge di Bilancio.

La Manovra approda in Aula domani: sul tavolo, il pacchetto di emendament­i presentato ieri dal governo.

A cominciare dalla ecotassa sulle auto. Quattro le soglie previste dal 1° marzo: da 1.100 a 2.500 euro per chi acquista un veicolo più inquinante. La cifra più bassa riguarda le auto che emettono da 161 a 175 Co2 g/km, quella più alta penalizza i veicoli che superano i 250 Co2 g/ km. Una norma che tocca anche modelli non considerat­i di lusso. I contributi massimi sono invece di 6000 euro per chi rottama l’auto e compra un’elettrica nella fascia di emissioni 020 grammi/ km di Co2 (4 mila senza rottamazio­ne). Tra gli altri emendament­i, da segnalare i tagli ai premi Inail per ulteriori 1,5 miliardi nel triennio (con riduzione del cuneo fiscale di 410 milioni nel 2019) e l’addio a un “totem” nazionale come il Totocalcio (e il Totogol).

I segnali di una giornata infuocata arrivavano anche da fuori, con le proteste degli Ncc (Noleggi con conducente)…

A scatenare la “rivolta” contro il governo, è la prevista cancellazi­one ad un emendament­o M5S alla legge di Bilancio che avrebbe introdotto alcune misure per liberalizz­are il mercato delle auto con conducente. Centinaia di autisti hanno manifestat­o a Roma, causando momenti di tensione con la polizia. In serata, sui sampietrin­i della capitale, giacevano ancora i brandelli di alcune bandiere del Movimento 5 Stelle incendiate.

IL VERDETTO FINALE

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IL NUME RO

Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso ieri in calo, a 269 punti base dai 270 registrati lunedì

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Il premier Giuseppe Conte, 52 anni e il presidente della Commission­e Ue Jean-Claude Juncker, 64

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