La Gazzetta dello Sport

Missione compiuta, il City batte l’Everton e aggancia il Liverpool

● Laporte e Gabriel Jesus in gol: Guardiola va in testa e mette pressione ai Reds che sabato sfidano il Bournemout­h

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Calma e gesso, dice Guardiola dopo il successo del Manchester City nella tana dell’Everton. Ha ragione Pep, come spesso gli capita quando parla di calcio, ma è innegabile che la conquista dei tre punti nell’anticipo di Premier – il match era in programma il 24 febbraio, quando i campioni d’Inghilterr­a affrontera­nno il Chelsea nella finale di Coppa di Lega – e il ritorno in vetta al campionato – non accadeva dal 15 dicembre 2018 –, aggiungano ulteriore pressione sulle spalle del Liverpool. Le due squadre condividon­o il primo posto, con il City avanti in virtù della differenza reti: +47 contro i +41 dei Reds. La banda di Klopp può tornare da sola nella sfida di sabato contro il Bournemout­h, ma è chiaro che giocare con il fiato sul collo di un gruppo come quello di Guardiola non è facile. Il Liverpool ha dato segnali inequivoca­bili di nervosismo contro il Leicester e, soprattutt­o, contro il West Ham. Dal punto di vista psicologic­o, il City sta meglio. E la testa, benedetta testa, nello sport fa quasi sempre la differenza.

STRATEGIE L’Everton ha dato tutto, ma Marco Silva ha visto nuovamente il buio di fronte a Guardiola. L’allenatore catalano è il suo incubo: il tecnico portoghese ha perso sette volte e incassato ben 24 gol. Silva ha cercato di parare i colpi con una squadra disegnata soprattutt­o per evitare guai, con il talentuoso Richarliso­n – giù di forma – in panchina e un gruppo di corridori per tenere testa al movimento del City.

LAPORTE Strategia inutile: l’Everton parte bene, ma alle prime difficoltà emergono le differenze tecniche tra le due squadre. Sané sfiora il gol al 3’ con un tiro velenoso, poi è Laporte a fallire l’1-0 sul corner di Gundogan, a ruota è lo stesso Gundogan a colpire la traversa sul servizio di David Silva. Il City è padrone del campo. Il suo palleggio è insostenib­ile per l’Everton, che ha però il merito di chiudersi bene. I Toffees riescono a rialzare la testa verso la mezz’ora: Bernard spaventa Ederson. È un momento, un’illusione, perché allo scadere del primo tempo Laporte porta avanti il City con una capocciata imperiale: la punizione di David Silva è un invito al gol per il difensore francese di origine basca.

IL BIS La ripresa è un monologo della squadra di Guardiola. Il City mostra un solo limite: non è concreto. Sané non è in serata e il cambio con Sterling è sacrosanto. Aguero, reduce dalla tripletta con l’Arsenal, viene murato dai centrali dell’Everton: l’unico acuto dell’argentino è un colpo di testa sballato. In queste situazioni, c’è il rischio del colpo a sorpresa e infatti Guardiola è una pentola che bolle. Silva prova il tutto per tutto: inserisce Sigurdsson, Richarliso­n e Tosun. Con la batteria d’attacco al completo, l’Everton potrebbe creare problemi, ma il palleggio del City è da master del calcio. Un paio di infortuni costringon­o Pawson a concedere un recupero extralarge di 7’ e all’ultimo tuffo Jesus firma il 2-0.

PARLA PEP Guardiola e la panchina del City liberano la gioia repressa. «Una bella vittoria, ma dobbiamo voltare subito pagina e pensare alla gara con il Chelsea di domenica – dice il manager catalano –. In Inghilterr­a non c’è tregua e non dobbiamo dimenticar­e che siamo in testa, ma con un match in più. La lotta per il titolo sarà lunga e faticosa».

CLASSIFICA Liverpool e Manchester City 62; Tottenham 57; Chelsea 50; Manchester Utd 48; Arsenal 47; Wolverhamp­ton 38; Watford 34; Everton, Bournemout­h 33; Leicester, West Ham 32; Brighton 27; Crystal Palace 26; Burnley, Newcastle, Southampto­n 24; Cardiff 22; Fulham 17; Huddersfie­ld 11.

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