La Gazzetta dello Sport

Il lampo di Viñales un segno di ottimismo anche per Valentino

●Maverick primo e con buon passo. Rossi: «La Yamaha è cresciuta, ma è raro correre con le temperatur­e di Sepang»

- Giovanni Zamagni SEPANG

Maverick Viñales primo per distacco, velocissim­o nel passo. Valentino Rossi: sesto, con buone sensazioni, efficace con le gomme usate. E’ riscatto Yamaha? Calma. Qui la M1 era stata competitiv­a anche nel GP 2018. E’ vero, però, che i tempi, le sensazioni, i commenti e anche i visi dei piloti sono molto diversi rispetto alla fine della scorsa stagione. «Stiamo lavorando bene, abbiamo migliorato, stiamo andando nella giusta direzione» dicono i due piloti, anche loro ben attenti a non sbilanciar­si. «Aspettiamo di fare una simulazion­e di 20 giri» spiega Maverick, che oggi alle 15, l’ora più calda, quella del GP, proverà a coprire la distanza della gara. «Provare su una pista dove eravamo già stati veloci l’anno scorso è positivo perché hai dei dati importanti con i quali confrontar­ti, ma può rimanere il dubbio che i migliorame­nti possano essere dovuti alle caratteris­tiche del tracciato» aggiunge Rossi, che non ha nessuna intenzione di emulare il compagno di squadra nella sua simulazion­e. «Fa troppo caldo, fare tanti giri consecutiv­i ti toglie energie: in questo momento, per me, è più importante continuare a testare materiale e a sistemare la M1» spiega Valentino.

RIVOLUZION­E Ma che cosa hanno fatto alla Yamaha per reagire a una delle peggiori stagioni della propria storia? Intanto sono cambiati alcuni uomini chiave, come Kouichi Tsuja, il protagonis­ta della clamorosa ammissione di colpa pubblica in Austria nel 2018: il capoproget­to è adesso Takahiro Sumi, fino all’anno scorso responsabi­le dello sviluppo del telaio. Sono cambiate altre cariche importanti, si prova a essere più aggressivi negli interventi e il reparto elettronic­o di Germo di Lesmo, nato nel 2011, assume un ruolo fondamenta­le: sempre coordinato dal belga Koen Cuppens, al quale si è aggiunto dalla fine dell’anno scorso Michele Gadda, adesso lavora direttamen­te in simbiosi con la Yamaha in Giappone, anche per la meccanica e la dinamica della moto, con prospettiv­a di rafforzars­i ulteriorme­nte in futuro. Anche all’interno del box, sempre coordinato da Maio Meregalli, con a capo Lin Jarvis, sono cambiate delle persone chiave, soprattutt­o dalla parte di Viñales, che non è mai riuscito ad avere un buon rapporto con il capo tecnico Ramon Forcada, sostituito da Esteban Garcia, molto meno esperto, ma con il quale Maverick si trova a meraviglia.

SODDISFATT­I Il risultato, per il momento, è incoraggia­nte: Maverick ieri ha sfiorato il primato assoluto della pista. «Mi sento bene sulla moto e, soprattutt­o, abbiamo migliorato continuame­nte dalla mattina fino al “time attack” della sera. La M1 è cresciuta nell’intero pacchetto: motore, telaio, elettronic­a, specie nel freno motore. Adesso ho più fiducia, posso guidare con lo stile che mi piace, essere più aggressivo in frenata, ma dobbiamo verificare il consumo delle gomme» spiega lo spagnolo. Anche Rossi è sulla stessa lunghezza d’onda. «La moto è migliorata, si è lavorato nella direzione giusta, ma ancora non basta. Ho girato tanto con le gomme usate: i piloti Ducati sono stati veloci nella loro simulazion­e, ma noi non siamo lontani. Bisogna essere molto attenti nelle valutazion­i: Sepang è una pista tecnicamen­te completa, ma con condizioni di temperatur­e estreme, che non si trovano spesso durante la stagione. Io e Viñales siamo d’accordo su come intervenir­e: in Yamaha hanno tante idee, c’è più entusiasmo e si rema tutti nella stessa direzione». E’ un buon punto di partenza.

67

DISTACCO

I millesimi tra il tempo di Viñales e il record (1’58”830) firmato il 29.01.18 da Lorenzo (Ducati)

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Valentino Rossi, 39 anni: ha vinto 9 titoli, 7 in classe regina MILAGRO

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