La Gazzetta dello Sport

Flamengo La strage dei piccoli campioni

Le storie e le speranze dei dieci talenti morti nel rogo del Flamengo

- IL RACCONTO di IACOPO IANDIORIO

Rogo nel vivaio della più famosa società brasiliana Dieci giovani talenti morti mentre dormivano

Avevano fra i 14 e i 16 anni. Venivano da lontano e facevano dei bellissimi sogni. E «presumibil­mente sono morti nel sonno», ha detto il tenente-colonnello Douglas Henaut, fra i primi soccorrito­ri. Sono morti carbonizza­ti 10 giovani calciatori del Flamengo ieri verso l’alba, alle 5 di mattina o poco più, a Vargem Grande, centro sportivo a ovest, a 40 km dal centro di Rio. Il container nel quale dormivano pare non fosse in regola, era buono solo come parcheggio. E per un testimone l’incendio sarebbe scoppiato «per un condiziona­tore d’aria che ha preso fuoco». Un corto circuito? La tragedia poteva essere ancora peggiore: un allenament­o previsto era stato cancellato e molti giovani erano tornati a dormire a casa.

SORRISI Avevano sorrisi larghi sulle foto ufficiali o sui social. Già, a quell’età con indosso la

rubronegra, come non essere felici? Il club più amato e tifato del Brasile, oltre 40 milioni di torcedores, la Juventus del Sud America, nella culla del calcio, Rio de Janeiro... Il club di miti del

futebol come Leônidas, Zagallo, Zico, Junior, Leonardo e l’Imperatore Adriano, fino agli ultimi talenti, quel Vinicius preso dal Real per 45 milioni, o il Paquetà appena arrivato al Milan, o Lincoln, leader della Seleçao Sub 20 in campo in questi giorni per il Sudamerica­no di categoria.

COMPLEANNO «Ragazzi che sognavano un futuro, e molti avrebbero aiutato economicam­ente le loro famiglie», ha detto dal Giappone Zico. Christian Esmerio, il portiere 15enne, è stato il primo corpo a essere stato identifica­to . L’altro giovane Vinicius, nome musicale a Rio e dintorni, era Arthur Vinicius, 14 anni, da tre al Flamengo, difensore centrale. Era di Volta Redonda, nell’interno del Paese, 150 chilometri a nord-ovest del centro sportivo di Vargem Grande. Oggi avrebbe compiuto 15 anni. A casa la mamma, una zia e una cugina ieri si stavano organizzan­do per fargli

●Il «Nido degli avvoltoi», centro del club di Rio , in fiamme all’alba: niente da fare per i ragazzi colti nel sonno. Inseguivan­o il calcio dei big

una sorpresa e andarlo a trovare a Rio de Janeiro. Non hanno fatto in tempo a fargli gli auguri. Il compagno d’attacco Athila Paixão, 14 anni, la gioia la portava nel nome: passione, appunto. E il futuro nel luogo di nascita: Povoado Brasilia, Lagarto, la stessa città del Sergipe, nord-est, da dove arriva Diego Costa, il bomber dell’Atletico Madrid. A fine 1800 il Sergipe era zona di cangaçeiro­s, i ribelli del sertão. E Athila aveva iniziato nella stessa scuola calcio di Diego Costa, la Geração do Futuro. Solo lo scorso aprile, dopo 10 tormentati giorni al «Ninho de Urubu», vivaio del Flamengo, era stato tesserato alla fine per i giovani rossoneri.

TRE GIORNI «Senza dubbio la peggior tragedia in 123 anni di storia», ha detto Rodolfo Landim, presidente del club. Il «nido degli avvoltoi» si chiama così perché l’urubu è la mascotte del Flamengo. Gli impianti per le juniores sono nella zona ovest di Rio, vicino a Barra da Tijuca, quartiere vip, a 40 km da Gavea, la sede sociale. All’inizio della prossima settimana i ragazzi si sarebbero trasferiti nei locali più sicuri e confortevo­li del centro di Vargem Grande, lasciando i container. In prima squadra assieme al suo amico Christian voleva arrivare l’altro portiere Bernardo Pisetta, 15 anni, di Indaial, Santa Catarina, mille km a sud, lo Stato degli emigranti. Era cresciuto nell’Atletico Paranaense e al Flamengo era arrivato lo scorso 25 agosto. Dello stesso Stato del Sud era anche Vitor Isaias, di Florianopo­lis, la città di Guga Kuerten, il più famoso tennista brasiliano; Isaias, punta di 14 anni, era stato tirato su dal club locale il Figueirens­e, poi anche lui all’Atletico Paranaense e da giugno 2018 a Rio.

LO ZIO È toccato allo zio riconoscer­e i resti di Samuel Thomas Rosa, terzino destro di 15 anni. Il 4 aprile ne avrebbe fatti 16, e abitava vicino: São João de Meriti, una cinquantin­a di chilometri a nord, Morro do Conceito: felice mostrava sui social i suoi primi allori, la Copa Nike di ca-

tegoria e la medaglia da finalista della Copa Votorantim. Altri due giovani «avvoltoi» che hanno perso la vita venivano dalle Minas Gerais, 200 chilometri a Nord di Rio: Jorge Eduardo e Pablo Enrique. Jorge, 15 anni, laterale sinistro, veniva da Alem Paraiba, negli Anni 70-80 terra di portieri come Cantareli e Mazaropi. Avrebbe compiuto 16 anni il giorno di San Valentino, era nel club da 4 stagioni e brillava da piccolo nel futsal. Pablo Enrique invece aveva 14 anni ed era difensore centrale. Era di Oliveira, 370 chilometri più a nord, cugino di Werley, 30enne difensore del Vasco, ex Atletico Mineiro e Gremio, e di Nathan, 21 anni, centrocamp­ista al Ponte Preta. Proprio Werley ha identifica­to il corpo del cuginetto, «umile e generoso» nel ricordo dei compagni.

ULTIMI Gli ultimi a essere stati riconosciu­ti dai familiari sono stati due paulisti: Rykelmo Viana di Limeira, centrocamp­ista, il più grande, 16 anni, ma già con gli Under 17, una passione del padre per l’argentino Riquelme (da cui il nome storpiato), ex Portuguesa Santista, il club degli inizi di Neymar. E Gedson Santos Gedinho, 14 anni, di Itararé: era arrivato a Rio solo da qualche giorno. Non ha fatto neanche a tempo a mettersi in mostra.

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Il dolore Fiori, preghiere e lacrime fuori del centro sportivo che ospita le squadre giovanili del Flamengo
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● 1. Il container che ospitava i calciatori della Sub 15, andato a fuoco.● 2. Alcuni familiari dei ragazzi defunti.● 3. I tifosi del Flamengo mettono la bandiera a mezz’asta nel centro sportivo di Vargem Grande 1
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 ??  ?? Fiori e preghiere dei tifosi del Flamengo all’ingresso del «Nido degli avvoltoi», così è detto il centro sportivo delle juniores
Fiori e preghiere dei tifosi del Flamengo all’ingresso del «Nido degli avvoltoi», così è detto il centro sportivo delle juniores

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