IL MONDO E’ PARIS
L’oro della consacrazione: «Mai fatta una gara così difficile» La compagna Kristina: «Dominik scia con la gioia dentro»
Sì, il Superman della velocità ce l’abbiamo noi. Fantastico Dominik Paris, il suo oro mondiale è un’impresa che fa gonfiare il petto a tutta l’Italia, non solo a quella dello sport. Dopo l’argento di Sofia Goggia nella gara d’apertura è arrivato un acuto storico, di quelli che non si dimenticano. Il nostro gigante delle nevi li ha messi dietro tutti con una gara nemmeno perfetta dal punto di vista tecnico ma efficace nel modo aggressivo con cui ha lasciato andare gli sci su una pista che a causa della luce nascondeva parecchi trabocchetti. L’azzurro, che sta disputando una stagione eccellente in Coppa del Mondo, era senz’altro uno dei favoriti della vigilia o addirittura l’uomo da battere. Ma, da qui a vincere, il passo non è mai facile. Il fluido magico inalato a Kitzbuehel, dove ha colto il terzo posto proprio in superG dopo aver vinto la discesa, ha rafforzato la sua autostima, la convinzione di poter essere protagonista nell’appuntamento clou dell’anno. E così è stato, alla prima chiamata. Come i veri fuoriclasse, Domme (il suo soprannome) s’è fatto scivolare addosso la pressione che inevitabilmente gli pendeva sulla testa scaricandola sugli sci e cogliendo un risultato che lo fa entrare di diritto tra i più grandi di sempre della velocità.
È davvero un personaggio questo Dominik. Il fisico imponente e quei modi a volte spicci possono farlo sembrare un omone rude. Se a ciò unite il fatto che è leader di un gruppo di musica heavy metal, il profilo del talento ribelle potrebbe essere perfetto. In realtà è un ragazzo di 29 anni che nasconde un animo dolce emerso quest’estate quando è nato il suo primo figlio,Niko. Da allora il carabiniere-forestale che vive a Santa Valburga, nella lontana Val d’Ultimo, ha cambiato passo. Nella vita e nello sci. Una maturazione anche psicologica. Perché la serenità è un valore aggiunto non indifferente. Che fosse la stagione giusta Paris l’aveva già annusato in estate durante gli allenamenti sulle nevi del Sudamerica. Andava forte e a chi lo avvicinava per carpirne gli umori continuava a ribadire come un mantra che «voleva esplorare i suoi limiti». Era sicuro di sé e aveva fiducia. Sensazioni che si sono tramutate in realtà. I terzi posti di Lake Louise e Beaver Creek, la doppia vittoria a Bormio e il capolavoro sulla Streif l’hanno catapultato sulla copertina del Circo Bianco. Perché al di là delle classifiche non tutte le piste hanno lo stesso peso specifico e quelle che l’hanno visto come protagonista sono a cinque stelle. Adesso, dopo aver riportato in Italia l’oro in superG che s’era colorato d’azzurro proprio ad Are nel 2007 con Patrick Staudacher e poi a Garmisch nel 2011 con Christof Innerhofer (splendido quarto ieri), il nostro eroe deve guardare con fiducia alla libera. Quella è la specialità preferita dove può sprigionare potenza e classe e con la quale ha un conto aperto dai Mondiali di Schladming del 2013 quando fu argento dietro a Svindal. Sabato sul ghiaccio svedese sarà una volta di più il nemico numero uno per tutti. Vai mitico Paris, vogliamo che il nostro Superman delle nevi ci faccia sognare ancora.