La Gazzetta dello Sport

«MI VEDEVO MECCANICO E A SCUOLA GIOCAVO... DI SQUADRA»

OGGI IL VELOCISTA NUMERO 1 AL MONDO FESTEGGIA 30 ANNI. SVELA PASSIONI E CURIOSITÀ Viviani TRA FAMIGLIA, FRATELLI, AMORE

- di CIRO SCOGNAMIGL­IO cscognamig­lio@gazzetta.it

Sono anni che finisce in prima pagina, e vuole continuare a farlo. Oggi Elia Viviani spegne 30 candeline: nel 2016 era l’olimpionic­o di Rio (pista, omnium), adesso è - anche - campione d’Italia e velocista di riferiment­o su strada, dopo i 18 centri 2018 e i 2 in questo 2019. Molto si conosce già, del veronese della Deceuninck-Quick Step. Noi siamo andati a caccia del Viviani segreto. Assieme a lui.

1 «IO E LA SCUOLA»

«Ero uno dei migliori ‘copiatori’ della storia! Se mi hanno scoperto? Mai gravemente, l’ho sempre scampata. I ‘prof’ mi riprendeva­no, ma mai al punto di rischiare la cancellazi­one del voto. Diciamo che giocavo di squadra già a quei tempi, quando mi sono diplomato perito meccanico. Materia preferita? Matematica, amavo i calcoli e i conti. Italiano e storia, invece... niente da fare».

2 «IO E BALLERINI»

«Sì, Franco è morto proprio il 7 febbraio, 9 anni fa. Ero al Giro di Cuba con i pistard per preparare il Mondiale. Atterriamo, arriviamo in hotel, dormiamo e ci svegliamo con questa notizia. L’avevo conosciuto, Ballerini, anche in un ritiro, ma non ancora così bene purtroppo. Dall’Avana ci siamo spostati a sud di Cuba dove c’era la prima tappa e con un compagno andammo a cercare una sarta, in mezzo al nulla, che ci facesse le bande nere e ce le cucisse per mettere il lutto al braccio».

3 «IO E LA FAMIGLIA»

«Siamo tre fratelli. Io, Luca, Attilio. Io quello più simile alla mamma, nel senso di voler arrivare dappertutt­o. E il più coccolato. Attilio, il più piccolo, è anche il più birichino. Del tipo ‘cade il mondo e non mi sposto, ci pensino gli altri a tutto’. Per Luca, il calciatore, vale la modalità ‘Sono per i fatti miei, lasciatemi per i fatti miei’. Ma ora è il fratello dei tre che fa più di tutti, anche per la gestione del negozio di famiglia».

4 «IO E UN’ALTERNATIV­A»

«Se non avessi fatto il ciclista? Forse sempre nello sport, avrei potuto continuare col calcio. Altrimenti... un lavoro nell’ambiente sportivo. Mi piace passare giornate intere in officina con i meccanici. Proprio il meccanico, magari. Oppure, ho un rapporto speciale con il capo di Dmt, il mio sponsor delle scarpe, che è un po’ il mio padre ciclistico, e allora penso a un ruolo in azienda. Vale pure per il futuro».

5 «IO E I BIG DELLO SPORT»

«Se parliamo di calcio, l’idolo di sempre è Alessandro Del Piero. Non l’ho mai incontrato. Sono legato al suo ruolo di sempre fedele alla maglia, il numero 10 che tutti vogliono... e l’essere ogni volta con i piedi per terra. E poi... impression­ato da Valentino Rossi. Ho visto un Gran Premio dal vivo, a Valencia. Da solo fa almeno il 50 per cento di tutta la MotoGp».

6 «IO E I SUCCESSI»

«Mettere in fila le vittorie non è facile ma quella del campionato italiano 2018 a Darfo Boario Terme in un certo senso è stata la più difficile, e anche la più bella corsa che ho vinto su strada. Perché era molto dure e perché mi fa portare il Tricolore per un anno».

7 «IO E IL TALENTO»

«Penso di saperlo riconoscer­e molto bene. Io ne ho per la bici ma ho diviso e divido la

squadra con chi ne ha molto più di me! Sarebbe facile dire Sagan, e infatti lo dico, però un altro nome è Alaphilipp­e. Fa apparire facili cose difficilis­sime».

8 «IO E LA PRIMA VOLTA»

«Se non consideria­mo il Giro di Cuba, che però secondo me vale, il primo successo da pro’ l’ho ottenuto lì. Un caos! Nelle prime volate facevamo il treno per Chicchi, che poi si ritirò. Allora si aprì spazio per me e quel giorno il treno di Greipel, della mitica Htc... deragliò. Caduti tutti. A 800 metri era partito mi sembra Giorgio Brambilla, ero secondo. Lancio la volata, Visconti cerca di passarmi da dietro alle transenne, io ‘tengo’ e esulto».

9 «IO E LA RELIGIONE»

«Non sono troppo superstizi­oso. Se succede una cosa, so che è stato per un motivo e non do la colpa a nessuno. Tra l’altro sono credente, pur se non tantissimo praticante. L’anno scorso, al Giro d’Italia, Don Daniele Laghi mi ha regalato un rosario e l’ho tenuto in tasca fino a Roma».

10 «IO E L’AMORE»

«Che compagno sono? Rispetto a Elena, sono quello dei due che cerca di più l’equilibrio. Lei è molto più sanguigna. Sono dell’idea che passiamo poco tempo a casa e quel tempo va trascorso in armonia. Elena è appunto più sanguigna, se è felice è felice ma se deve arrabbiars­i per qualcosa lo fa senza troppe storie. Ci completiam­o».

NOVE ANNI FA MORIVA BALLERINI AVREI VOLUTO CONOSCERLO BENE VIVIANI / 1 SUL GRANDE C.T. AZZURRO ELENA È PIÙ SANGUIGNA, IO HO PIÙ EQUILIBRIO. CI COMPLETIAM­O VIVIANI / 2 SULLA FIDANZATA HO TALENTO, MA ALAPHILIPP­E O SAGAN NE HANNO MOLTO DI PIÙ VIVIANI / 3 CON DI ROCCO (PRES. FCI)

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 ??  ?? DUE CUORI UNA BICIElia Viviani, veronese, oggi 30 anni, con la fidanzata Elena Cecchini, 26, punto fermo della Nazionale del c.t. Salvoldi e iridata cronosquad­re. La friulana corre nella tedesca Canyon. Sotto, la prima vittoria 2019 di Elia al Tour Down Under in Australia CAILOTTO/BETTINI
DUE CUORI UNA BICIElia Viviani, veronese, oggi 30 anni, con la fidanzata Elena Cecchini, 26, punto fermo della Nazionale del c.t. Salvoldi e iridata cronosquad­re. La friulana corre nella tedesca Canyon. Sotto, la prima vittoria 2019 di Elia al Tour Down Under in Australia CAILOTTO/BETTINI
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