La Gazzetta dello Sport

IL MIRACOLO DI SOFIA

Appena tornata dall’infortunio, la Goggia è argento nel SuperG mondiale «La medaglia della maturità» La Shiffrin è oro soltanto per 51 cm

- Simone Battaggia INVIATO AD ARE (SVEZIA)

È

sempre la Sofia di PyeongChan­g. Fa le linguacce alla telecamera, lancia un’occhiatacc­ia a chi le ha passato la bandiera «sbagliata» durante la premiazion­e. È sempre lei, schietta, quando fa notare che è strano dirsi sorpresi di una medaglia d’oro quando si indossa il pettorale rosso di leader della classifica di superG, mentre i media di tutto il mondo ridacchian­o per la stoccata a Mikaela Shiffrin. Ed è sempre lei, per fortuna, sugli sci. I cento giorni lontana dalle gare per l’infortunio di ottobre non l’hanno cambiata, semmai l’hanno fatta maturare. E così dalla Sud Corea alla Svezia, dalla discesa al superG, dal freddo asiatico al gelo scandinavo, l’Italia ritrova la sua donna da podio. Velocissim­a, entusiasta, felice di divertirsi. Un anno fa fu d’oro in discesa, questa volta è d’argento in superG, a completare un trittico di medaglie in tre diverse discipline — era stata anche bronzo in gigante ai Mondiali di St. Moritz 2017 — che confermano il suo talento poliedrico.

GRANDE ITALIA I Mondiali scandinavi iniziano nel modo migliore per l’Italia. Un argento pesantissi­mo, quattro ragazze tra le prime dieci con una ritrovata Nadia Fanchini quinta, una splendida Francesca Marsaglia settima e una sfortunata Federica Brignone decima, scesa proprio quando il sole ha lasciato posto alle nuvole e la scarsa visibilità le ha negato una chance. Fino a quel momento era stato un superG spettacola­re, nonostante i 10 secondi in meno per il taglio della parte alta a causa del vento. Perché l’accorciame­nto aveva costretto tutte le atlete a tirare al massimo ogni curva, a scavare in ogni piega del tracciato alla ricerca della velocità per fare la differenza. Sofia Goggia dirà di aver avuto «troppo rispetto» nella parte alta e di essersi divertita un mondo in quella bassa. Mikaela Shiffrin, la regina, avrebbe fatto il contrario, con un azzardo enorme nell’ultimo salto prima dello schuss finale, dove ha rischiato di saltare una porta.

SOFIA SAGGIA Sofia Goggia è la stessa, ma è anche diversa, più matura. Ha imparato ad aspettare, ad alzare il piede se serve, a non attaccare per forza sempre a tutta perché così si rischia di perdere tutto e anche di farsi male. Sofia scrive un’altra splendida pagina della sua storia sportiva, del suo «percorso» come ama dire lei. Regala all’Italia un argento nel gelo — alle 13.30 la temperatur­a all’arrivo era di -18° — al termine di un superG tiratissim­o, giocato sulle frazioni di secondo, con le prime tre racchiuse in cinque centesimi e le prime sei in 16. La spunta di 2/100 (tradotti, sono 51 centimetri) Mikaela Shiffrin («Sono stata anche fortunata», ammetterà), sempre più candidata al ruolo di regina di un’edizione che la vedrà protagonis­ta in almeno tre gare — per la combinata deciderà in queste ore — e che segna il tramonto della monarca precedente, Lindsey Vonn, ieri malamente uscita e fortunata per essere rimasta illesa. La terza è la svizzera Corinne Suter, 24 anni e mai un podio in Coppa del Mondo, commossa fino alle lacrime che le solcano il viso in conferenza stampa. LA BANDIERA PICCOLA Sofia invece sorride, intrattien­e, è padrona della situazione. «Sono sorpresa del risultato ma non di come ho sciato», spiega, perché la consapevol­ezza era già arrivata coi due secondi posti di Garmisch.

Dice di non essere felicissim­a «perché non ho sciato al cento per cento», ma poi sottolinea che ai Mondiali si fa così, che non è facile dare il massimo e che quindi bisogna prendere quello che viene. Sofia dà l’impression­e che questo sia solo l’inizio. Quando sale sul podio, infreddoli­ta fino ai brividi, le danno una bandiera italiana che non può mostrare, con una grande scritta nera «Sofia Goggia». «Era quella di un fan — racconta —, non mi sembrava bello usarne una così in un momento del genere. Così ne ho chiesto un’altra e me ne è stata data una che sembrava un fazzoletto, tanto era piccola. Ma per il 10 corriamo ai ripari, vero? Prendiamo quella grande».

AMBIZIONE Ecco a dove porta il percorso di Sofia. Il 10 è domenica, il giorno della discesa. «Ora mi metto al lavoro per prepararla bene», dice. «Sta sciando forte — commenta Matteo Guadagnini, capoallena­tore azzurro —. Dopo i primi giorni di adattament­o, dopo i momenti disastrosi per l’impatto con lo scarpone, ha ritrovato il gesto tecnico, e non solo nella velocità». Il cammino di Sofia prosegue, e promette molto altro.

LA CHIAVE Terza medaglia dopo l’argento in gigante a St. Moritz e l’oro olimpico in discesa

La Shiffrin regina: «Sono stata anche fortunata». La Suter conquista il bronzo

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Wonder Goggia La bergamasca, 26 anni, in azione. Sotto: sul podio con l’americana Shiffrin
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 ?? AP ?? Il podio del superG: da sinistra Sofia Goggia, 26 anni, Mikaela Shiffrin, 23, e Corinne Suter, 24 anni
AP Il podio del superG: da sinistra Sofia Goggia, 26 anni, Mikaela Shiffrin, 23, e Corinne Suter, 24 anni

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